Firenze: cariche della polizia sui migranti davanti la Prefettura

Fattori (Sì): “Avrebbero dovuto essere ascoltati per primi, invece li si manganella. Dopo 15 anni serve una soluzione definitiva degna di un paese civile”. Donzelli (Fdi) "Indecente la casa premio per chi fa un assalto". La consigliera comunale Amato (AL): “Necessario fare piena luce sulla vicenda che è costata la vita a Al Muse Mohamud”. Mugnai (FI) interroga la giunta toscana: «Rivedere il modello toscano di accoglienza»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 gennaio 2017 17:46
Firenze: cariche della polizia sui migranti davanti la Prefettura

Stamani un’ottantina di migranti ha chiesto che una delegazione potesse entrare in Prefettura per essere ascoltata dal Tavolo convocato con Regione e Comuni per decidere il futuro dell'accoglienza dei migranti dell’ex-Aiazzone, temporaneamente accolti al palasport di Sesto Fiorentino grazie all’intervento del Sindaco Falchi. La protesta è iniziata dopo la tragica morte nel rogo di giovedì notte di Ali Moussa, cui era seguita un'occupazione dimostrativa del cortile di Palazzo Strozzi nella giornata di giovedì. La Polizia, in assetto antisommossa, ha impedito ai dimostranti l’accesso a Palazzo Medici Riccardi. Due persone sarebbero rimaste contuse e portate via con l'ambulanza.

Sui fatti di stamani interviene Tommaso Fattori, capogruppo di Sì-Toscana a Sinistra in Consiglio regionale: “I migranti dell’ ex Aizazzone avrebbero dovuto essere ascoltati per primi, invece li si manganella. Dopo 15 anni serve una soluzione definitiva, degna di un paese civile. Manganellare coloro che chiedono di essere ascoltati dal tavolo che deve decidere del loro futuro è grave e disumano, dopo anni di colpevole incapacità da parte delle istituzioni di dare risposte concrete a bisogni basilari, nel rispetto dei diritti umani.

Non è così che Città metropolitana, Comuni e Prefettura potranno farsi interpreti di una richiesta di accoglienza e inserimento sociale che viene da persone che vivono regolarmente nel nostro Paese e che chiedono che non sia calpestata la loro dignità”. “Le inutili cariche di stamani sono da condannare fermamente, aggiungono amarezza ad amarezza, sono il segno di una disumanizzazione pericolosa e crescente. Non è possibile picchiare chi protesta dopo aver perso in una sola notte un amico e la “casa”.

Offrire accoglienza a chi fugge da guerre e violenza è un dovere che le istituzioni devono assolvere cercando con i migranti stessi le soluzioni più efficaci”.

"La situazione di coloro che occupavano il capannone a Sesto - spiega Benedetta Albanese, consigliera delegata alle Politiche sociali della Città Metropolitana di Firenze - non va confusa o sovrapposta automaticamente con quella degli stranieri per i quali la Città Metropolitana e i Comuni dell'area, su richiesta del Governo e in coordinamento con la Prefettura, da due anni hanno dato disponibilità e posti per accogliere chi ha fatto domanda come richiedente asilo". Solidarietà e legalità "sono un binomio inscindibile che consente risposte dignitose e serie, ma anche più durature, perché seguite e verificate. La Metrocittà procede in questa direzione".

"Somali tentano di assaltare la Prefettura di Firenze, per premio una casa per tutti. Indecente. Se ti devo accogliere perché scappi dalla guerra, non ti devi permettere di fare la guerriglia qui. Se ti piace tanto scontrarti con violenza vai a casa tua a difendere la tua terra e la tua famiglia." Così scrive su Facebbok Giovanni Donzelli, capogruppo di Fratelli d'Italia in Regione toscana e coordinatore dell'esecutivo nazionale del movimento di Giorgia Meloni commentando gli scontri di oggi dei migranti. "Per me sarebbe semplice: nessuna accoglienza per chi ha provato ad assaltare la Prefettura a Firenze. Peccato che invece dopo il tentato assalto sia arrivata la notizia: gli assalitori troveranno tutti un alloggio nei comuni del fiorentino. Alla faccia di chi rispetta le regole, non assalta le Prefetture e non ha un tetto." 

In base al censimento condotto dalla Polizia Municipale di Sesto Fiorentino, sono 100 le persone ospitate attualmente all’interno del Palazzetto dello Sport, 94 di origine somala, 4 della Sierra Leone e 2 italiani. 88 sono gli uomini e le 12 donne. Non sono presenti minori. Il più giovane ha 22 anni, il più anziano 67.68 persone hanno esibito un documento tra carta d’identità e permesso di soggiorno; 32 sono risultate senza documenti. 65 persone hanno esibito un documento rilasciato da un comune italiano ove hanno dichiarato di avere la residenza; sulla base di quanto emerso, 41 persone sarebbero residenti a Firenze, 16 in altri comuni della Toscana. Nessuno risulterebbe residente a Sesto Fiorentino.

“La tragedia del rogo notturno negli ex locali dell’Aiazzone all’Osmannoro, è dovuta all’irresponsabile gestione del degrado dell’intera area. Tre anni fa si era verificato già l’incendio di un capannone nella zona, la scorsa estate la rivolta degli artigiani cinesi : tutti palesi indicatori di una condizione di degrado diffuso e di una gestione del comune di Sesto Fiorentino tesa ad abbandonare a se stessa questa importante area, trasformandola in un area svilita permanentemente.

La crisi economica, le dinamiche demografiche ed immigratorie, necessitano di azioni attente e pianificate, che salvaguardino i diritti e la partecipazione dei cittadini sestesi al processo decisionale”. Dichiara il Segretario Provinciale della Lega Nord di Firenze Alessandro Scipioni. “Chi amministra Sesto Fiorentino deve tenere presente l’unitarietà del territorio e l’esigenza di azioni che garantiscano servizi e rispetto dei diritti e dei doveri nell’intero territorio, senza particolari ed arbitrarie discriminazione”; afferma il Segretario cittadino della Lega nord Filippo La Grassa.

“ E’ urgente che l’amministrazione comunale operi all’Osmannoro interventi per realizzare un presidio di polizia municipale ed un ufficio amministrativo per i lavoratori e quanti all’Osmannoro risiedono. Anche chi vive e lavora in queste periferie deve sentirsi tutelato, ed avere la stessa attenzione di chi vive in zone più servite del comune”. Conclude il Referente della Lega Nord di sesto Fiorentino Gabriella Cittarelli.

“La tragedia avvenuta a Sesto Fiorentino è inaccettabile e chiama in causa le istituzioni e la politica che per troppo tempo non hanno esercitato il ruolo di governo del territorio”. E’ quanto afferma Miriam Amato, consigliera comunale di Alternativa Libera “L’uomo, rifugiato politico, sembra che abbia perso la vita per salvare dalle fiamme i documenti che avrebbero permesso ai suoi tre figli e alla moglie di raggiungerlo in Italia, da Naroibi in Kenya. Purtroppo per quei fogli così vitali per lui ha perso la vita nell’incendio divampato nel capannone ex Aiazzone, che ospitava almeno 100 rifugiati”. “E’ politicamente e umanamente inaccettabile che nella nostra regione ci siano ancora persone che vivono in queste condizioni.

Troppo spesso lodiamo l’accoglienza, la solidarietà e la storia del nostro territorio. Parole che sono ormai prive di senso dopo questo dramma che chiama in causa la politica e le istituzioni” evidenzia la consigliera. Il gruppo di Alternativa Libera alla Camera ha presentato un’interrogazione parlamentare: “E’ necessario fare piena luce sulla vicenda ed identificare le eventuali responsabilità di questa tragedia. Ma prima di tutto – conclude Amato - è doveroso che le istituzioni diano risposte serie e autorevoli di fronte a un rogo che ha sconvolto la nostra comunità”.

Il capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale Stefano Mugnai (che del partito è anche coordinatore regionale) chiede alla giunta regionale un punto sul fatto specifico e sui perché e i per come politici che ne abbiano consentito il verificarsi. Ma Forza Italia, anche con il responsabile nazionale immigrazione Giorgio Silli, vuol sapere anche se esistano altri casi di situazioni simili, e domanda tutto questo all’interno di un’interrogazione alla quale la giunta toscana dovrà rispondere nero su bianco. Nell’introdurre i suoi quesiti Mugnai riassume la cronaca delle ultime ore, ricordando come da tempo lo sgombero di quello stabile fosse stato disposto dalla prefettura e come a più riprese esponenti politici più o meno locali abbiano tentato di accendere i riflettori su quella situazione.

«Il modello di accoglienza regionale – è la riflessione che Mugnai affida al suo atto – non è in grado di gestire l’immigrazione in maniera umana e sostenibile» e «la percezione dell’inefficienza del modello è percepita anche dagli stessi migranti». Quindi si passa alle richieste, con il capogruppo azzurro che dalla giunta toscana chiede di sapere «una stima degli occupanti l’ex mobilificio con e senza titolo di soggiorno», «i motivi per cui, nonostante l’ordine di sgombero del prefetto, a distanza di un anno risiedessero ancora in quell’immobile oltre 100 persone».

Ancora, Mugnai domanda come mai «il sindaco non abbia ordinato la chiusura in muratura di porte e finestre onde evitare un nuovo accesso». Sul fronte di stretta pertinenza regionale, la giunta è chiamata a esporre «cosa pensa di fare adesso», perché non abbia proposto al comune di Sesto Fiorentino soluzioni alternative e «quali altre situazioni di irregolarità e abusivismo siano presenti in Toscana», oltre a «come si pensi di rivedere il modello toscano di accoglienza/immigrazione».

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