Careggi, tra le accuse e la fiducia dei pazienti: Enrico Rossi risponde a Giulia Grillo

Il 14 marzo alle 14:30 al CTO durante la Conferenza programmatica annuale con gli operatori,saranno resi noti i dati nel dettaglio e gli esiti delle indagini interne

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 marzo 2019 17:35
Careggi, tra le accuse e la fiducia dei pazienti: Enrico Rossi risponde a Giulia Grillo

"Il vaso di Pandora scoperchiato a Firenze è l'ennesima riprova che anche dove la sanità funziona non si può mai abbassare la guardia sulla legalità, il merito e la trasparenza nelle nomine e nei concorsi. Ora le indagini faranno chiarezza, ma il quadro che viene fuori è sconfortante e segnala un'emergenza etica a tutti i livelli e la necessità di un'assunzione di responsabilità da parte di chi ha chiuso gli occhi davanti a tanto malcostume" è stato il commento del ministro Giulia Grillo davanti alle ipotesi di accusa rivolte all'Azienda fiorentina.

 Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi risponde al ministro della sanità Giulia Grillo, con un post pubblicato su Facebook: "Quanto a Careggi vorrei rassicurare la ministra Grillo. Parlare di ‘emergenza etica', come lei fa, è francamente esagerato e offensivo per la stragrande maggioranza; migliaia di lavoratori, onesti e capaci, di una grande azienda ospedaliera e universitaria che, per qualità e quantità dei servizi al cittadino, è al top della sanità italiana. Prendere spunto da un'inchiesta per esprimere giudizi generali è sbagliato e rischia di sollevare soltanto demagogici polveroni politici.

Che la magistratura faccia il suo lavoro e che la politica rispetti il lavoro degli altri senza strumentalizzazioni, senza generalizzazioni e senza esprimere sentenze che ancora non sono state emesse e che spetta ad altri pronunciare. Altro conto, ovviamente, è ragionare su misure di controllo e di gestione per garantire la massima trasparenza e migliorare la correttezza dei comportamenti. Ma questa è diverso dal gettare fango indifferentemente: che è cosa assai inappropriata per un ministro".

L'Azienda Careggi per voce del direttore generale Rocco Damone esprime il timore che le vicende giudiziarie possano indebolire il rapporto di fiducia che in cento anni di storia l'Azienda ha saputo costruire con i pazienti, la città di Firenze e la comunità scientifica nazionale e internazionale. "Nel rispetto delle indagini in corso, rigettiamo le affermazioni riportate di alcuni professionisti che hanno detto cose gravi e inquietanti che ci colpiscono con dolore umano e professionale.

Chi ha fatto queste affermazioni, accertate le responsabilità, risponderà personalmente di quanto dichiarato, delle offese ai colleghi e alla correttezza di una comunità di quasi 6mila lavoratori, secondo le norme previste dai regolamenti aziendali. Il pensiero e l'impegno di questa Direzione e della quasi totalità delle persone che lavorano a Careggi – prosegue Damone – sono sinceramente concentrati sui pazienti che ogni giorno devono ricevere una diagnosi, fare un intervento chirurgico, prendere decisioni spesso difficili insieme ai loro familiari.

A queste persone e a tutta l'opinione pubblica ci rivolgiamo per affermare che l'unico obbiettivo di Careggi è dare sicurezza, fiducia, serenità alle migliaia di pazienti che ogni giorno prendiamo in carico. Per questo facciamo riferimento agli ultimi dati disponibili del Piano Nazionale Esiti (PNE) di Agenas 2017 che riporta le principali attività assistenziali svolte a Careggi con livelli di aderenza agli standard di qualità nazionali definiti alti o molto alti.Siamo consapevoli – conclude Damone – che alcuni numeri anche se autorevoli non sono sufficienti a ricucire uno strappo come quello che si è determinato a causa delle recenti vicende, per questo annunciamo che il 14 marzo alle 14:30 al CTO nell'ambito della Conferenza programmatica annuale con gli operatori, presenteremo non solo i dati nel dettaglio, ma anche gli esiti delle indagini interne che questa Direzione, attraverso un gruppo di professionisti appositamente costituito, sta eseguendo sulle attività assistenziali oggetto delle dichiarazioni e sulla corretta gestione delle liste di attesa".

"Con il centrodestra al governo della Toscana, nel sistema sanitario regionale torneranno credibilità e merito. Mai più ombre su un sistema in cui lavorano tanti bravi professionisti al servizio dei pazienti, ma che la sinistra ha contribuito a rendere in certi casi opaco, privilegiando raccomandazioni politiche e logiche di appartenenza a discapito del merito". Lo afferma il vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella (Forza Italia), in merito all'inchiesta di 'Cattedropoli' sull'area medica dell'Università a Careggi. "Careggi è un ospedale d'eccellenza - sottolinea Stella - e per questo è inaccettabile leggere di mazzette allungate per saltare le liste d'attesa, soprusi e mobbing, sesso in corsia, 50 casi di morti sospette, fondi sottratti alla ricerca scientifica.

La salute dei pazienti viene prima di tutto. Le indagini serviranno a fare chiarezza. La politica deve riuscire a dare quelle risposte in tema di trasparenza che finora mostra di non aver dato. Intanto chiediamo al governatore Enrico Rossi e all'assessore regionale alla Sanità di venire in aula a riferire ai consiglieri e ai cittadini"."La sanità toscana è in codice rosso per colpa delle condotte di governo Rossi-Saccardi che l’hanno fatta sprofondare in un pantano mefitico che impasta la politica là dove non dovrebbe, inquinando i pozzi del sistema di cura al cui centro il consenso politico è stato sostituito alla persona dall’ingordigia politica della sinistra.

Quando a questa emergenza, attestata di fatti tragici delle ultime ore in tutta la Toscana e dall’inchiesta che sta scuotendo l’azienda ospedaliero universitaria di Careggi a Firenze, si sommeranno gli effetti avversi dei provvedimenti del governo grillino si sarà al tracollo e nessuno avrà più modo né di curare, né di curarsi. La soluzione? Una sola: mandare tutti a casa" commenta il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti che ne approfitta per incrociare la situazione attuale della Toscana con le previsioni di carattere nazionale "E’ il Sole24Ore di oggi a lanciare l’allarme per la desertificazione, da qui al 2025, dei professionisti della sanità tra medici, infermieri, tecnici, oss… tutti.

Solo quanto a personale medico si parla di 52.500 medici che andranno in pensione in Italia in questo lasso di tempo – ricapitola Marchetti – con una concentrazione tra il 2019 e il 2021 per l’effetto di ‘quota 100’. La gobba pensionistica, la cui normalizzazione è prevista solo nel 2030, in Toscana andrà ad impattare su un sistema già carente di specialisti, dove i medici d’eccellenza che ancora ci sono cercano di saltar fuori dal carro pubblico soprattutto per discipline come le ortopedie, dove gli infermieri con formazione che il mondo ci invidia vanno appunto via, disperdendo professionalità a vantaggio di altri paesi europei che meglio sanno valorizzarne esperienza e capacità… e qui, dove già si è tenuto il sistema bloccato e privo di turn over troppo a lungo, si va al collasso. Anche tra i medici di famiglia, secondo i dati messi a disposizione dalla loro Federazione nazionale, si va dritti alla crisi dal momento che ad andarsene in pensione saranno in Toscana 1.085 professionisti da qui al 2022, che in proiezione decennale ovvero fino al 2028 diventano 2.069.

Anno di picco il 2022 che vedrà appendere il camice al chiodo nella nostra regione ben 271 professionisti. Se tra me e me – riflette Marchetti – provo a comporre lo scenario prospettico e a combinarlo col progressivo impoverimento della popolazione e con bilanci della sanità regionale sull’orlo del precipizio mi tremano le vene dei polsi. E tutto per colpa di una sinistra che in Toscana ha voluto piegare la salute ai propri tornaconti di consenso elettorale, mischiando in una melassa pastosa politica e gestione del sistema salute come dimostrano le inchieste, ultima quella che coinvolge Careggi, con cui la sanità toscana ha occupato le cronache giudiziarie negli ultimi dieci anni. Questo cordone che lega la sinistra alla sanità entro un cappio che ormai la strozza va tagliato di netto.

L’unica soluzione è mandarli tutti a casa al più presto».

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