​Carceri in Toscana: rischio di emergenza sul disagio psichiatrico

Il garante dei detenuti della Toscana: “Situazione può finire fuori controllo. Dopo chiusura Opg, servono nuova consapevolezza e misure adeguate. Dal ministro della salute risposte interlocutorie”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 ottobre 2018 16:26
​Carceri in Toscana: rischio di emergenza sul disagio psichiatrico

Il disagio psichico nelle carceri inizia a preoccupare gli addetti ai lavori, sarebbe un problema da affrontare a livello normativo e la situazione viene definita "molto grave" anche in Toscana. Il garante dei detenuti della Toscana, Franco Corleone, compie una disamina della situazione nelle carceri e, in particolare, annuncia un’iniziativa personale immediata sul problema del disagio psichiatrico: “Per tre giorni sosterrò un digiuno: non è uno sciopero della fame, perché uno sciopero è contro qualcuno. Si tratta di un’iniziativa per non nascondere la gravità della situazione. Proseguirò settimana dopo settimana, verificheremo cosa accadrà”.

Corleone, che è stato commissario straordinario a livello nazionale nella fase della chiusura degli Opg, denuncia una situazione “che rischia di andare fuori controllo. Serve nuova consapevolezza. Abbiamo avuto una risposta interlocutoria dalla ministra Grillo, vediamo se c’è la disponibilità a compiere interventi che consentano misure alternative in luoghi più adatti del carcere per le persone con disturbi psichiatrici”. Il digiuno “è prima di tutto per me stesso – prosegue Corleone -, per riflettere e fare in modo che queste urgenze non vengano dimenticate e per non essere corresponsabile”.

La situazione complessiva nelle carceri, ha proseguito il garante regionale dei detenuti, è grave in Toscana, così come nel resto d’Italia: “La speranza di una grande riforma del sistema carcerario nel nostro Paese si è chiusa malamente il 2 ottobre. Ci sono provvedimenti minimi nei tre decreti firmati dal presidente della Repubblica. Torniamo all’ordinamento del 1975 e al regolamento del 2000. Bisogna ripartire con le norme esistenti, che peraltro rimangono non applicate. In Toscana abbiamo recentemente sottoscritto un protocollo d’intesa per definire accesso e attività dei garanti dei detenuti negli istituti penitenziari della Toscana e un nuovo patto per la riforma: ne chiederemo, anche con la necessaria durezza, l’applicazione. Non faremo sconti”.

La fotografia della detenzione in Toscana al 30 settembre parla di 3mila 432 detenuti (730 a Sollicciano) a fronte di una capienza complessiva di 3mila 146; di questi, mille e 688 sono stranieri. La quota di detenuti per violazione dell’articolo 73 della legge antidroga “è alta”: sono mille e 142; i tossicodipendenti sono 988. Le donne detenute sono 134. “Il rischio del sovraffollamento è all’orizzonte”, avverte Corleone. E ricorda alcune delle questioni aperte nella nostra regione: “L’elenco è lunghissimo, dall’acqua potabile, ma non bevibile a San Gimignano, alle questioni legate ai servizi igienici, alle cure odontoiatriche; Livorno, Porto Azzurro e Gorgona che aspettano da anni un miglioramento strutturale: a Livorno gli alloggi per la polizia penitenziaria sono chiusi da cinque anni e questo non è tollerabile”.

Corleone richiama ancora “il rilancio dei poli universitari in carcere; il tema della detenzione femminile con la possibile trasformazione del‘Gozzini’ in casa delle donne. Nelle prossime settimane – spiega Corleone – avremo un incontro con il provveditore dell’amministrazione penitenziaria per stilare un calendario che abbia tempi certi: bisogna realizzare le molte buone intenzioni, che ci sono. Presenteremo le nostre richieste anche al provveditorato delle opere pubbliche per le ristrutturazioni e i necessari lavori nelle carceri. Andiamo avanti, seguendo il messaggio della Corte Costituzionale, che ha avviato un giro nelle carceri, per testimoniare che lì ci sono cittadini portatori di diritti”.

Alla conferenza stampa hanno preso parte anche il garante dei detenuti di Firenze, Eros Cruccolini; di Livorno, Giovanni De Peppo; e di Porto Azzurro, Tommaso Vezzosi.

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