Carcere di Sollicciano, tensione alle stelle

Denunciate nuove aggressioni al personale. Preoccupano i detenuti con disturbi psichiatrici

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 luglio 2022 15:09
Carcere di Sollicciano, tensione alle stelle

Ennesima aggressione nei confronti del personale di Polizia Penitenziaria nell’Istituto di Sollicciano: un detenuto, al rifiuto dell’agente di sezione per recarsi in una diversa sezione del reparto giudiziario, lo ha aggredito con pugni sul viso e sul collo. Lo rende noto Giuseppe Proietti Consalvi, Vice Segretario Generale O.S.A.P.P. (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) che aggiunge: "Continuano gli eventi critici, negli ultimi giorni almeno quattro aggressioni di cui una a sfondo sessuale nei confronti di un’infermiera. Le molteplici richieste da parte di questa Organizzazione Sindacale, - aggiunge il Vice Segretario Generale O.S.A.P.P.–di ripristinare l'ordine e la sicurezza in quell'istituto, non sono state ascoltate né dagli organi periferici regionali tanto meno dall'amministrrazione centrale. È sempre più opportuno ed urgente – prosegue Proietti Consalvi – che siano presi seri provvedimenti nella gestione della popolazione detenuta di Sollicciano, anche con interventi di avvicendamento del vertice del Comando di Polizia Penitenziaria che,ad oggi, non riesce né a risolvere la situazione né a far rispettare la catena di comando", conclude.

“Nel giro di 48 ore due gravi episodi ad opera di detenuti con problemi psichici – nel carcere fiorentino di Sollicciano un marocchino, in attesa di Rems (Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza) e attualmente ristretto nel Reparto Atsm (Articolazione salute mentale) ha tentato di abusare di un’infermiera; a Torino una detenuta affetta da problemi psichiatrici ha tentato di strangolare un agente – riaccendono i riflettori su un’emergenza che segnaliamo da tempo: nei penitenziari ci sono troppi detenuti con problemi mentali”.

Così il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria – S.PP. – Aldo Di Giacomo che aggiunge: “la nostra proposta è radicale: si ritorni alle strutture psichiatriche di detenzione, abolite nel 2014, sia pure ripensate nei servizi da garantire e con un numero di personale specialistico adeguato. Sono 750, secondo il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, i detenuti in lista d’attesa per fare ingresso in una della trentina di Rems ma molti di più quanti hanno problemi psichici.

Il tempo medio di attesa è di 304 giorni, con regioni come Sicilia, Puglia, Calabria, Campania e Lazio in cui l’attesa arriva fino a 458 giorni. Le regioni con più detenuti in attesa sono la Sicilia con circa 140 detenuti, la Calabria con 120 e la Campania con 100. La percentuale più alta dei detenuti con disturbi psichiatrici soffre di nevrosi; il 30% di malattie psichiatriche collegate all’abuso di droghe e di alcool; il 15% di psicosi. La nostra forte sollecitazione - che ci deriva dall’impossibilità come personale penitenziario di assistenza a queste tipologie di reclusi - trova ampi sostegni nella comunità medicoscientifica, primi fra tutti psichiatri e psicologi.

I problemi – dice Di Giacomo - si sono dunque aggravati per responsabilità di politica e Parlamento che periodicamente annunciano impegni di riforma per poi disattenderli e rinviarli ad altri. Il risultato è che il personale penitenziario è lasciato solo a fronteggiare questa situazione e troppo spesso diventa oggetto su cui scaricare tensioni e malessere attraverso aggressioni. Inoltre, gli episodi di autolesionismo di detenuti con difficoltà psichiatriche sono circa dieci ogni giorno, quattro sono le aggressioni che quotidianamente i poliziotti penitenziari subiscono da detenuti con problemi psichiatrici e due in media sono i tentativi di suicidio che la polizia penitenziaria riesce ad evitare.

È tempo che Ministero Grazia e Giustizia e Ministero alla Salute se ne occupino seriamente non delegando alla CEDU di occuparsene”.

In evidenza