Cafasso (Laba): 'Invaderemo Firenze con eventi creativi'

Dopo il Fashion Show al Teatro Verdi, il direttore dell'Accademia traccia un bilancio. "Moda sempre più futuristica"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 giugno 2022 16:53
Cafasso (Laba): 'Invaderemo Firenze con eventi creativi'

FIRENZE - Da una parte le linee classiche del Teatro Verdi, dall’altra le forme evocative e futuristiche degli outfit targati Laba Firenze. E’ stato uno spettacolo di forte impatto, quello andato in scena sabato 4 giugno al teatro di via Ghibellina, in occasione del Fashion Show di fine anno accademico della Libera Accademia di Belle Arti di Firenze. Sul palcoscenico e tra i posti in platea hanno sfilato gli abiti ideati e realizzati manualmente dagli studenti del terzo anno del corso di Moda, che hanno interpretato in chiave personale il tema dell’evento: “Release” ovvero la rinascita del post-pandemia.

Le collezioni di 22 giovani e talentuosi stilisti, di nazionalità italiana e cinese, hanno messo in evidenza emozioni, sensazioni e aspettative dei ragazzi. Durante l’evento un momento particolare è stato riservato anche all’innovazione e alle nuove tecnologie applicate al fashion: è stata infatti presentata una collezione virtuale di abiti - uno per allievo – realizzata con software di ultima generazione. 

Sul tappeto virtuale hanno sfilato capi in 3D per una moda sempre più futuristica, capace di superare i confini fisici e temporali.

Approfondimenti

Abbiamo incontrato il direttore della Laba di Firenze, Domenico Cafasso, per fare un bilancio del fashion show e parlare delle prospettive future dell’Accademia, che conta circa 800 iscritti dall’Italia e dall’estero.

Partiamo dalla sfilata di sabato scorso: uno spettacolo suggestivo, in qualche modo di “rottura” e caratterizzato da forti contrasti. Come l’avete pensato?

Volevamo creare uno show particolare, in un contesto certamente inedito per un’Accademia di Belle Arti. La scelta del Teatro Verdi è stata davvero azzeccata: una struttura classica, elegante e custode del passato in cui abbiamo inserito un défilé innovativo, visionario e contemporaneo. Questi due elementi – il teatro e la moda Laba – hanno dato vita a un evento suggestivo, di particolare impatto visivo. Del resto, la sfilata di fine anno è sempre un momento atteso dai ragazzi: il loro primo debutto ufficiale di fronte a un pubblico numeroso. Vogliamo che sia, ogni volta, indimenticabile.

Parola chiave di questa edizione “Release”, ovvero la rinascita dopo l’emergenza sanitaria e sociale da Covid. I ragazzi hanno plasmato le loro collezioni sulla base di questo input. Questi due anni di pandemia hanno effettivamente cambiato il modo degli studenti di vivere l'università. Che risposte state dando alle nuove esigenze degli allievi?

È vero, le esigenze degli studenti sono cambiate a causa della pandemia. L’emergenza sanitaria ha segnato una sorta di “spartiacque” nel mondo della didattica che non possiamo ignorare o lasciare indietro. Le nuove tecnologie hanno permesso di colmare il divario del distanziamento fisico e l’innovazione continua a essere uno dei pilastri centrali del nuovo modo di apprendere e studiare.

In Accademia stiamo quindi lavorando per migliorare ancora di più la fruizione degli strumenti digitali: penso, ad esempio, alle dispense digitali interattive, agli applicativi di prenotazione degli appuntamenti in sede, ai sistemi per la prenotazione della strumentazione, ecc.. . Questo è reso possibile grazie anche alla preparazione, in parallelo, del corpo docente: insegnanti, tutor e collaboratori si sono resi disponibili a frequentare corsi di aggiornamento e moduli preparatori all’utilizzo dei nuovi applicativi.

Non esistono ormai più le rigide divisioni tra arti: i linguaggi espressivi spesso si amalgamano, si incontrano e si mixano. La Laba crede da sempre nel dialogo fra le arti. In che modo riuscite a incentivare questo confronto? Più in generale, verso quali orizzonti si muove la didattica della vostra Accademia?

Cerchiamo da sempre di sviluppare progetti che uniscano le competenze apprese in tutti e cinque i nostri indirizzi triennali: Moda, Fotografia, Design, Interior Design e Pittura, oltre ai due bienni di specializzazione in Interior Design e in Cinema e Audiovisivi. Vogliamo mettere in campo, per i nostri ragazzi, esperienze complete e variegate, di ampio respiro. Alla Laba non esistono “settori” chiusi a compartimenti stagni ma collaborazioni all’insegna della creatività.

In generale, come detto, stiamo investendo sulle nuove tecnologie e ci stiamo concentrando anche sul cosiddetto “metaverso”: un facsimile digitale di quello che facciamo e viviamo nel mondo fisico che coinvolgerà, sempre più da vicino, anche l’universo dell’insegnamento. In Laba sono anni che affrontiamo i temi legati all’intelligenza artificiale nell’universo dell’arte e del design. Questo nuovo mondo/non mondo adesso andrà “arredato” e i nostri allievi sono già pronti.

Si parla sempre più di disequilibrio tra le competenze che i giovani possono mettere in campo e quelle effettivamente richieste dalle aziende e di scollamento tra formazione e mondo del lavoro. Che cosa fa il vostro ateneo per favorire la sinergia tra questi due mondi?

La risposta può sembrare banale ma è davvero, a nostro giudizio, la chiave di volta della questione: il nostro istituto collabora attivamente con aziende di tutti i settori di nostro interesse. Si tratta di realtà locali e nazionali, di marchi a conduzione familiare e di brand conosciuti a livello internazionale. Questo ci permette di creare un vero punto di contatto tra gli studenti e il mercato del lavoro.

Durante gli stage e i seminari - realizzati in sinergia con le agenzie del lavoro e con professionisti del settore delle risorse umane - domanda e offerta si incontrano, influenzandosi reciprocamente: i ragazzi hanno la possibilità di affinare talenti e abilità sulla base di quanto richiesto dalle case di produzione e le aziende, dal canto loro, possono ispirare le nuove generazioni di creativi, dando ossigeno alle loro proposte. A questo proposito, la Laba di Firenze ha attivato una piattaforma multimediale di “Job Placement”: uno strumento digitale attraverso cui le aziende possono ricercare in autonomia i migliori profili dei nostri studenti.

In che modo si colloca la Laba nel contesto del territorio fiorentino?

La Laba ha vent’anni, quindi è una realtà giovane ma in continua crescita. Contiamo circa 800 allievi provenienti dalla Toscana e da altre regioni d’Italia. L’8/10 % dei nostri studenti è straniero, con una incidenza importante dei giovani di nazionalità cinese che scelgono il nostro istituto per il modo in cui seguiamo i nostri iscritti: piccoli gruppi, per un massimo di venti studenti alla volta, da accompagnare passo dopo passo nel percorso formativo. Uno dei nostri obiettivi è quello di rafforzare i rapporti di partnership con i vari soggetti del territorio fiorentino, organizzando iniziative in ambito culturale che possano mostrare al pubblico tutto il nostro potenziale. Dopo l’isolamento da Covid c’è ancor più necessità di uscire fuori dalla nostra sede per “invadere”, con eventi creativi, diverse location della città e vivere occasioni di confronto reali. 

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