Bufera giudiziaria su Alia: indagati dirigenti e funzionari

Tra i reati contestati inquinamento e smaltimento illecito dei rifiuti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 maggio 2021 14:08
Bufera giudiziaria su Alia: indagati dirigenti e funzionari

Bufera giudiziaria su Alia (ex Quadrifoglio) l'azienda che si occupa della gestione dei rifiuti nell'area fiorentina. Un'inchiesta della Procura della Repubblica di Firenze, condotta dai carabinieri, ha portato a iscrivere nel registro degli indagati 33 persone tra funzionari e dirigenti. Per nove è scattata l'interdizione dai pubblici uffici. Tra i reati contestati inquinamento e smaltimento illecito dei rifiuti

Sono state effettuate perquisizioni nell'area di stoccaggio di San Donnino e negli uffici di via Baccio da Montelupo. L'azienda in una nota si dice fiduciosa nell'operato della Magistratura e sicura del suo corretto operare.

"Le notizie - dichiara il Presidente della Commissione di Controllo Antonio Montelatici - delle inchieste che interessano dirigenti e funzionari di ALIA indagati per i reati di traffico illecito di rifiuti, frode nell’esercizio del commercio e getto pericoloso di cose sono preoccupanti e sconvolgenti. Sto provvedendo - continua Montelatici - ad inoltrare la convocazione della Commissione di Controllo del Comune di Firenze per audire quanto prima i vertici di ALIA in modo tale da poter approfondire tutti gli aspetti di questa vicenda. Utilizzeremo tutti gli strumenti e le competenze della Commissione di Controllo - conclude Montelatici - per andare fino in fondo a questa gravissima vicenda".

Approfondimenti

“Le indagini che coinvolgono Alia Spa sono gravissime – scrivono i consiglieri del Gruppo Lega in una nota – a dimostrazione di un sistema marcio che danneggia i cittadini. Se da un lato ci affidiamo al lavoro dei magistrati e ci auguriamo che gli indagati risultino estranei a quanto gli viene addebitato, dall’altro non possiamo fare altro che rilevare che le amministrazioni guidate dal PD negli ultimi anni hanno utilizzato le partecipate per riciclare personale politico con la tessera del PD in tasca che nessuna competenza specifica hanno nell’ambito nel quale vengono nominati.

Dobbiamo avere oggi il coraggio di dire che il nostro ambito non ha una programmazione impiantistica, che il direttore e il presidente dell’assemblea dell’ATO non hanno evidentemente svolto nessun controllo amministrativo sull’operato del gestore (si veda la LR 69/2011 compiti dell’ato sul controllo). Non è possibile vedere una delle società più importanti partecipata per il 58% dal comune di Firenze essere ancora oggi guidata da una persona che non ha nessuna esperienza sui rifiuti”.

“Ma il problema vero – continua – è legato al sistema impiantistico che manca. No agli inceneritori, no ad impianti di recupero, nessuna strategia industriale. È così che, per smaltire i rifiuti, si raggiungono costi molti alti perché smaltiti in gran parte fuori ambito o, addirittura, fuori regione, con il risultato finale di escogitare metodi per abbattere i costi che, però, arrecano danni ingenti all’ambiente e alla salute dei cittadini”.

“Serve una svolta seria – dichiara il Capogruppo della Lega Federico Bussolin – sia politica che amministrativa. Occorre rompere questo poltronificio che vede ai vertici di ATO e della società di gestione persone appartenenti al PD e non persone in grado di gestire un settore così delicato”.

“Chi doveva controllare – continua – non ha controllato, e non ha mai garantito una svolta gestionale rispetto a quanto fatto dal predecessore sempre del PD (poi IV). Per questo il direttore dell’ATO Baldini e il presidente dell’Assemblea Del Re - in aperto conflitto d’interessi peraltro, dove il controllato diviene il controllore - dovrebbero dimettersi dai loro ruoli immediatamente”.

“Auspichiamo infine – conclude Bussolin – che i Comuni trovino il coraggio di nominare, ai vertici dell’Ato e di Alia, persone competenti e capaci, libere da qualsiasi interesse o sudditanza nei confronti della politica”.

“Apprendiamo da numerosi quotidiani online che oggi sono stati indagati 33 tra funzionari e dirigenti della partecipata che si occupa dei rifiuti.

La magistratura fa il suo lavoro, ma l’ennesima inchiesta sullo smaltimento dell’immondizia in Toscana getta luce su un sistema che forse non funziona ci sono evidentemente questioni da chiarire in merito allo smaltimento dei rifiuti speciali. Si ritiene che sia fondamentale fugare ogni dubbio sulla possibilità che vi siano pericoli per la popolazione che vive e lavora nelle aree limitrofe alle aree sequestrate e temiamo che in seguito alle numerose interdizioni della classe dirigenziale la “macchina amministrativa” di Alia potrebbe subire dei cospicui rallentamenti.

Presenteremo per cui una domanda di attualità nel prossimo Consiglio di lunedì – annuncia il vice presidente della Commissione ambiente Alessandro Draghi – per conoscere la posizione del Comune.

Chiederemo, in particolare:

1) se ci sono situazioni di pericolo imminente per la salute della popolazione che vive in quell’area occidentale della città.

2) come farà Alia, con così tanti dirigenti e dipendenti ed indagati, a gestire l’ordinaria amministrazione e a portare aventi il progetto Firenze Città circolare.

3) se Alia comunicava al Comune le modalità dei processi di smaltimento dei rifiuti speciali prodotti nei vari impianti e, in caso affermativo, quali erano le informazioni in possesso del Comune stesso”.

“Sono molto gravi le notizie che sono arrivate in queste ore rispetto ad ALIA: non crediamo sia sufficiente approfondire con le audizioni in commissione.

Abbiamo visto come è andata a finire con la vicenda di SAS, ritrovandoci a commentare costantemente le novità a posteriori: per questo – spiegano i consiglieri di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Palagi e Antonella Bundu – speriamo che questa volta gli altri gruppi consiliari accettino di condividere la proposta di delibera con cui istituire una commissione di indagine del Consiglio comunale, con cui verificare tutte le eventuali responsabilità politiche della vicenda.

ALIA è partecipata del nostro Comune per oltre il 58%, abbiamo un ruolo da svolgere, in funzione dei nostri compiti. Ambiente, salute e tutela del territorio – concludono Palagi e Bundu – sono priorità da cui non si può prescindere: lo abbiamo sempre detto e continuiamo a ritenere urgente dare concretezza alle dichiarazioni”. 

"Ancora una volta il gruppo Lega Salvini non perde l'occasione per strumentalizzare le situazioni e fare confusione”. Così il capogruppo Pd a Palazzo Vecchio Nicola Armentano replica al comunicato della Lega sull’inchiesta che ha coinvolto ALIA. “Il capogruppo Bussolin, laddove cita ATO Toscana Centro, parla di competenze, ma dimostra di non conoscere lui stesso che i compiti di controllo demandati dalla Legge Regionale alle Autorità d'Ambito attengono agli aspetti regolatori e di pianificazione del servizio e non a quelli di controllo ambientale, che sono di competenza di altri enti.

– prosegue Armentano - Sovrappone, insomma, piani diversi per costruire una ricostruzione solamente funzionale alle sue accuse gratuite. Quanto alla presidenza, consiglio e assemblea di ATO, è la normativa regionale che prevede che nel consiglio direttivo e nell'assemblea siedano i rappresentanti istituzionali del Comuni dell'Ambito, la cui carica resta in vigore fino alla scadenza del mandato amministrativo, e senza alcun compenso aggiuntivo a carico dell'ente. I membri del consiglio direttivo vengono eletti alla prima assemblea e, da statuto, hanno funzioni di organizzazione e coordinamento del lavoro dell'assemblea stessa.

Abbiamo fiducia che la magistratura faccia il suo corso a tutela dell'interesse della cittadinanza e delle istituzioni. La Lega farebbe meglio a abbassare i toni e a evitare di lanciare i soliti strali cercando visibilità", conclude il capogruppo PD Armentano.

In evidenza