Bekaert: accordo promosso dai lavoratori, adesso occupazione e reindustrializzazione

Il percorso non si esaurisce con la cassa integrazione: gli operai devono trovare un nuovo impiego ed il sito deve mantenersi attivo ed appetibile per eventuali investitori

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 ottobre 2018 12:17
Bekaert: accordo promosso dai lavoratori, adesso occupazione e reindustrializzazione

 I lavoratori Bekaert hanno accolto e confermato l'accordo siglato al Ministero dello Sviluppo Economico lo scorso 2 ottobre per la gestione della chiusura dello stabilimento di Figline Valdarno e l'avvio del percorso di reindustrializzazione con 280 sì, 17 no e una scheda bianca. 

Per Daniele Calosi, Segretario generale della Fiom Cgil di Firenze, “Un risultato stupendo che dimostra la compattezza dei lavoratori sulle posizioni del sindacato. Il consenso si esprime con il voto e i lavoratori ci hanno confermato la fiducia con il 94% di sì. Da subito cominceremo a lavorare per trovare una soluzione che dia continuità produttiva allo stabilimento e per mantenere l'occupazione sul territorio. Lo faremo con con il massimo impegno e la determinazione che ci ha portato sino a qui.

Grazie a tutti i lavoratori!”.Ferdinando Uliano - Segretario Nazionale Fim Cisl "Siamo particolarmente soddisfatti della valutazione positiva data dai lavoratori Bekaert all’accordo sindacale del 2 ottobre 2018 sottoscritto in sede ministeriale. Questo accordo sindacale è un accordo storico, ha evitato i 318 licenziamenti, ha messo in campo una serie di strumenti utili per dare risposte concrete e occupazionali ai lavoratori coinvolti da un processo di chiusura aziendale. La Cassa Integrazione per cessazione e reindustrializzazione per 12 mesi è uno dei tanti strumenti che abbiamo conquistato per accompagnare questo processo, ma non è l’unico. Questi risultati non li avremmo raggiunti, se non fossimo riusciti come sindacato a sospendere di altri 30 giorni i licenziamenti previsti inizialmente il 3 settembre.

Con la nostra determinazione siamo riusciti a convincere Bekaert a concedere ciò che non aveva concesso il giorno 5 luglio in sede ministeriale. Quei 30 giorni in più a disposizione sono serviti per costruire le condizioni per giungere ad un accordo positivo, con la Cigs e tutti gli strumenti di rioccupazione e reindustrializzazione. Abbiamo obbligato la società a tenere aperta l’attività fino al 31 dicembre 2018 e a lasciare la produzione del “filo tubo”, con una parte dello stabile e dei macchinari per una possibile reindustrializzazione.

In questi giorni si è già manifestata una proposta di un importante gruppo industriale. Nell’accordo abbiamo previsto che Bekaert paghi il prezzo della reindustrializzazione, riconoscendo alle aziende che porteranno attività lavorative nel sito, 40.000€ per ogni dipendente assunto nell’area. Questo significa un esborso di vari milioni di euro. Abbiamo contrattato un sistema di incentivazione all’uscita per ogni dipendenti che si differenzia a secondo della anzianità che vanno da 16, 20 e 24 mensilità e che diminuisce con il trascorrere dei mesi.

Per facilitare la ricollocazione esterne al perimetro aziendale abbiamo previsto 10.000 euro ad ogni assunzione a tempo indeterminato. A tal fine verranno anche messi a disposizione i programmi di politiche attive previsti dalla Regione Toscana. I lavoratori vicini al pensionamento saranno incentivati con un piano di incentivazione specifico per coprire la differenza tra naspi e l’80% del proprio stipendio.L’accordo privilegia gli strumenti di reindustrializzazione e rioccupazione dei lavoratori Bekaert – dichiara Ferdinando Uliano - questo è stato il nostro obiettivo principale e questo è il valore positivo di questo accordo, che comunque ha dovuto fare i conti con una gravissima decisione aziendale che abbiamo più volte condannato.

E’ un risultato da attribuire principalmente ai lavoratori e al sindacato, che hanno condotto la lotta e costruito l’accordo sindacale, ma è anche il frutto del contributo attivo e della solidarietà da parte di tutti, i tanti cittadini, le istituzioni e la politica locale, fino al ministero dello Sviluppo Economico. L’accordo quindi è un passaggio molto positivo, ma potremo dirci completamente soddisfatti solo all’effettiva reindustrializzazione del sito e alla completa rioccupazione dei lavoratori".

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