Barbiana e le periferie del mondo: una giornata di studi su don Milani

Nel corso del convegno anche il ricordo di Michele Gesualdi, già presidente della Fondazione. Toccafondi: “Dopo 50 anni di interpretazioni adesso suo messaggio di educatore si comprende veramente”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 aprile 2018 23:15
Barbiana e le periferie del mondo: una giornata di studi su don Milani

Si è svolta stamani a Firenze la giornata di studi organizzata dalla Fondazione don Lorenzo Milani insieme all’Ufficio scolastico regionale, a chiusura del Cinquantesimo della morte di don Milani e per ricordare Michele Gesualdi, già presidente della Fondazione, recentemente scomparso. Al centro del convegno una riflessione svolta congiuntamente con gli studenti di dieci istituti comprensivi, dalle medie alle Superiori, provenienti da varie parti di Italia, che nel corso dell’anno scolastico hanno sviluppato progetti su don Milani e la scuola di Barbiana.

Centrali gli interventi di monsignor Matteo Zuppi, arcivescovo metropolita di Bologna, che ha definito Barbiana il simbolo di tutti i luoghi periferici del mondo: “O ci si schiera con gli ultimi, con chi vive o incarna la periferia o non si capisce il mondo. Per capire il mondo bisogna guardarlo da una certa distanza, cioè dalle periferie. Barbiana era piccola, un ‘luogo – non luogo’, per certi versi un luogo impossibile, mentre don Milani la fa diventare punto d’incontro di molti, e per fare un’azione del genere devi amare profondamente, e don Milani ha amato e si è dedicato a quei sei piccoli montanari”.

Beniamino Deidda già procuratore generale di Firenze ha messo in risalto la forza anche laica del pensiero di don Milani, che per far crescere i ragazzi utilizzava non solo il Vangelo ma anche lo studio della Costituzione, affermando che in essa i figli dei montanari, dei contadini e degli operai potevano trovare tutte le leve per la loro emancipazione sociale e intellettuale. Non solo: don Milani educava alla legalità, ma allo stesso tempo metteva in guardia i suoi ragazzi, perché laddove una legge è sbagliata si deve far in modo di poterla cambiare.

Particolarmente toccante il ricordo di Michele Gesualdi, affidato alle parole di Paolo Bambagioni e don Silvano Nistri. Bambagioni lo ha ricordato quale politico e sindacalista integro e retto, che intendeva la politica come uscire insieme dai problemi, come attività svolta per dare e non per avere, mentre don Nistri ha tratteggiato gli ultimi mesi di Michele Gesualdi, quelli della sofferenza e nel conforto che trovava nella fede e nella preghiera: la malattia ledeva e consumava il corpo ma amplificava la ricerca del Regno dei Cieli e della Fede.

La seconda parte è stata dedicata all’esposizione dei progetti degli studenti, il cui filo conduttore è stato l’importanza dell’arma della parola e della scuola, scaturita dall’incontro con don Milani e con Barbiana. “Senza scuola non c’è cittadinanza”, “il sapere serve a crescere”, “educazione al pensiero critico”, “la lingua italiana quale valore che include e che crea ponti e non muri”: sono solo alcuni degli spunti di riflessione affrontati dagli studenti, che grazie all’incontro con don Milani hanno anche approfondito il concetto dello stare insieme.

La mattinata è stata chiusa da don Andrea Bigalli, rappresentante toscano di Libera, che ha parlato di Barbiana quale comunità educante, luogo in cui il sapere non era solo acquisizione intellettuale, ma anche la valenza di esprimere se stessi e di una comunità in cui ci si educa reciprocamente e ci si sostiene. Infine una citazione di “Lettera a una professoressa”, per sottolineare una critica alla borghesia che detiene il privilegio dei pochi.

"Positivo e utile per studenti ed insegnanti dialogare ed interrogarsi sulla figura di Don Milani e sull’attualità della sua "scuola". Dopo 50 anni in cui in tanti hanno interpretato i suoi scritti, adesso il suo messaggio di educatore lo si inizia a comprendere veramente. Si inizia a vedere che l'educatore Don Milani aveva ragione, che partire dal singolo non significa far venire meno la scuola, che far fare esperienza non vuol dire preparare lavoratori e non studenti, che fare scuola libera, come era quella di Barbiana, non vuole dire non fare scuola o fare scuola privata ma vuol dire fare sistema educativo.

Si conosce don Milani leggendo e comprendendo il suo messaggio non per sentito dire, per questo si può dire di aver compreso il suo messaggio se cambia qualcosa nella persona che lo legge o che ascolta le esperienze che ha lasciato. Per questi motivi l’incontro promosso dall’ Ufficio scolastico regionale della Toscana e dalla Fondazione Don Milani è stato un momento di vera educazione e formazione per gli studenti e i docenti che vi hanno partecipato”. Questo quanto dichiarato dal Sottosegretario al Miur, Gabriele Toccafondi, in occasione del convegno “Barbiana e le periferie del Mondo” organizzato dalla fondazione Don Milani e USR Toscana a conclusione del 50° della morte del priore di Barbiana.

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