Elezioni, in pochi si ricandidano. Fare il sindaco non è un bel mestiere?

Nel periodo 2010-2013, secondo dati Anci Toscana, il 52% dei primi cittadini che avrebbe potuto candidarsi nuovamente ha scelto di non presentarsi alla competizione elettorale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 marzo 2014 16:56
Elezioni, in pochi si ricandidano. Fare il sindaco non è un bel mestiere?

Firenze - Fare il sindaco? Un mestiere sempre meno ambito ed "appetibile". Un'ultima conferma è quella che arriva da Oltralpe, dove, stando a quanto si legge sulla stampa francese, in vista delle elezioni amministrative 64 comuni non hanno ancora un candidato alla poltrona di primo cittadino. Una notizia singolare, ma che allo stesso tempo fa riflettere, poiché indice di un trend, quello delle scarso appeal del ruolo del sindaco, che fa intravedere i suoi primi segnali anche nel nostro Paese.

Se in Toscana, alle porte delle elezioni comunali 2014, non si registrano al momento casi simili, non si può non osservare, anche dai monitoraggi effettuati negli ultimi anni da Anci Toscana, la crescita del numero di sindaci che, pur potendo, scelgono di non candidarsi per un secondo mandato. Negli ultimi 4 anni (2010-2013) infatti, secondo dati Anci Toscana, il 52% dei sindaci che a conclusione di un primo mandato avrebbero potuto candidarsi nuovamente per un secondo, ha scelto di non presentarsi alla competizione elettorale.

E per quanto riguarda le comunali 2014? E' presto per dare una cifra, visto che c'è ancora tempo per la presentazione delle liste. Certo è che alcuni "indizi" di questa tendenza arrivano dalle recenti primarie del centrosinistra, a cui diversi sindaci di centrosinistra che hanno concluso il loro primo mandato non si sono presentati (e quindi presumibilmente non si candideranno alle elezioni). Ma cosa c'è all'origine di questa "crisi di vocazione"? "Per la prima volta molti sindaci dopo il primo mandato rinunciano, prima era molto raro che succedesse - commenta il segretario generale di Anci Toscana Alessandro Pesci -.

Al di là delle motivazioni personali che pure talvolta sussistono, negli ultimi anni fare il sindaco significa operare in una situazione di grande incertezza e confusione sul piano normativo, di scarsità di risorse e continui tagli ai trasferimenti, di forte limite se non blocco alla capacità di programmazione, di mancanza di reale autonomia. Un'incertezza troppo grande da sopportare, a fronte delle enormi responsabilità, sempre maggiori, che invece ci si assumono. Non dobbiamo infatti dimenticare che il sindaco, tanto più in una fase di crisi come quella attuale, conserva immutato il proprio ruolo di "front office" con i cittadini, di primo interlocutore a cui le persone si rivolgono quando hanno un problema".

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