Consorzi di bonifica: la loro esistenza è imposta da una norma nazionale

Il 30 novembre si vota per i nuovi enti, ma la stragrande maggioranza degli aventi diritto non sa nulla

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 novembre 2013 23:00
Consorzi di bonifica: la loro esistenza è imposta da una norma nazionale

FIRENZE- La legge 31 del 2008 prevede che a carico dello Stato ci sia solo la realizzazione di nuove opere idrauliche e, solo nel caso dei corsi d’acqua più grandi, lo Stato effettui la manutenzione straordinaria. La manutenzione ordinaria delle opere, ad eccezione di alcune opere strategiche (meno del 5 per mille di tutto il reticolo idraulico), è invece a totale carico del privato. La legge nazionale specifica altresì che tale attività possa essere assicurata tramite la costituzione di appositi Consorzi fra privati che in forma associata gestiscono un’attività che riguarda più di 40.000 km in Toscana di corsi d’acqua.

Dal 2010 lo Stato non eroga più alcun finanziamento per questo tipo di opere, finalizzate anche alla manutenzione straordinaria dei corsi d’acqua. La Regione con la legge 79/2012 ha accorpato in soli sei soggetti i tredici consorzi e le tredici Unioni di Comuni, più i 7 consorzi interregionali. Per cui, a regime si passerà dai 33 enti gestori a 6. Mentre alla Regione, oltre a coordinare il lavoro di Province e Consorzi, spetta il compito di realizzare le opere strategiche a livello regionale. In queste ore si parla tanto di dissesto idrogeologico, ma sono ancora utili i Consorzi di bonifica? Secondo l'Unione delle Province Italiane no, tant'è che ne propone l'abolizione con una proposta di legge in cui si afferma "Analizzando i bilanci di queste strutture è evidente come la gran parte dei fondi sia destinata alle spese di funzionamento e solo una minima parte sia ridistribuita ai cittadini, sotto forma di servizi e di opere pubbliche".“Chiamare i cittadini al voto per il rinnovo dei Consorzi di bonifica, con un meccanismo peraltro costoso, appare contraddittorio in un momento in cui si parla dell’abolizione, o della trasformazione delle Province, previste dalla Costituzione, in enti di secondo grado, privando gli stessi cittadini della possibilità di eleggere in maniera diretta i loro rappresentanti a livello provinciale” è l'opinione del presidente della Provincia di Siena, Simone Bezzini, intervenuto sul tema recentemente. Ma negli ultimi anni, nonostante i soldi pagati dai cittadini, dalle imprese e dalle aziende agricole, alcune aree pianeggianti quando piove finiscono comunque sott’acqua, in una una regione dove il 98% dei comuni è a rischio idrogeologico.

E in molte aree nessuno ha mai visto all’opera mezzi, o personale riconducibili ai consorzi. «Sarebbe meglio spendere per tutelare il territorio invece che sperperare per organizzare le elezioni di carrozzoni a cui non partecipa nessuno e che vedono eleggere con quote riservate, non chi paga i contributi, ma i soliti politici o ex politici che non hanno altre occupazioni». Parole dure quelle di Alessandro Cinughi de Pazzi, che dal vertice dell’Unione Provinciale Agricoltori di Siena si è sempre battuto contro i consorzi di bonifica che vanno a vessare gli imprenditori con quella che si potrebbe definire una patrimoniale.

«Confagricoltura –sottolinea il presidente dell’Unione– anche in vista di questa imminente scadenza torna ancora una volta alla carica per portare alla luce le problematiche degli agricoltori legate ai consorzio di bonifica che impongono tributi anche in assenza di benefici diretti ai consorziati, come prevede invece la legge». Risponde alle critiche nei confronti dei Consorzi di Bonifica il commissario del Valdichiana Aretina, Paolo Tamburini, che ribatte: “Le polemiche sugli organi di stampa sono spesso uscite con dati inesatti, o errati, creando confusione”. Oreste Giurlani, Presidente di Uncem Toscana, nel settembre scorso auspicava: “È necessario che l’appuntamento elettorale sia accompagnato da una forte e puntuale campagna di comunicazione, e quindi ritengo che la Regione debba sentirsi fortemente impegnata nell’obiettivo di favorire la più ampia partecipazione possibile”.

Proprio quello che è ormai evidente sta mancando. Il 30 novembre si avvicina e solo ora cominciano a essere organizzate conferenze stampa per presentare i programmi e i candidati delle liste per lo più promosse dai sindaci e dai Comuni. di N. Nov. Domani la puntata 5

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