Matteo Renzi chiude la Leopolda 2013, il carro si lancia alla guida del Partito

Il sindaco di Firenze fa il suo intervento conclusivo alla Stazione Leopolda, bagno di folla per il candidato Segretario del PD

Redazione Nove da Firenze
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27 ottobre 2013 14:10
Matteo Renzi chiude la Leopolda 2013, il carro si lancia alla guida del Partito

Matteo Renzi conclude la quarta edizione della Leopolda con un intervento che strappa centinaia di applausi da parte dei partecipanti all'assemblea fiorentina. Il passaggio tradizionale, divenuto stavolta una tappa verso il Congresso di Partito e preludio alla Segreteria del PD, ha numeri da record. Le "prime volte" da parte di chi non c'era mai stato non si contano. Il carro è pieno, spingerlo sarà davvero difficile. Ci sono saliti tutti. Tutti. L'Italia cambia verso.

"Se a ruotare in un senso ti viene il capogiro, vai all'inverso sempre girando e vedrai che ti passa" scriveva Shakespeare. In molti hanno colto il consiglio. C'è chi di questo assalto si lamenta, perché in fin dei conti siamo il Paese delle file sconclusionate dove si cerca una lista anche quando si arriva in Trattoria per cercare di darsi un minimo di ordine ed evitare di essere scavalcati. Ma a mettere a tacere i mugugni è proprio Matteo sul palco "Ma come? Ci siamo aperti a tutti e ci mettiamo i paletti da soli perché quello è arrivato prima e quello dopo?". Renzi ha scelto ancora una volta la semplicità della dialettica, fatta di immagini e frasi ad effetto, perché "La semplicità è ciò che serve adesso".

E' tornato a parlare di Italia - Europa - Lavoro - Educazione, ma ha definito il suo intervento con il termine "Stupore". La Leopolda 2014 "Servirà per vedere cosa siamo riusciti a fare se saremo noi a guidare il Partito". Impegni concreti "Perché a me piace essere concreto" ha detto. Ha chiesto all'Italia di prendere evidenza dei propri fallimenti, dal porcellum alla burocrazia, dalla normativa sul lavoro alla Giustizia che permette di mandare in carcere chi non è colpevole, ma solo accusato.

Ha chiesto all'Europa di "Non fare appelli ma mettere in mare le navi e risolvere il problema degli immigrati", ha chiesto alla politica di "metterci le idee e non i simboli oppure i cognomi", ha chiesto ai parlamentari di contarsi una buona volta perché forse "sono un po' troppi e possiamo fare bene con la metà e se qualcuno non ha più posto tornerà a lavorare, non è un male" suscitando con questo un boato tra la folla. Ha detto anche di "abolire le Province, le Comunità montane, i Consorzi di Bonifica" con buona pace degli amministratori locali presenti che sorridono stretto ed occupano poltrone destinare a sparire alla fine della musica, come in quel gioco di qualche anno fa. Ha dedicato ampio spazio al lavoro: "Chi crea posti di lavoro confrontandosi con mercati dove si paga l'energia il 30% in meno, con meno tasse e burocrazia, chi fa l'imprenditore è un eroe. E' essere di destra? Io credo che sei di sinistra se c'e' un posto di lavoro in più, non uno in meno, una speranza in più, e se ci sarà da cambiare cambieremo, la sinistra che non cambia si chiama destra" aggiungendo poi che "Occorre riformare completamente i centri per l'impiego" e poi "non bisogna chiudere agli stranieri" portando l'esempio del Nuovo Pignone che gli americani hanno fatto crescere. "Una signora mi ha chiesto perché non ho mai parlato di Berlusconi.

Signora - le ho detto - siamo qui per parlare di futuro.. per questo non lo sentirà nominare". Ma riconosce gli errori che la sinistra ha commesso al fianco della destra ed ammette l'errore di aver sostenuto campagne (Articolo V della Costituzione) che poi non sono andate a buon fine perché è mancato il coraggio politico di portare a compimento le promesse fatte. "Mai più inciuci, mai più larghe intese, mai più giochini sulle spalle degli italiani. Con una legge elettorale che abbia tre caratteristiche: alla fine del voto sai chi ha vinto, quello che ha vinto deve avere i numeri in parlamento per governare e quello che governa dura per cinque anni ed è per cinque anni responsabile.

Mai più larghe intese" ha ricordato al Governo attuale ipotizzando il sistema dei sindaci "dove uno ci mette la faccia, crea una squadra e poi lo trovi per strada oppure su Facebook e gli chiedi conto di cosa ha fatto e come lo ha fatto". E se qualcuno avesse dubbi sui ruoli o si fosse perso tra Noi, Voi, Loro: "Se qualcuno pensa che un uomo da solo dopo i disastri fatti possa risolvere i problemi, sta sbagliando. Ma non significa che questo qualcuno debba tirarsi indietro perchè ha paura della parola leadership.

Leadership non è una parolaccia, ditelo a quelli della sinistra" "Se in questi anni i genitori si sono dimenticati o non ce l'hanno fatta a lasciarci un'Italia che funzionasse bene - ha concluso Renzi - non preoccupatevi, il bambino che è in noi verrà a cercarvi, e tutti insieme ricostruiremo l'Italia". Il pensiero di molti che lo hanno combattutto all'interno del Partito e che hanno appoggiato Bersani con l'idea di riprovarci con Gianni Cuperlo è che la maturazione raggiunta da Matteo Renzi sia ora equivalente alla svolta che ha fatto il Partito verso di lui. Le due strade si incontreranno l'8 dicembre? Antonio Lenoci

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