Museo Stibbert: restaurati due orologi ottocenteschi

Grazie al Rotary. Venerdì 18 ottobre la cerimonia di inaugurazione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 ottobre 2013 22:37
Museo Stibbert: restaurati due orologi ottocenteschi

FIRENZE/CERTALDO - Nella serata di venerdì 18 ottobre 2013 si è tenuta l’inaugurazione a Firenze, presso il Museo Stibbert, dei due orologi restaurati e portati a nuova vita dal certaldese Andrea Palmieri con la serata “Il tempo ritrovato” organizzata grazie al Rotary Club Valdelsa e Firenze Bisenzio. Il primo orologio da tavolo che ha ripreso a battere il tempo è un oggetto della seconda metà del XIX secolo di provenienza francese. Decorato con inserti in bronzo e tartaruga nello stile “boulle” (famoso ebanista del XVII sec).

Durante i lavori di smontaggio il restauratore e rotariano di Certaldo Andrea Palmieri ha identificato un indizio fondamentale per la datazione dell’oggetto permettendo al Museo di acquisire informazione prima sconosciute. “Ho ritrovato nella piastra superiore della macchina - spiega Palmieri - un sigillo con la data 1855 per pubblicizzare la vincita della medaglia d’argento all’Esposizione Universale di Parigi da parte della ditta costruttrice, ciò fornisce un importante indizio spostando la data di costruzione a dopo questa data”.

Un’altra particolarità sta nel quadrante dove, da oggi, splende di nuovo un profilo di Luigi XIV tra decorazioni floreali e tralci di vite. Il secondo orologio presentato dopo il restauro è un orologio a pendolo “parigina” in stile impero della prima metà del XIX secolo di provenienza francese con cassa in bronzo dorato a mercurio, raffigurante Amore e Venere dalle lancette “Breguet”. Entrambi gli orologi fanno parte della collezione Stibbert “Questa grande avventura è stata un’alta prova sia di cultura che di lavoro artigiano – ha spiegato il Presidente Rotary Valdelsa, Pietro Arrigoni – Come sempre il Rotary si dimostra dunque non sono veicolo culturale, ma anche strumento di unione e convivialità tra le persone.

Tengo a sottolineare le situazioni di conoscenza e di scambio che si sviluppano durante serate come questa in cui Il Rotary incontra lo Stibbert, ma in cui si fondono anche due Club all’interno del Rotary; in questo caso, il nostro valdelsano e quello di Firenze Bisenzio”. Dello stesso avviso anche il Presidente del Club Firenze Bisenzio Giuseppe Giordano “È un piacere condividere momenti di gioia e cultura. Vedo tante persone affascinate dal lavoro di Palmieri e con il sorriso. Avremo certamente occasione di ripetere questo tipo di incontri”. Presente alla serata anche la vice-direttrice del Museo Stibbert Simona Di Marco che ha ricordato la grande collezione di orologio presente nel Museo “Stibbert dai suoi 18 anni è stato inarrestabile, ha comprato e collezionato di tutto.

In questa sua casa abbiamo numerose collezioni, ma prestigiosa e importante è proprio quella degli orologi. Purtroppo dopo la morte di Stibbert nessuno si è più occupato della manutenzione di tali oggetti che piano piano sono morti. Avevamo bisogno di un aiuto altamente professionale che ci è stato fornito da Andrea Palmieri grazie alla possibilità di collaborare con il Centro Studi per il restauro dell’orologio antico”. Emozionato e soddisfatto anche il dirigente scolastico dell’Istituto Isis Leonardo da Vinci, Giacomo D’Agostino, che ha sostenuto il progetto “Nella nostra scuola siamo l’unico centro che si occupa del restauro di orologi con il Centro Studi per il restauro dell’orologio antico che è un’eccellenza a livello nazionale.

Il nostro primo obiettivo è formare i cittadini del domani perché siano attivi nella vita sociale, ma anche perfettamente inseriti nel mondo del lavoro.” Alla fine della cerimonia il rotariano e restauratore certaldese Andrea Palmieri è stato definito addirittura “Maestro” da Gianna Scatizzi, Presidente Confartigianato Imprese Firenze, la quale ha omaggiato Palmieri di una targa e ha raccomandato la diffusione di tale la ricchezza di sapere e bagaglio di capacità artistiche finalizzate a creare una successione per un mestiere tanto raro quanto affascinante e prezioso.

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