Caserma Gonzaga, Ministero verso la cessione al Comune di Firenze

D’Angelis:“Il Ministero impegnato per l’assegnazione diretta al Comune di Firenze e con costi che tengano conto della finalità sociale. Con un progetto polivalente possibili risorse statali, europee e private”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 settembre 2013 14:58
Caserma Gonzaga, Ministero verso la cessione al Comune di Firenze

“I centomila metri quadri della caserma Gonzaga, conosciuta dai fiorentini come la caserma dei Lupi di Toscana, possono diventare lo spazio per un nuovo pezzo di città, con un progetto polivalente e di qualità, che comprenda ma vada anche oltre al social housing. La caserma, non più utilizzata dal 2008, sta seguendo il percorso di dismissione previsto dalla legge che dovrebbe condurre l’immobile e l’area a diventare un pezzo del Fondo Immobiliare del Ministero della Difesa per essere poi utilizzato a fini di sviluppo urbano.

Come Ministero Infrastrutture e Trasporti siamo impegnati, affinché al Comune di Firenze venga assegnata direttamente la caserma senza ulteriori passaggi e a costi che tengano conto del fine sociale dell’iniziativa, in modo da far partire in tempi più brevi la fase di progettazione e quindi di esecuzione dell’intervento”. Lo ha detto il Sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti Erasmo D’Angelis, che ha anche la delega alle attività di competenza dell'edilizia statale, in seguito a contatti con l'Agenzia del Demanio, Ministero della Difesa e Ministero Sviluppo Economico, in merito all’ipotesi di assegnazione della Caserma Gonzaga al Comune di Firenze. “Un progetto polivalente e di qualità – aggiunge D’Angelis – può attrarre non solo risorse destinate strettamente al social housing, ma anche fondi dedicati alla qualificazione e all’innovazione delle città.

Esistono risorse statali (con la Cassa Depositi e Prestiti, 1 miliardo e 928 milioni di euro) legate a progetti di costruzione non solo di aggregati di case ma di veri e propri spazi urbani con edilizia verde e a basso consumo energetico, ma anche dai nuovi programmi europei con il 5% del Fondo europeo di sviluppo regionale destinato allo sviluppo urbano. Senza dimenticare – conclude D’Angelis – anche gli investimenti privati che un progetto di questo tipo può sicuramente attrarre”.

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