Alta Velocità, sottopasso Romitino, da 4 anni fermi al muro

Nel 2009 i lavori di RFI per l'Alta Velocità hanno eliminato i due passaggi a livello presenti in Via Vittorio Emanuele II tra Ponte Rosso e piazza Dalmazia. La svolta arriva con l'ultimo Bilancio di Palazzo Vecchio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 luglio 2013 09:15
Alta Velocità, sottopasso Romitino, da 4 anni fermi al muro

Nel 2009 i lavori di RFI per l'Alta Velocità hanno eliminato i due passaggi a livello presenti in Via Vittorio Emanuele II tra Ponte Rosso e piazza Dalmazia: al posto del primo attraversamento viario fu inserito un sottopasso pedonale e ciclabile, mentre per il secondo la Giunta Domenici decise di ripiegare sulla scorciatoia di via del Romitino, stretta e senza marciapiedi per ricongiungersi a Largo Cantù e da qui allo Statuto e piazza Dalmazia. Una piccola deviazione che sarebbe costata secondo Palazzo Vecchio molto meno rispetto ad un sottopassaggio, ma che trovò contrari diversi cittadini che si misero di traverso davanti alle ruspe.

Le proteste furono tante e la nuova Amministrazione guidata da Matteo Renzi che si è trovata ad inaugurare i lavori ad ottobre 2009 dichiarò a gran voce, la voce era quella dell'ex Assessore alla Mobilità Massimo Mattei, che "Il secondo sottopasso è indispensabile". Nel frattempo i commercianti della zona subirono disagi dai cantieri allestiti per 4 mesi al fine di cambiare la viabilità: il prezzo del progresso. Dal 2009 nulla è cambiato però e nel frattempo i residenti si sono semplicemente "adattati" alla novità accettando l'assurda situazione del 'vicolo cieco' così lo aveva chiamato il Consigliere del quartiere 5 Guido Castelnuovo Tedesco nelle sue interrogazioni, tra il primo sottopasso e via del Romitino.

Ad interessarsi della questione anche il consigliere Massimo Sabatini che ha conquistato nelle commissioni comunali competenti la votazione all'unanimità di una Mozione atta a garantire la realizzazione del secondo sottopasso da parte della Pubblica Amministrazione. Il muro che incontra chi proviene dallo Statuto ed obbliga a svoltare su via Trieste non è un bel vedere, ma qui la bellezza c'entra poco, è la funzionalità che è venuta meno, specie per chi si è trovato a dover combattere quotidianamente con gli spazi ristretti di una mobilità poco integrata tra ferrovie, auto, biciclette e pedoni.

Senza contare che sono rimasti isolati luoghi come il Museo Stibbert e Villa Fabbricotti che nelle immediate vicinanze sono stati bypassati per distrazione. Burocrazia? Edilizia pubblica a caro prezzo? Sarebbe bastata una adeguata segnaletica. Adesso nell'ultimo Bilancio siglato da Palazzo Vecchio spuntano i soldi di compensazione che RFI conferisce al Comune di Firenze per la realizzazione del sottoattraversamento per l'Alta Velocità, torna così alla luce anche la voce dedicata al sottopasso mai realizzato. AntLen

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