Carabinieri al pronto soccorso per calmare i pazienti in attesa

Stesso problema in tutta la Toscana? A breve il taglio di posti letto. Mugnai (Pdl): «Sui servizi intermedi solo promesse. I cittadini, privi di alternative assistenziali, ingolfano con patologie lievi»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 giugno 2013 19:12
Carabinieri al pronto soccorso per calmare i pazienti in attesa

E' accaduto ad Arezzo, tempo fa a Massa, per calmare gli animi dei pazienti in coda per ore al pronto soccorso debbano intervenire le forze dell’ordine. I carabinieri sono arrivati al pronto soccorso dell’ospedale San Donato di Arezzo. Il pronto soccorso era intasato da cittadini con patologie da ambulatorio, si è giustificata la Asl 8 in un comunicato con cui ha lanciato un appello ai cittadini a non recarsi al pronto soccorso per la qualunque. Troppo comodo, secondo il Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai (Pdl): «Eh come no? Si fa presto a lanciare appelli.

Peccato che i cittadini non siano portatori di cattive abitudini, ma manchino di alternative di assistenza territoriale. Quando si recano al pronto soccorso sanno bene di dover affrontare ore di attesa, tensioni e pagare persino il ticket, ma dove altro possono andare?» Carenza di servizi sul territorio, tagli e promesse definiscono, secondo Mugnai, una situazione oggi lamentata da Arezzo ma comune a tutta la Toscana: «Il territorio – spiega l’esponente del Pdl – non è attrezzato con servizi intermedi di assistenza capaci di rispondere ai bisogni del cittadino.

Promesse ne sono state fatte molte e da parecchi mesi, ma di fatti sinora non ne sono seguiti. “Istituiremo…”, “faremo…”, “quando il sistema sarà a regime…” Ok può anche darsi, ma intanto le persone non trovano risposte a bisogni ineludibili di cura e assistenza che talvolta possono anche non rientrare nell’ambito dell’emergenza. Quanto accaduto ieri ad Arezzo, con il pronto soccorso dell’ospedale ingolfato per l’81,2% di codici minori passati di colpo da una media di 180 a una di 220 con punte di 245 come appunto ieri, accade ciclicamente dappertutto in Toscana e rappresenta la pietra tombale rispetto a quanto fino ad oggi non si è fatto per implementare i servizi sul territorio». Secondo Mugnai, insomma, «i cittadini vedono nei pronto soccorso un luogo fisico riconosciuto e riconoscibile attivo ventiquattr’ore al giorno rispetto al quale non ci sono alternative.

Se da un lato è importante investire sull’emergenza e dunque anche sui pronto soccorso – ammonisce Mugnai – è evidente che se non si passa dalle parole ai fatti anche per quanto riguarda l’organizzazione della rete dei servizi intermedi sul territorio situazioni come quella di ieri ad Arezzo sono destinate a replicarsi, anche in maniera più accentuata quando si procederà a livello regionale al taglio dei posti letto».

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