Maggio Fiorentino: l'incontro, l'ultimo tra Bianchi e gli enti soci

La riunione alla presenza dei rappresentanti di Regione Toscana, Provincia e Comune di Firenze per verificare le possibilità di favorire una riapertura del confronto sindacale.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 giugno 2013 17:30
Maggio Fiorentino: l'incontro, l'ultimo tra Bianchi e gli enti soci

FIRENZE – L’assessore alle attività produttive lavoro e formazione Gianfranco Simoncini incontrerà, lunedì 17 giugno, il commissario straordinario per l’ente Maggio Musicale Fiorentino Francesco Bianchi per verificare L’incontro, al quale parteciperà anche l’assessore alla cultura Cristina Scaletti insieme ai rappresentanti del Comune e della Provincia di Firenze, fa seguito alla riunione di qualche giorno fa con le organizzazioni sindacali dell’ente lirico, che aveva portato alla decisione di riattivare un tavolo regionale di confronto fra le parti, con l’obiettivo di ripristinare le relazioni sindacali e aprire la strada ad una soluzione concordata della vertenza. Durante l'ultima commisione in Giunta Comunale a Palazzo Vecchio alla presenza di Francesco Bianchi il commissario ha ribadito fermamente la sua posizione: troppa la sproporzione tra i ricavi del teatro e i costi di gestione, bisognerà arrivare a un taglio di almeno 3 milioni l'anno.

In questo senso la proposta avanzata dai sindacati e dai lavoratori che pure prevede un taglio ai propri stipendi nella misura degli integrativi e degli incentivi non è affatto sufficiente. Forti e crude le critiche di Bianchi: "non si può ragionare di Maggio prospettando soluzioni 'al di la'' dei numerì: a prescindere da quello che può dire chiunque al riguardo, dal presidente della Regione in giù, servono soluzioni che stiano esclusivamente dentro i numeri, altrimenti a casa non andranno 75 persone come è previsto nel mio piano, ma 350". "La crisi del Maggio- ha aggiunto - ha una data di origine antica: e la sua ragione è che il teatro è stato utilizzato in sostanza come un ammortizzatore sociale, come uno stipendificio, sistema questo che, com'é ovvio, non può più andare avanti".

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