Treno RV3168 cancellato, a piedi centinaia di pendolari aretini e chianini

Ancora una volta centinaia di pendolari, oggi sono stati lasciati a piedi a causa della cancellazione di uno dei convogli più utilizzati da lavoratori e studenti.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 marzo 2013 13:17
Treno RV3168 cancellato, a piedi centinaia di pendolari aretini e chianini

Ancora una volta centinaia di pendolari, oggi sono stati lasciati a piedi a causa della cancellazione di uno dei convogli più utilizzati da lavoratori e studenti. Questa volta si è trattato del RV3168 in partenza da Chiusi alle 6.35 che sarebbe dovuto arrivare a Firenze alle 7.55. Alla stazione di Arezzo è stato cancellato lasciando centinaia di viaggiatori a piedi. I Comitati dei pendolari chiedono a Trenitalia le ragioni della cancellazione del convoglio, uno dei più utilizzati dai pendolari per recarsi al lavoro e all'Università, e chiedono alla Regione Toscana di intervenire energicamente per evitare che si ripetano ulteriori cancellazioni e ritardi. «Non si ferma l’odissea dei pendolari aretini e chianini.

Questa mattina a farne le spese sono stati più di cento pendolari lasciati a piedi dal treno Rv3168 cancellato senza dare alcuna spiegazione». È il commento del capogruppo di “Più Toscana”, Antonio Gambetta Vianna, che si fa portavoce del disagio patito da quanti stamattina ad Arezzo erano in attesa del regionale in partenza da Chiusi alle 6.35 e che sarebbe dovuto arrivare a Firenze alle 7.55. «Non bastavano plafoniere che si staccano e incendi dentro ai convogli – dice – adesso la musica torna quella di tutto il 2012 con ritardi e linee lumaca che impiegano ottanta minuti in treno per fare i 40 km che separano Figline da Firenze. Ogni anno i pendolari del Valdarno aretino accumulano almeno un giorno di ritardo viaggiando fra porte rotte e condizioni precarie.

Per non parlare di linee come la Stia-Arezzo, percorsa dal treno del Casentino che ogni giorno accompagna a scuola e lavoro centinaia di persone, obbligate a muoversi su convogli obsoleti e fatiscenti. O la Regione interviene seriamente per prendere la questione disservizi di petto – conclude – o all’orizzonte potrebbero profilarsi class action che mettano la parola fine al patire quotidiano dei pendolari aretini».

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