Acquisto Antonveneta, spunta la mail che inchioderebbe i vertici del Monte

I dirigenti erano al corrente della falla nell'operazione, Giuseppe Manzi avrebbe avverito il suo superiore Antonio Vigni

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 febbraio 2013 21:07
Acquisto Antonveneta, spunta la mail che inchioderebbe i vertici del Monte

La vicenda ancora bollente della più grande banca toscana ha animato per tutto il pomeriggio il consiglio regionale. L'opposizione accusa il Pd di essere stato troppo addentro alla Fondazione, il Pd si difende sostenendo che se di legame malato tra politica e banche si deve parlare allora sul banco degli imputati non deve salire solo il Pd. ''Mps è il modello 'Fondazione-Banca-enti locali-politica'. E' il modello in cui c'e' un partito interventista che si allunga nel mondo dell'associazionismo, dell'economia, della finanza, della cultura finalizzato a costruire il consenso''sostiene la portavoce dell'opposizione Stefania Fuscagni (Pdl) .

Secondo il capogruppo Pdl Alberto Magnolfi ''tutti i membri della deputazione della Fondazione Mps dovrebbero subito rassegnare le dimissioni. A Siena un'incidenza intrusiva della politica ha portato a disastrosi risultati''. "La banca Mps ce la farà" dichiara con convinzione il presidente Enrico Rossi che parla di "strumentalizzazioni" e che invita a dare ''piena fiducia al nuovo corso del Monte dei Paschi''. Ma intanto si susseguono le indiscrezioni e le novità sul fronte dell'inchiesta; è l'acquisto di Antonveneta, quell'esborso di 3 miliardi di euro in più al Santander, il caposaldo attorno a cui ruota l'intera indagine e che mira a scoprire la presenza o meno di tangenti.

I vertici sapevano che quella compravendita era rischiosa, che ci sarebbero voluti altri fondi per coprire le "criticità"della banca: è quanto emerge da alcune mail al vaglio della Guardia di Finanza. Si legge nell’informativa depositata in procura: " Con una mail, trasmessa ad Antonio Vigni (l’ex direttore generale di Mps), il 15 novembre 2007, Giuseppe Menzi (vicedirettore generale Mps), illustra tutte le criticità di Antonveneta e comunica: ”La banca è divisionarizzata male, la governance è tutta concentrata su Amsterdam, bisogna riconsiderare gli accantonamenti del 2007, i crediti sono a crescita zero".

Si evidenzia che "le criticità vanno curate con una terapia d’urto, anche per non incidere troppo sul 2008". Menzi aggiunge che "sarà necessario inserire figure di Mps nell’organigramma Antonveneta per garantire l’operatività". Ma allora se teli "criticità" erano note perchè procedere con l'operazione? Il sospetto che poi non farebbe altro che confermare le accuse di Rizzo è che ci fossero altri interessi in gioco. Al vaglio degli inquiernti tutti i supporti informatici e le agende personali.

Domani intanto verrà ascoltato a Siena proprio il destinatario della mail l’ex direttore generale di Mps, Antonio Vigni.

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