Servizi pubblici: rifiuti acqua e gas sopravvivono mentre crollano i trasporti

Il consuntivo 2011 e le stime di chiusura del 2012 nell’analisi di Unioncamere Toscana e di Confservizi Cispel Toscana. Galgani: ”Un settore di grande importanza per la competitività dell’intero sistema produttivo regionale”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 febbraio 2013 13:49
Servizi pubblici: rifiuti acqua e gas sopravvivono mentre crollano i trasporti

Firenze, 4 febbraio 2013 - Rifiuti urbani e aziende di acqua e gas in netto sviluppo, in fase di contrazione i trasporti locali a causa dei forti tagli delle risorse destinate al settore. E’ questo il quadro che emerge dai dati relativi al 2011 e dalle previsioni sul consuntivo 2012 contenuti nella prima indagine frutto della collaborazione fra Unioncamere Toscana e Confservizi Cispel Toscana, attivata a partire dal 2012 per il monitoraggio del settore dei Servizi Pubblici Locali (SPL). L’indagine ha coinvolto imprese di medie e grandi dimensioni con almeno 50 addetti di servizi pubblici di medio-grandi dimensioni in Toscana.

“In questo periodo così difficile per l’economia – commenta Vasco Galgani Presidente di Unioncamere Toscana - le principali imprese operanti nel settore dei servizi pubblici locali inviano confortanti segnali di complessiva tenuta quando non di vero e proprio sviluppo, come nell’ambito degli investimenti realizzati. Attraverso l’iniziativa di monitoraggio avviata con Cispel, Unioncamere Toscana vuole sottolineare come questo settore rappresenti uno snodo di grande importanza per la competitività dell’intero sistema produttivo regionale, sia per la non trascurabile consistenza economica ed occupazionale delle imprese che vi operano, sia per gli effetti di attivazione che esse sono in grado di generare a monte e a valle della filiera.” In attesa che sia ultimata l’elaborazione del consuntivo dei dati relativi all’anno appena trascorso, il settore mostra con evidenza la sua capacità di investire e di mantenere relativamente stabile l’occupazione anche nel momento in cui la crisi economica colpisce le famiglie e dunque investe anche queste imprese e il loro equilibrio finanziario.

“I dati confermano che il nostro è un settore anticiclico e che quindi dovrebbe essere messo in condizione di dare un contributo importante per la crescita – commenta Alfredo De Girolamo, presidente di Confservizi Cispel Toscana – soprattutto facilitandogli tutti gli strumenti utili per investire in impianti e infrastrutture”. Nello stesso tempo “l’indagine mette in evidenza chiaramente gli effetti degli ingenti tagli decisi dal governo per quanto riguarda il trasporto pubblico locale.

E’ una fotografia chiara delle necessità di cambiare marcia”. I risultati dell’indagine forniscono un’immagine aggregata di un settore con comparti in positiva trasformazione, che mantengono nel 2011 un trend di investimenti elevato (+3,2%), una crescita del giro d’affari (+2,7%). La dinamica occupazionale, nel 2011, è risultata leggermente in flessione (-1,2%), con una tenue crescita per le imprese di gestione dei RSU (+1,0%) che è stata tuttavia più che compensata dalle perdite nel ramo idrico-gas (-1,0%), dovute alla fase di razionalizzazione richiesta alle aziende e soprattutto nel TPL (-4,1%), settore in cui risulta pesare significativamente sulla contrazione la riduzione del numero di occupati con contratto a tempo determinato, a causa del forte ridimensionamento dei finanziamenti. Le prime stime confermano i trend positivi segnalati dalle imprese anche per l’anno in corso, con una quota di imprese in crescita più elevata rispetto a quelle in diminuzione sia per fatturato che per investimenti, mentre il quadro occupazionale dovrebbe quanto meno essere rimasto stabile se non addirittura migliorato. Il settore leader è quello dei Rifiuti urbani, che ha archiviato un 2011, con un trend in netta crescita: fatturato (+6,2%), investimenti (+18,7%) e addetti (+1%).

Gli investimenti effettuati sono circa sei volte la media dell’intero aggregato dei servizi pubblici; il fatturato è quasi il doppio. Su questo settore pesa, tuttavia, il numero crescente di casi di ritardato pagamento da parte degli utenti. Lo stesso discorso vale anche per ompartoidrico e gas che mostra una forte espansione in termini di fatturato (+5,2%) e investimenti (+12,6%), con una riduzione contenuta della base occupazionale (-1%). Le difficoltà riguardano il settore dei trasporti pubblici locali, la cui crisi purtroppo non è cosa recente.

Flette il fatturato (-3,5%), cadono gli investimenti (-22,7%), si perdono quote di addetti (-4,1%). Molte aziende del comparto hanno previsto per il 2012 un’ulteriore perdita di personale. Anche la complessiva stabilità dei costi di produzione riflette in realtà andamenti differenziati fra i vari comparti, con un aumento per RSU (+2,2%) e idrico-gas (+1,6%) cui si contrappone una riduzione per il TPL (-3,2%). La crisi si è comunque riflessa sui pagamenti delle bollette. Nel 2011 l’incidenza delle bollette non pagate è stato pari al ben il 21,8% del fatturato aziende dei rifiuti e il 27,4% quelle del settore idro-gas.

Il ritardo medio nel pagamento delle bollette è di 74 giorni per l’idrico-gas e di ben 177 giorni per il settore rifiuti. Anche la pubblica amministrazione paga in abbondante ritardo: di circa 30 giorni per acqua e gas e di ben 172 giorni per la bolletta della rimozione rifiuti. L’ipotesi di nuovi tagli ai bilanci dei comuni metterebbero a rischio l’erogazione dei servizi nonché la tenuta amministrativa degli enti stessi. E’ questo, in sintesi, l’allarme lanciato da Oreste Giurlani, presidente di Uncem Toscana. “Come presidente dell’Unione dei comuni e degli enti montani toscani e vice presidente nazionale della stessa associazione, ho ben chiaro il quadro delle difficoltà incontro alle quali sono andati i comuni negli ultimi anni e ancor più negli ultimi mesi.

Abbiamo espresso fin dall’inizio forti perplessità sulla metodologia utilizzata dal governo nei tagli agli enti locali – spiega ancora Giurlani – L’obiettivo fissato dalla spending reviw per il 2013 rischia di diventare un vero e proprio taglio ulteriore. E questo non possiamo permettercelo”. Insomma un invito al prossimo esecutivo a maneggiare questa delicata materia con cura. Considerato anche, come spiega l’associazione nazionale dei comuni (Anci), che nel 2013 ai comuni è stato chiesto un sacrificio di 4 miliardi di euro di tagli oltre alla riduzione di un miliardo di euro di entrate con l’introduzione dell’Imu.

In evidenza