Cassa integrazione in deroga, l'Inps non paga più: le Regioni scrivono a Monti

Anche le risorse ad oggi assegnate per il 2013 sono insufficienti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 gennaio 2013 18:47
Cassa integrazione in deroga, l'Inps non paga più: le Regioni scrivono a Monti

FIRENZE– Le Regioni manifestano la loro preoccupazione per il blocco, da parte dell’Inps, dei pagamenti ai lavoratori beneficiari di cassa integrazione o mobilità in deroga ed invitano il governo a ritirare la circolare ministeriale che lo ha determinato. A ricordarlo, in una lettera al presidente del consiglio, è il presidente della Conferenza delle Regioni su proposta dell’assessore toscano alle attività produttive, formazione e lavoro, coordinatore delle Regioni per il settore. Nella lettera, il presidente della Conferenza delle Regioni ricorda al presidente del consiglio gli accordi sugli ammortizzatori sociali in deroga sottoscritti da Governo e Regioni, accordi che oltre ad assegnare la competenza dell’autorizzazione alle Regioni, prevedevano una loro compartecipazione finanziaria (del 30% e successivamente del 40%), sulla base della quale le Regioni si sono impegnate a programmare ed attuare politiche attive del lavoro.

Ma non è tutto. Si ricorda ancora nella lettera che l’ultimo accordo, sottoscritto nell’aprile 2011, prevedeva l’impegno del Governo a finanziare con risorse proprie gli ammortizzatori sociali in deroga nel caso in cui le esigenze avessero superato le risorse individuate nell’accordo precedente. Ma nonostante gli accordi e le rassicurazioni del ministro, le sedi regionali INPS hanno bloccato i pagamenti relativi a periodi 2012 inviati dalle Regioni all’Inps a partire da gennaio.

Le Regioni avevano già evidenziato questi problemi al ministro Fornero sottolineando anche l’impossibilità tecnica per le Regioni di ottemperare alla circolare, ed evidenziando la disparità di trattamento che le decisioni del Ministero determinano tra lavoratori che possono usufruire della cassa ordinaria e straordinaria per i quali non è previsto alcun blocco. La lettera delle Regioni chiede che vengano assicurati i trattamenti spettanti ai lavoratori che ne hanno maturato diritto con lo sblocco immediato dei pagamenti, anche per scongiurare, si afferma, possibili tensioni a livello sociale.

Chiedendo al Governo di rispettare gli impegni così come le Regioni hanno fatto con i propri, le Regioni tornano a sottolineare anche la negativa situazione delle risorse ad oggi assegnate alle Regioni per il 2013, risorse che, secondo le Regioni, risultano nettamente insufficienti a garantire le esigenze dei territori. La lettera è stata consegnata al Governo durante la seduta odierna della Conferenza Stato Regioni e l’assessore ne ha illustrato i contenuti chiedendo lo sblocco dei pagamenti. I lavoratori e le lavoratrici Stefan srl della provincia di Firenze con il supporto della Filcams Cgil, il giorno 24 gennaio 2013 hanno proclamato sciopero per l' intera giornata con presidio DALLE 09.30 ALLE 11.00 davanti al Tribunle di Prato- piazzale Falcone e Borsellino per continuare a denunciare la gravissima situazione aziendale e auspicando l' attenzione delle istituzioni.

L' azienda ha presentato richiesta di concordato preventivo in data 20 novembre 2012. Il 10 Gennaio presso la sede di Confindustria Firenze la SLC CGIL e le rappresentanze della STIAV srl e Legatoria Industriale srl sono state informate dalla direzione che i libri contabili erano stati depositati in tribunale. La notizia era inaspettata, perché, nonostante la crisi che attraversa il settore, l'azienda si era impegnata ad attivare gli ammortizzatori sociali con l'impegno di salvaguardare la produzione e l'occupazione.

Le due aziende in questione, presenti sul mercato da decenni, stampavano e rilegavano volumi scolastici per importanti editori nazionali. Visto il drammatico scenario che si prospetta, il sindacato e le rappresentanze, di concerto con tutti i lavoratori, hanno chiesto l'attivazione dell'unità di crisi presso l'assessorato al lavoro della provincia di Firenze, con il fine di verificare tutte le possibili soluzioni utili all'eventuale rilancio delle aziende, alla salvaguardia occupazionale e all’attivazione degli ammortizzatori sociali.

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