Artigiani rinunciano a sviluppare l'attività per pagare il fisco

Il 31% degli imprenditori è stato costretto a ritardare il pagamento dei propri fornitori, il 30% ha rinunciato agli investimenti ed il 16% ad assumere

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 gennaio 2013 15:48
Artigiani rinunciano a sviluppare l'attività per pagare il fisco

Per l’81% delle imprese artigiane di Firenze e provincia nel 2012 la pressione fiscale è cresciuta del 23%. Pesanti le ripercussioni: il 31% degli imprenditori è stato costretto a ritardare il pagamento dei propri fornitori, il 30% ha rinunciato agli investimenti ed il 16% ad assumere. Il 20% ha ritardato i pagamenti al fisco e il 3% è ricorso a licenziamenti ed ammortizzatori sociali. A rivelarlo il sondaggio condotto da Confartigianato Imprese Firenze, dal 15 al 31 dicembre 2012, su un campione rappresentativo delle 30.790 imprese artigiane attive sul territorio provinciale. Pessime le previsioni per il 2013.

Per far fronte ai propri doveri di contribuente, il 29% delle imprese chiederà dilazioni di pagamento, mentre il 27% ricorrerà a prestiti bancari e al finanziamento da parte dei soci. A rendere il quadro a tinte ancora più fosche il 6% che crede di non riuscire a pagare le imposte per mancanza di liquidità e rifiuto dei prestiti bancari. “Numeri che confermano quanto denunciamo da tempo a proposito dell'impennata della pressione fiscale sul sistema produttivo – dichiara Gianna Scatizzi, presidente di Confartigianato Firenze - Secondo le nostre rilevazioni, a livello nazionale, nel 2012 le entrate fiscali sono cresciute di 24,8 miliardi, al ritmo di 47.238 euro al minuto, e hanno raggiunto il livello del 44,7% del Pil, con un aumento di 2,2 punti in un solo anno, con conseguenze negative per il sistema imprenditoriale e per l’occupazione.

Sono numeri che parlano chiaro: se vogliamo ritrovare la strada per uscire dalla crisi, è indispensabile intervenire per ridurre la pressione fiscale sulle imprese”.

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