La spending review mette a rischio i servizi dei Comuni

Il sindaco di Colle di Val d’Elsa: “Pronti a rinunciare ai trasferimenti statali per avere tutto l’introito dell’Imu”. Concerto sinfonico contro i tagli alla cultura a Montepulciano. Swap, gruppo PdL : "Lunedì l'assessore Petretto relazioni in Consiglio"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 luglio 2012 14:52
La spending review mette a rischio i servizi dei Comuni

“I Comuni non possono essere considerati ‘gabellieri’ per conto dello Stato e poi privati in maniera pesante di risorse destinate ai servizi essenziali. Se questa continuerà a essere l’azione del governo verso gli enti locali, siamo pronti a rinunciare ai trasferimenti statali, purchè rimangano sul territorio tutte le risorse derivanti dall’Imu e da altre fonti che, poi, prendono la via di Roma”. E’ quanto afferma il sindaco di Colle di Val d’Elsa, Paolo Brogioni annunciando la propria partecipazione alla manifestazione organizzata dall’Anci per il prossimo 24 luglio davanti al Senato, contro il decreto sulla spending review varato dall’esecutivo nei giorni scorsi.

"Il decreto - continua Brogioni - rende la situazione insostenibile per chi è chiamato ogni giorno a dare risposte concrete alle proprie comunità, già messe a dura prova dalla crisi. Il nuovo provvedimento è fatto, ancora e soltanto, di tagli lineari su settori essenziali, a partire dalla sanità, e arriva dopo manovre che, negli ultimi anni e negli ultimi mesi, hanno già ridotto drasticamente i trasferimenti statali. E’ un gioco al massacro inaccettabile e condivido pienamente il grido di allarme lanciato da tante istituzioni e la mobilitazione indetta dall’Anci.

L’Italia non ha bisogno di tagli lineari, ma di una seria razionalizzazione della spesa pubblica, che punti sulla valorizzazione dei territori, sui giovani e sull’innovazione, senza penalizzare ulteriormente le comunità locali”. “Gli amministratori, a partire dai sindaci - aggiunge Brogioni - operano, ormai da tempo, in situazioni di grande difficoltà e sono chiamati a far fronte con risorse minori alle crescenti esigenze dei cittadini. Ci mettiamo ogni giorno la faccia, con grande senso di responsabilità verso le nostre comunità, ma il futuro è preoccupante.

Dal 2008 a oggi Colle di Val d’Elsa ha subìto un taglio nei trasferimenti statali di oltre 3 milioni di euro, passando da 4,1 milioni di quattro anni fa a circa 1 milione di euro del 2012. Anche per il 2013 sono previste ulteriori riduzioni nei trasferimenti e l’Imu, imposta municipale solo nel nome, andrà in gran parte nelle casse dello Stato, rendendo i Comuni semplici ‘esattori’. Non possiamo sopportare una riduzione dei trasferimenti e, contemporaneamente, la detrazione dell’Imu.

Piuttosto, siamo pronti a rinunciare alle risorse statali per disporre completamente dell’imposta e rispondere della sua destinazione ai cittadini”. “In un contesto difficile che impone a tanti Comuni di riflettere e compiere delle scelte sui servizi che possiamo continuare a garantire - aggiunge Brogioni - una risposta forte può venire da un potenziamento delle politiche di area. In una zona come la Valdelsa, dove c’è ancora una forte tenuta sociale, nonostante la crisi, dobbiamo unire le forze per mantenere la qualità della vita che ha caratterizzato il territorio negli ultimi decenni.

Da soli, come singoli Comuni, non possiamo farcela, ma insieme sì. Credo fermamente che, con adeguate politiche integrate, possiamo valorizzare e rilanciare la Valdelsa, rafforzando un’identità comune che è già presente e che conta ogni giorno su un buon sistema di infrastrutture e servizi. In questi anni - conclude Brogioni - abbiamo promosso esperienze positive di razionalizzazione delle risorse disponibili in ambito sociale, con la Fondazione Territori Sociali AltaValdelsa; nella cultura, con la Fondazione Elsa, e nello sviluppo urbano, con il Piuss, che ha unito Colle di Val d’Elsa e Poggibonsi in un’esperienza molto positiva e che ha portato risorse esterne significative sul territorio.

Dobbiamo continuare a lavorare su questa strada, rafforzando un’identità valdelsana che, pur considerando le diverse peculiarità, vada oltre i singoli territori e i campanilismi e guardi al futuro del territorio in un’ottica di medio-lungo periodo e in maniera consapevole”. Dura presa di posizione contro alcuni aspetti della bozza di decreto sulla spending review “che colpiscono gravemente il volontariato ed il terzo settore” da parte del nuovo Consiglio nazionale delle Misericordie d’Italia, eletto lo scorso 23 giugno a Roma e che proprio oggi pomeriggio si è insediato a Firenze, sotto la guida del Presidente nazionale Roberto Trucchi.

A sollevare “la più profonda contrarietà” in particolare due misure che il Consiglio Nazionale delle Misericordie definisce “assurde”: l’obbligo per le pubbliche amministrazioni ad utilizzare esclusivamente l’appalto pubblico per l’acquisizione di qualsiasi servizio e la cancellazione dell’Osservatorio Nazionale del Volontariato e dell’Osservatorio della Promozione Sociale.“E’ inammissibile –dicono le Misericordie- che si impedisca qualsiasi forma di contributo o convenzione verso quei soggetti che più di tutti sono in grado di star vicini alla gente anche laddove i servizi pubblici non riescono più a dare risposte.

Obbligare le Pubbliche Amministrazioni a “procedure concorrenziali” significa, di fatto, azzerare qualsiasi possibilità di sostegno pubblico all’azione del volontariato.” “Ed è davvero curioso –continuano le Misericordie- che in una prospettiva (giusta) di risparmio e di revisione della spesa si cancellino due istituti come l’Osservatorio Nazionale del Volontariato e l’Osservatorio della Promozione Sociale, che operano senza oneri a carico della spesa pubblica ma che rappresentano due fondamentali momenti di partecipazione e di condivisione con le principali espressioni della società civile organizzata.” “Il futuro dei servizi socio-sanitari della Valdichiana è molto preoccupante considerando le disposizioni contenute nella manovra finanziaria varata dal Governo Monti e il decreto sulla spending review porteranno a significative riduzioni di servizi”.

Con queste parole Simona Cardaioli, segretario dell’Unione comunale Pd di Chiusi, interviene sui prossimi possibili tagli ai servizi socio-sanitari di area, con particolare riferimento alla struttura ospedaliera di Nottola, ai centri per disabili, anziani e case famiglia per minori. “A questo punto – continua Cardaioli – servono delle decisioni mirate e meditate con cura da parte dell’amministrazione comunale, sulla base di un confronto sulle priorità con il partito di maggioranza e con le coalizioni presenti nei vari Comuni, ma anche con le opposizioni e con tutti i cittadini.

Scelte che, come è emerso dal gruppo di lavoro sul tema creatosi all’interno dell’Unione comunale di Chiusi. dovranno prevedere una riorganizzazione e una razionalizzazione del sistema, senza però tagliare indiscriminatamente o spostare i servizi da un Comune all’altro prima di aver valutato bene i contesti in cui sono stati collocati fino ad oggi. È necessario pensare a una riorganizzazione efficiente, in modo da non arrecare danno a quello che ha funzionato finora e cercando, invece, di ridurre al minimo le spese inutili nell’ottica di una maggiore efficacia ed efficienza.

Spostare un servizio, infatti, significa spostare posti di lavoro e far venire meno le relazioni che si sono create da tempo nel territorio. I servizi di area devono essere un fiore all’occhiello del nostro territorio, a prescindere dal Comune in cui sono collocati”. “I cittadini – conclude Cardaioli – hanno diritto a risposte chiare e concrete anche in tema di sanità, visto che hanno già rinunciato ad avere ospedali nei singoli comuni per un ospedale centrale il cui futuro adesso è incerto.

In questo contesto, ci aspettavamo maggiori segnali dal consiglio comunale aperto che si è tenuto nei giorni scorsi presso l’ospedale di Nottola. Sappiamo che la situazione è difficile, ma adesso è il momento di fare chiarezza e di capire quale sarà la sorte di una struttura ospedaliera così importante per l’intera Valdichiana”. Grido d'allarme dei sindacati della Lunigiana per la paventata chiusura di diversi uffici postali e per la drastica riduzione del servizio di portalettere.

A lanciarlo sono i sindacati, collegati questo pomeriggio in videoconferenza dalla sede dell'Unione dei comuni e degli enti montani della Lunigiana con la sede regionale fiorentina e il presidente dell'Uncem, Oreste Giurlani. "Sono ben 30 le zone che verranno tagliate fra Aulla, Pontremoli e Carrara – ha spiegato Elisabetta Gabelloni della Cgil – Il recapito della posta già nelle condizioni attuali avviene con non pochi problemi, figuriamoci cosa accadrà con queste riduzioni.

Abbiamo già verificato che il mancato servizio della consegna del sabato ha creato disagi soprattutto per i paesi più piccoli. Poste italiane spa continua a parlare solo di tagli ma non presenta un vero piano industriale". "La strategia di Poste spa è chiara e le chiusure degli uffici andranno avanti. Forse riusciremo solo a ridurre il numero – ha sottolineato Oreste Giurlani – A livello regionale penso che si possa fare poco. Il governatore Rossi, con il quale mi sono incontrato ieri, ha chiesto un incontro all'ad di Poste.

Da almeno 5 mesi abbiamo dato la nostra disponibilità come enti locali a mettere risorse pur di salvare gli uffici ma Poste ha alzato un muro dicendo che gli uffici sotto certi parametri di economicità vanno comunque dismessi". Giurlani ha ricordato le numerose denunce dei mesi scorsi sul lungo elenco di disservizi nella consegna della posta e la necessità di una nuova mobilitazione: "Bisogna coinvolgere al massimo i cittadini ma, in generale, non sono ottimista – ha concluso Giurlani -. Se non interviene il governo si può fare poco.

E se si considera il ruolo svolto in passato da Passera non c'è da stare allegri". Alla videoconferenza hanno partecipato anche il sindaco di Aulla Roberto Simoncini, Florinda Musetti della Cisl e, in rappresentanza dei portalettere, Sandra Palladini e Rosanna Bartolini del centro di smistamento di Aulla. Roland Böer sale sul podio del primo concerto sinfonico in programma al 37° Cantiere Internazionale d’Arte: uno spettacolo pensato come una forma di protesta contro i tagli alla cultura.

La Sala Ex Macelli di Montepulciano torna a vibrare sotto il gesto vigoroso di Böer che dirige la Royal Northern College of Music di Manchester, orchestra residente per il quarto anno consecutivo. Si rinnova la sinergia con questi giovani musicisti inglesi che, di anno in anno, continuano a dimostrare il loro talento. Torna anche un grande interprete come Markus Bellheim che anche quest’anno sorprenderà il pubblico con la sua tecnica pianistica brillante. Un programma impegnativo che inizia con L’Idillio di Sigfrido di Wagner, per poi proseguire con un brano dell’ex direttore artistico del Cantiere, Detlev Glanert: il Concerto per pianoforte e orchestra n.

1 op. 27 suggella quindi il legame tra il compositore tedesco e la manifestazione poliziana. A seguire la Serenata Italiana in Sol Maggiore di Wolf e poi la celebre Sinfonia degli addii che Haydn scrisse in funzione di una vertenza degli orchestrali dell’epoca: una vicenda quanto mai attuale che testimonia tutte le difficoltà della cultura musicale. Gli orchestrali lasceranno il palco uno ad uno spegnendo una candela e rimarranno alla fine solo due violini: una dimostrazione allegorica del buio e del silenzio che si rischia di creare nell’irrimediabile situazione culturale dei nostri giorni.

"Lunedì l'assessore Petretto relazioni al consiglio comunale sulla vicenda degli swap. Occorre fare chiarezza e dire a che punto siamo, ma soprattutto quali sono le prospettive e le intenzioni di questa amministrazione". E' quanto afferma il gruppo fiorentino del PdL. "E' intenzione di questa amministrazione trovare una soluzione trattando con le banche? E quali sono i termini della trattativa? Ancora oggi troppe sono le incertezze sulla stipula dei contratti in derivati che pesano sulle casse del comune e sui fiorentini, occorre mettere un punto fermo.

Siamo seriamente preoccupati per le ripercussioni che potrebbe avere tutta la vicenda sul bilancio del Comune - ha aggiunto il capogruppo Marco Stella- , abbiamo sempre sostenuto che scommettere i soldi dei fiorentini era un vero errore, ora i fatti ci danno ragione. I dati oggi piu che mai sono preoccupanti, infatti dai resoconti mandati dagli uffici comunali emerge un dato inquietante, il mark to market ha raggiunto 68, 4 milioni di euro, una cifra mai toccata. Il mark to market, ovvero il 'costo corrente' dei derivati finanziari, ha registrato un vero e proprio record, ad aprile 2008 aveva un saldo negativo di 16,9 milioni di euro, a dicembre 2009 era diventato di 50milioni di euro,nel 2010 è passato a quasi 55milioni di euro, oggi scoprimo che supera i 68 milioni di euro.

Oltre al saldo negativo del mark to market, ogni anno l’amministrazione ci rimette milioni di euro in interessi passivi: nel 2009 abbiamo speso oltre 5 milioni di euro, nel 2010 oltre 10 milioni; nel 2011 più di 9 milioni di euro, e nel 2012 sono preventivati € 7.779.769,più di 30 milioni in quattro anni. Inoltre una relazione dell'avvocato Iaquinta ha steso per il Comune di Firenze una copiosa relazione, molto dettagliata dove denunciava come il Comune di Firenze avrebbe pagato dal 2006 ad oggi quindi missioni occulte complessive alle banche per 16.440.661 euro e oneri non dovuti per 7.087.585 euro.

Se sommiamo le commissioni occulte e gli oneri non dovuti, si arriva alla cifra di 23.528.246 euro di spese sostenute dal Comune di Firenze che avrebbero potuto benissimo essere risparmiate. Oggi- hanno concluso gli esponenti del gruppo PdL- dopo aver speso negli ultimi anni oltre 300mila euro in consulenze esterne volgiamo capire cosa succederà.. Quella degli swap è una vicenda complicata ma che ha una valenza politica ed economica. Abbiamo sempre sostenuto che l’amministrazione comunale avesse sbagliato a sottoscrivere gli strumenti derivati e soprattutto avesse sbagliato le modalità.

Ora si faccia chiarezza sulle responsabilità e sul futuro"

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