Forteto, c’è esigenza protezione lavoratori che hanno lasciato comunità

La commissione regionale d’inchiesta prosegue le audizioni. Mugnai: “Dalle istituzioni a garanzia del minore atteggiamenti quanto meno omissivi"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 luglio 2012 17:31
Forteto, c’è esigenza protezione lavoratori che hanno lasciato comunità

Nella cooperativa del Forteto lavorano circa quindici persone che hanno deciso di abbandonare la comunità, molti fanno anche parte dell’associazione vittime del Forteto. Ieri, nel corso della seduta della commissione regionale d’inchiesta sull’attività di affidamento dei minori a comunità e centri di accoglienza, che prosegue le audizioni a palazzo Panciatichi, si è confermata l'esigenza, già raccolta in altre audizioni ed emersa da più testimonianze, di tutelare quei lavoratori.

Le persone ascoltate hanno riferito alla commissione di essere oggetto di atteggiamenti ostili e di subire ora contestazioni anche pretestuose e richiami quotidiani sul lavoro. Il presidente della commissione Stefano Mugnai (Pdl) ha dichiarato: “Nel suo difficile lavoro, la commissione sta raccogliendo testimonianze dirette assolutamente sconcertanti su quanto per lunghi anni è avvenuto all'interno del Forteto, ma anche su come le istituzioni, che sarebbero state preposte a tutelare i minori dati in affidamento, abbiano per anni adottato atteggiamenti quanto meno omissivi rispetto ai loro doveri di controllo e di garanzia per il bene dei bambini affidati.

Per altro, all'interno della struttura vi sono ancora bambini in affidamento. Oltre ad assumere le testimonianze di quanto avvenuto in passato, stiamo continuando a ricevere segnalazioni che riguardano fatti di stringente attualità. Concernono il clima lavorativo ostile che all'interno della cooperativa si va determinando verso la quindicina di lavoratori che hanno deciso di lasciare la comunità e di denunciare le violenze subite. La commissione, senza perdere di vista il proprio mandato che riguarda le problematiche legate alle politiche dell'affido, ritiene doveroso segnalare alle autorità preposte quanto raccolto sul presente aspetto“.

“È importante che il lavoro della magistratura venga svolto speditamente –dichiara il vicepresidente Paolo Bambagioni (Pd) –, c’è un’esigenza di giustizia che non può essere messa a rischio da lentezze e rinvii”. Di più, ha aggiunto il vicepresidente a conclusione della seduta di ieri, “le istituzioni, le cui responsabilità, nell’aver permesso che tutto questo accadesse, emergono sempre più chiaramente, si attivino per fare in modo che queste persone siano assolutamente protette e per evitare, che dopo aver compiuto la scelta coraggiosa di distaccarsi dalla comunità e nella necessità di continuare a lavorare nella cooperativa, non si trovino nelle condizioni di subire altri soprusi e andare incontro a nuove difficoltà”.

Sia Maria Luisa Chincarini (Idv), che Dario Locci (Gruppo misto) e Monica Sgherri (capogruppo Fds-Verdi) hanno condiviso le proposte e chiesto che la commissione si attivi con il Tribunale dei minori e faccia richiesta di tutti gli atti relativi alle procedure di affido.

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