Teatro in Carcere, un successo senza precedenti

Grande successo per gli spettacoli ospitati nelle case circondariali di Prato e Sollicciano La rassegna ha coinvolto 15 compagnie con 130 attori, di cui 106 detenuti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 giugno 2012 15:47
Teatro in Carcere, un successo senza precedenti

Si è conclusa sabato 23 giugno 2012 la prima rassegna nazionale di Teatro in carcere. L’iniziativa è stata realizzata dal Coordinamento Nazionale teatro in carcere e dal Teatro Popolare d’Arte col sostegno della Regione Toscana - che da circa quindici anni investe su questo tipo di esperienze - il patrocinio del Ministero della Giustizia, del Ministero dei Beni Culturali e si avvale della collaborazione di Fondazione Sistema Toscana e di intoscana.it. Il cartellone di “Destini Incrociati” comprendeva, oltre ad una ricchissima proposta di spettacoli teatrali, mostre, presentazioni di film e incontri.

Un dato importante che rende l’idea dell’aspetto nazionale della rassegna è dato dal numero delle compagnie teatrali coinvolte: sono state ben 15 con 130 attori di cui 106 attori detenuti e 2 ex-detenuti. Gli spettacoli rappresentati sono stati 15 di cui 5 in anteprima nazionale. Ma parliamo di presenze e di pubblico: sono stati oltre 1400 gli spettatori degli eventi nelle case circondariali di Prato, Sollicciano e al Teatro delle Arti di Lastra a Signa (470 tra Sollicciano e Solliccianino, 150 a Prato, 800 al Teatro delle Arti).

Altri 360 spettatori hanno seguito la programmazione presso lo Spedale di Sant’Antonio di Lastra a Signa. Ben 300 gli ospiti presenti alla grande inaugurazione all’Odeon di Firenze alla presenza dell’assessore regionale alla cultura Cristina Scaletti e di Sergio Givone nella doppia veste di neo assessore alla cultura del comune di Firenze e membro della direzione artistica nella rassegna insieme a Gianfranco Capitta, Valeria Ottolenghi e Vito Minoia. Hanno partecipato al taglio del nastro anche Gianmarco D’Agostino regista di “Oggi voglio parlare”, Maria Pia Giuffrida, Provveditore toscano dell'Amministrazione penitenziaria della Toscana, Carmelo Cantone, direttore carcere di Rebibbia, Paolo Chiappini, direttore di Fondazione Sistema Toscana, lo scrittore Marco Vichi, il musicista Massimo Altomare, insieme ai registi Elisa Taddei (a Sollicciano) e Fabio Cavalli, regista nel carcere di Rebibbia. 14 i video proiettati di cui due in anteprima nazionale, 3 le mostre fotografiche e 2 quelle di scenografia.

Gli incontri in programma sono stati due e hanno visto la partecipazione di 300 persone. Chi si è perso qualche spettacolo e volesse rivedere le interviste ai protagonisti o il video integrale della rappresentazione, può consultare la pagina speciale creata ad hoc dalla redazione di intoscana.it (www.intoscana.it/teatroincarcere) nella quale già confluiscono gli aggiornamenti e tutti i video, anche integrali, degli spettacoli e le interviste ai protagonisti. Il Portale ufficiale della Toscana affianca da diversi anni la Regione nel progetto Teatro in Carcere.

La Toscana è infatti l’unica regione in Italia a sostenere un progetto coordinato “di rete” delle attività di spettacolo all’interno degli istituti penitenziari. Il Coordinamento Nazionale teatro in carcere ha voluto questa rassegna per far emergere più chiaramente sia l’importanza sociale che l’originalità del lavoro nelle carceri, in un momento in cui le crescenti difficoltà economiche rischiano di aggravare gli annosi problemi degli istituti di pena: sovraffollamento, carenza di personale, ritorno a un carcere prettamente esecutivo della pena, crescita del numero di detenuti stranieri e giovani.

In Italia il teatro in carcere si colloca per progettualità e tensione etica nel campo del teatro a funzione pubblica, in quella corrente originaria del teatro pubblico europeo che – nel corso del Novecento - cercava di praticare un teatro d’arte al servizio della comunità (si pensi a figure come Jacques Copeau e Jean Vilar). Il teatro in carcere partecipa di quei movimenti culturali che, dagli anni Sessanta in poi, hanno contribuito a portare il teatro fuori dai teatri, fuori dagli spazi canonici rimettendolo in relazione con la complessità crescente della nostra società.

Il programma della rassegna e informazioni utili anche su www.tparte.it

Notizie correlate
In evidenza