Pistoia: da lunedì 14 profughi africani a lavoro in un cantiere comunale

Si tratta di un progetto promosso dal Comune in collaborazione con Provincia e cooperativa SE.AF. I giovani svolgeranno lavori di giardiniere, operatore ecologico, muratore e imbianchino

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 gennaio 2012 21:14
Pistoia: da lunedì 14 profughi africani a lavoro in un cantiere comunale

Da lunedì 23 gennaio quattordici profughi, arrivati da Lampedusa a Pistoia lo scorso giugno, inizieranno a lavorare al Cantiere comunale. Saranno impegnati a tempo pieno come volontari per eseguire vari tipi di lavoro tra cui giardiniere, operatore ecologico, imbianchino e muratore. Il responsabile del Cantiere Renzo Caloffi sta preparando un programma di interventi che prevede, tra gli altri, la ripulitura di piazza San Francesco, del giardino di Monteoliveto e del parco della Rana.

I giovani verranno inseriti in squadre di lavoro coordinate dai capi tecnici e dallo stesso Caloffi. I ragazzi hanno un'età compresa tra i 20 e i 30 anni, sono originari del Gana poi emigrati in Libia per svolgere lavori di manovalanza. Dopo lo scoppio della guerra il gruppo decise di fuggire dal paese nordafricano per arrivare in Italia. La loro lingua è il ganese, ma parlano anche l'inglese. “Vogliamo dare la possibilità a questi giovani – dicono gli assessori al personale e al sociale Alberto Niccolai e Paolo Lattari - di sentirsi utili attraverso un lavoro che possa metterli in contatto con la città.

Si tratta di una bella possibilità per farli conoscere e poter promuovere così l'integrazione. Gli immigrati hanno accolto con entusiasmo questa iniziativa: per loro sarà una sorta di restituzione dell'accoglienza fino ad oggi ricevuta. Crediamo che questo progetto, uno tra i primi se non il primo a Pistoia, potrebbe fare da apripista per stimolare anche altri Comuni a intraprendere percorsi che possano portare a dare maggiore dignità, e senso di utilità e responsabilità a chi fugge da paesi poveri, spesso martoriati da conflitti per trovare un futuro migliore”. Da giugno i giovani africani sono ospitati nei locali dell'ex asilo di Spazzavento, di proprietà del Comune, gestito dalla cooperativa sociale SE.AF di Pistoia.

Essendo profughi la loro condizione giuridica non gli permette di lavorare ed avere uno stipendio, proprio per questo la loro collaborazione può essere solo a titolo gratuito. Per inserirli comunque in un contesto lavorativo è stata coinvolta la Provincia con i Centri per l'impiego, che sono stati in grado di inserire i ragazzi nelle liste dei disoccupati in modo che potessero essere tutelati sotto il profilo assicurativo. “Come Provincia - sottolinea il vicepresidente e assessore alle politiche del lavoro Roberto Fabio Cappellini - abbiamo accolto con grande interesse e disponibilità l'iniziativa promossa dal Comune di Pistoia, condividendone in pieno intenzioni e finalità.

Di fronte al dramma dei rifugiati e alla situazione di emergenza che ha interessato anche il nostro paese, la Regione Toscana prima e il territorio pistoiese poi hanno saputo fare la loro parte e dare esempio di un forte senso di responsabilità e di una concreta cultura dell'accoglienza. In questo contesto, credo che il progetto portato avanti su iniziativa del Comune, per coinvolgere gli stranieri richiedenti asilo in tirocini formativi, sia non solo un valido strumento di politiche improntate all'integrazione e alla coesione sociale, ma anche una buona opportunità a fini formativi e occupazionali.

Da parte nostra ci siamo attivati immediatamente e i nostri uffici tecnici, con il supporto del Centro Antidiscriminazione della Provincia, hanno anzitutto verificato la piena compatibilità degli stranieri richiedenti asilo con l'istituto del tirocinio”.

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