Fiori, il primo semestre visto da Pescia

In Flora Toscana il valore delle vendite sale grazie all’aumento dei prezzi di tutte le piante eccetto i fiori recisi in stelo, alla crescita del verde ornamentale e soprattutto alle maggiori vendite di mazzi nella grande distribuzione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 settembre 2011 19:24
Fiori, il primo semestre visto da Pescia

Firenze - In Flora Toscana il valore delle vendite sale grazie all’aumento dei prezzi di tutte le piante (anche in vaso) eccetto i fiori recisi in stelo, alla crescita del verde ornamentale e soprattutto alle maggiori vendite di mazzi nella grande distribuzione che compensano il –5% in valore degli steli. Cifre ancor più negative, -8% e rotti, per gli steli al Comicent, dove a calare meno, oltre al verde, sono le orchidee. Mentre entra nel vivo la decisiva stagione delle fiere dedicate a fiori, piante e dintorni, ecco una fotografia sullo stato di salute del commercio florovivaistico nel primo semestre del 2011 dalla postazione privilegiata di Pescia, la valle dei fiori.

E in particolare dal Comicent, il mercato dei fiori pesciatino, e dalla cooperativa Flora Toscana, leader italiana nella commercializzazione di fiori recisi e piante in vaso, anch’essa con sede a Pescia.Non si registrano novità sorprendenti rispetto al primo semestre del 2010, ma alcuni dati sono da sottolineare e sottoporre all’attenzione degli addetti ai lavori. Tenendo conto, ovviamente, del contesto economico generale tutt’altro che roseo e particolarmente difficile per un settore come il florovivaismo.Flora Toscana Il valore delle vendite di piante e fiori della cooperativa Flora Toscana è leggermente cresciuto nel primo semestre del 2011 rispetto al primo semestre del 2010, passando da un totale pari a 11 milioni e 221 mila euro circa a 11 milioni e 498 mila euro (più 277.041,00 € per la precisione, pari al +2,47%).

Ciò grazie alla capacità di aumentare leggermente il prezzo medio delle merci vendute, dato che queste sono in realtà un pochino calate per quantità rispetto all’anno scorso (-0,96%). Ma in questo quadro generale vanno segnalati alcuni fenomeni. Intanto, per quanto riguarda il fiore reciso, i buoni risultati delle vendite in mazzi (nella grande distribuzione) a fronte di un calo delle vendite in steli (presso i fioristi). Le vendite in mazzi sono infatti passate da un valore di 3 milioni e 591 mila circa a 3 milioni e 973 mila euro (+9,6%), con una crescita anche in quantità del 3,3%.

Mentre le vendite in steli, ancora la voce più importante del giro d’affari di Flora Toscana, sono calate del 4,95% in valore passando da 4 milioni e 927 mila euro circa a 4 milioni e 695 mila euro, anche se la quantità è diminuita “soltanto” dell’1,3%. Nel complesso il fiore reciso, sommando grande distribuzione e fioristi, perde lo 0,84% in quantità ma cresce dell’1,76% arrivando a un valore delle vendite totale di 8 milioni e 668 mila euro. Anche il comparto delle piante in vaso, vede una crescita del valore del 2,9% sul 2010 (+68.909 €), raggiungendo in termini assoluti i circa 2 milioni e 374 mila euro. Da notare infine il forte balzo in avanti sia per valore delle vendite (+32,61% pari a +65.347 €) che per quantità (+29,56%) del verde ornamentale, che però incide ancora pochissimo sul giro d’affari complessivo, trattandosi soltanto di poco più di 200 mila euro nel primo semestre del 2011 (su, come abbiamo visto, un totale di 11 milioni e 498 mila euro).

Non ci sono grandi cambiamenti sul fronte delle varietà di piante vendute. Solo nel comparto delle piante in vaso si è verificato un cambiamento di posizione nella top ten delle varietà (relativa alle produzioni dei soci toscani), con la Protea che sale al primo posto per valore del venduto (il 28,4% sul totale) scavalcando il Leucospermum (dal 33,3% al 23,6% sul totale) . Al terzo posto rimane la Hardenbergia (13,7%) e al quarto il Leucadendron (10,8%). Tra i fiori recisi, sempre relativamente alle produzioni regionali, le più gettonate restano la Zantedeschia (calla), con un valore pari al 43,7% del totale delle vendite, il limonium (14,2%) e il ruscus (13,4%).Comicent Qui i dati riguardano solo fiori recisi venduti in stelo.

E le performance, confermando il trend constatato in Flora Toscana, sono di segno negativo. Anzi in misura anche un po’ peggiore che nella cooperativa pesciatina. Stando infatti ai dati relativi ai primi semestri del 2010 e del 2011 forniti dall’ufficio statistiche del Comicent, secondo i nostri ricalcoli, si ha un calo del giro d’affari pari a -8,3%, che rappresenta una perdita di circa 3 milioni e 318 mila euro rispetto al primo semestre del 2010 [tabella 5]. Questa diminuzione del giro d’affari è percentualmente più alta del calo dei quantitativi venduti registrati, che è stato pari al -6,46%. Analizzando le varietà di fiori, si osserva che le rose, le più importanti sul piano sia simbolico che numerico, hanno avuto un risultato quasi perfettamente in media sul totale, con un –8% in valore pari a 1 milione e 151 mila euro circa in meno rispetto al 2010 [tabella 6].

Calo percentuale quasi identico per i crisantemi multiflori (il cui valore del venduto, in termini assoluti, si attesta adesso a 2 milioni e 533 mila euro circa). Peggio in termini relativi sono andate le vendite dei garofani, calati approssimativamente dell’11%. Ma ancora peggiori sono stati i risultati delle calle, -12% in valore nel totale, con una perdita inferiore per quelle di prima scelta (-7%) rispetto alle calle di seconda scelta (-29%): nella prima scelta c'è stato addirittura un aumento di quantità vendute, compromesso da un calo del prezzo del 10%; nella seconda invece c'è stato un calo dei volumi del 3/4% accompagnato da un crollo dei prezzi del 25%. Molto migliore invece il risultato delle orchidee, che con vendite pari a 2 milioni e 719 mila euro perdono “soltanto” l’1,9%.

Fra di esse spicca il risultato delle “Orchidee Cimbydium mini - prima stelo”, le cui vendite sono cresciute del 135% sull'anno precedente, grazie a un aumento del prezzo del 127% e ad un aumento del 7/8% dei volumi. Ma la voce che va meglio di tutte, anche al mercato di Pescia, è rappresentata dal verde ornamentale, che perde solo lo 0,8%, pari a 23 mila euro e spiccioli.Adesso non resta che vedere come andranno le cose nel secondo semestre, che è più rilevante del primo sia per la forte concentrazione di appuntamenti fieristici sia per il peso sulle vendite annuali di alcune importanti festività quali la festa di “Tutti i santi” e la “Commemorazione dei defunti” dei primi di novembre.

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