Poste Italiane ha deciso dal 23 luglio 2011, l’affidamento di alcune attività di recapito raccomandate e di servizi ausiliari a TNT Post Italia optando di internalizzare l’esecuzione di tali attività. Una decisione che ha determinato riflessi negativi sulla qualità del servizio, che è andata ormai oltre ogni tolleranza. La consegna di una raccomandata è diventata una iattura per tanti fiorentini. Poste Italiane si ostina a organizzare la consegna a domicilio soltanto la mattina, prevalentemente dal lunedì al venerdì, proprio quando in casa si trovano soltanto anziani, malati e puerpere.
E quelli che lavorano? Sono costretti a ritirare in cassetta la notifica di mancata consegna e a recarsi personalmente all'ufficio postale. Poco male se si trattasse dell'attesa in fila davanti ai pochi sportelli aperti. Il fatto è che le più recenti riorganizzazioni di Poste Italiane in città hanno ridotto il numero delle agenzie abilitate. Lo sa bene chi ha dovuto raggiungere l'ufficio di via Gemignani a Peretola per ritirare una raccomandata e, se gli è andata male, ci ha passato la mattina in coda.
Questo ufficio è l'unico che serve l'intero Quartiere 5 e per raggiungerlo alcuni devono anche prendere due autobus. Stesso discorso per i residente nella zona sud della città che adesso sono costretti a rivolgersi all'ufficio in via del Mezzetta (a Coverciano), dall'altra parte della città e a diversi chilometri di distanza da casa. L'unica alternativa, nel malaugurato caso in cui si trovi in cassetta l'avviso di mancata consegna di una raccomandata è utilizzare il servizio di recapito concordato, naturalmente a pagamento.
Poste Italiane ha infatti il coraggio di pubblicizzare Dimmiquando, il servizio che consente di programmare il giorno della settimana in cui vuoi ricevere la corrispondenza. E' possibile -come da sito internet ufficiale- ricevere la posta raccomandata e assicurata solo in un determinato giorno della settimana a propria scelta: dal lunedì al sabato al prezzo di € 15,60 all'anno. Triste dover pagare in più a causa del disservizio, una nuova tassa a favore di un’azienda a proprietà pubblica che nel 2010 ha conseguito oltre 1 miliardo di utili netti nel 2010 , ma sempre meglio che perdere mattinate di lavoro in coda. di Nicola Novelli