Cara cabina telefonica, addio

C’è preoccupazione per l’annunciata soppressione delle cabine telefoniche pubbliche, che presto rischiano di scomparire del tutto dai Comuni

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 giugno 2011 21:15
Cara cabina telefonica, addio

Firenze - C’è preoccupazione per l’annunciata soppressione delle cabine telefoniche pubbliche, che presto rischiano di scomparire del tutto dai Comuni. Ciò alla luce di una delibera dell'Agcom (pubblicata nella gazzetta ufficiale numero 77 del 2 gennaio 2010) che autorizza Telecom Italia a rimuovere i telefoni pubblici “in eccesso”: hanno l’obbligo di essere risparmiati solo quelli presenti negli ospedali, nelle scuole e nelle caserme. E allora in questi giorni si potrà iniziare a vedere affisso sulle poche cabine telefoniche pubbliche rimaste un grande cartello rosso con scritto: "Questa cabina sarà rimossa dal giorno" e una data. Il Presidente di UNCEM Toscana Oreste Giurlani e il presidente dell'Aduc Vincenzo Donvito esprimono preoccupazione per quelle realtà, quali i Comuni montani, nei quali il telefono pubblico resta spesso un servizio essenziale, soprattutto considerando il fatto che la rete di telefonia mobile non sempre garantisce la totale copertura ai territori.

Per questo motivo Giurlani ha scritto una lettera a tutti i 168 comuni montani, che come UNCEM rappresenta, per chiedere che venga fatto un quadro complessivo della presenza e dell’effettivo utilizzo delle cabine telefoniche presenti, ed ha inoltre chiesto un incontro con l’Agcom per esaminare attentamente la situazione. E’ importante per tutti i cittadini sapere che, entro 30 giorni dall'affissione del cartello di rimozione sulla cabina, sarà possibile scrivere una e-mail all'indirizzo cabinatelefonica@agcom.it per sospenderne la rimozione.

“Se pensiamo che tale provvedimento rientra nel complessivo quadro di tagli generali che rischiano di non garantire più i servizi essenziali ai cittadini dei piccoli Comuni, e qui penso anche ai servizi postali, alle scuole, alle farmacie, ecc., desta ancora più preoccupazione per il futuro delle zone rurali. Bisogna pensare che va salvaguardata soprattutto la fascia di popolazione più fragile, prima di tutto agli anziani, che in questo tipo di servizi trova la soluzione più accessibile alle proprie esigenze.

E’ per questo che l'UNCEM Toscana ha chiesto che venga fatto un monitoraggio nei singoli territori per delineare un quadro preciso della situazione e trovare possibili soluzioni. Mentre l'Aduc ha preannunciato un esposto per interruzione di pubblico servizio: quello di Telecom Italia, in virtù del contratto di servizio che questo gestore ha con lo Stato, deve garantire l'uso base della telefonia ovunque, non solo nelle case degli abbonati; se questo ovunque nelle zone montane non è possibile per assenza o presenza precaria dei segnali della telefonia mobile, non ci sono alternative alle pubbliche cabine”.

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