Occupano locali in via Slataper, in 70 chiedono asilo

Settanta i rifugiati politici e richiedenti asilo che domenica 29 maggio hanno occupato il locali dello stabile di via Slataper a Firenze. Cospe: “Responsabilità delle istituzioni, impegno di tutta la società civile”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 maggio 2011 20:36
Occupano locali in via Slataper, in 70 chiedono asilo

Firenze - Sono circa 70 i rifugiati politici e richiedenti asilo che domenica 29 maggio hanno occupato il locali dello stabile di via Slataper, 6 a Firenze. Tra loro, tutti di nazionalità somala, eritrea ed etiope, 16 donne e 6 bambini. Si tratta di persone che scappano da paesi in guerra e realtà difficili con conflitti in corso e a cui lo status di rifugiato consente, secondo direttive europee, di avere un sussidio e accoglienza. “Invece – si legge in una nota di 'Cooperazione per lo Sviluppo dei Paesi Emergenti - ancora nonostante le molte richieste e i molti disagi il gruppo continua a denunciare indifferenza delle istituzioni, a vagare da un luogo all’altro e a subire sgomberi forzati come è accaduto la scorsa settimana nel piazzale dei bambini di Beslan, di fronte alla Fortezza da Basso, dove era stata approntata una tendopoli di fortuna.

Una risposta quella degli sgomberi che non risolve il problema e che non persegue la linea della accoglienza civile e solidale che ci ha distinti, come Regione, nel caso dei migranti tunisini sbarcati a Lampedusa e accolti in vari comuni toscani. Riteniamo che ancora una volta siano tutte le istituzioni toscane a prendere in carico la questione e non sia un unico Comune come quello di Firenze a fronteggiare il caso dei rifugiati. Chiediamo dunque che sia la Regione a convocare un tavolo di concertazione e negoziazione con i rappresentanti dei rifugiati, l’ANCI che gestisce lo SPRAR (servizio di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) e se necessario facilitatori di associazioni che come noi lavorano ai diritti di cittadinanza e con le associazioni locali di migranti.

Sarebbe inoltre utile analizzare caso per caso le storie delle persone che stanno richiedendo alloggio e sistemazione degna, come è loro diritto, per poter stabilire priorità e differenti risposte alle diverse esigenze. COSPE, data anche la vicinanza di sede con lo stabile occupato, si è reso disponibile a ospitare tavoli di dialogo con istituzioni e anche con i vicini e il quartiere per mantenere la situazione calma e pacifica come è stato finora”.

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