Coldiretti, una legge regionale sull'agriasilo

A Firenze grande partecipazione per l’Agriasilo Day. Coldiretti chiede alla Regione Toscana una legge che disciplini l’agriasilo: + 20-30% di reddito per le aziende-agriasilo. Centinaia di bambini in lista di attesa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 marzo 2011 20:07
Coldiretti, una legge regionale sull'agriasilo

Firenze - Una legge chiara, semplice, veloce e che si adatti alla realtà toscana per disciplinare l’opportunità, per le aziende agricole, di affiancare, alle tradizionali attività, anche la possibilità di attrezzare la struttura per ospitale l’agriasilo. E quindi, i bambini. E’ la richiesta ufficiale avanzata da Coldiretti (info su www.toscana.coldiretti.it) alla Regione Toscana in occasione dell’”Agriasilo Day”, l’incontro promosso dall’organizzazione agricola che si è tenuto questa mattina a Firenze per promuovere, a livello regionale, una delle forme più innovative e originali di multifunzionalità che in alcune regioni del Nord Italia stanno avendo un notevole successo.

Ancora sprovvista di strutture, la Toscana potrebbe entro l’anno dotarsi una legge che prima di tutto preveda, e secondariamente disciplini, l’attività di asilo nido e materno all’interno delle aziende agricole. Una possibilità che stanno aspettando decine di imprese agricole dirette principalmente da imprenditrici di età media tra i 20 e i 30 anni. E spesso si tratta di mamme. “In tutte le province della Toscana – ha spiegato il Presidente Regionale Coldiretti, Tulio Marcelli – e lo dimostra la grande partecipazione all’agriasilo day, c’è un grande fermento.

Sono decine le aziende interessate, e che potrebbero, una volta che la Toscana avrà una legge ad hoc, ospitare i bambini. Ma sono circa un centinaio quelle che oggi sono arrivate a Firenze per capire se sarà possibile, e con quali forme e strumenti. La velocità dell’apertura di queste strutture, e il volano economico che ne potrà derivare, è direttamente proporzionale alla difficoltà di poterli aprire e dalle norme necessarie per disciplinarlo. La dove c’è l’agriasilo, c’è un’attività agricola, e questo è bene rimarcarlo.

Gli agriasilo esistenti in Italia, attualmente una decina, hanno consentito all’azienda di incrementare il suo reddito anche nella misura del 20-30%. Anche la Toscana può essere all’avanguardia ma abbiamo bisogno di una legge chiara, semplice e non vessatoria”. A confermare l’impegno della Regione Toscana per lavorare in questa direzione è l’Assessore Regionale all’Agricoltura, Gianni Salvadori che durante il suo intervento ha promesso che “la Toscana lavorerà in questo senso – ha spiegato – cercando di ampliare la riflessione a tutte le problematiche sociali.

Abbiamo una legge sull’agricoltura sociale, e credo sia arrivato il tempo di dotarla di gambe”. Salvadori ha ribadito che “la legge deve rispondere alle problematiche del territorio” precisando che “l’agricoltura può dare risposte di carattere sociale” in particolare in quelle “aree marginali e montane, dove l’assenza di servizi all’infanzia produce lo svuotamento dei centri abitati e disincentiva la presenza delle famiglie. L’agriasilo può essere uno strumento per riportare le famiglie nei centri montani”.

Ma Agriasilo significa fare passo verso la multifunzionalità e verso l’innovazione. “L’Agriasilo è la risposta ad un bisogno sociale – ha spiegato Maria Cristina Rocchi, Responsabile Coldiretti Donne Impresa Toscana – che ci è manifestato dalle famiglie. Ci sono comuni in Toscana con liste di attesa lunghe e famiglie che hanno difficoltà a far conciliare i tempi del lavoro e della vita; ci sono mamme che hanno difficoltà a mantenere il lavoro per accudire i figli e che sono costrette ad affidarli ai nonni.

Possiamo dare una riposta importante a queste famiglie”. I numeri delle esperienze fin’ora realizzate in Italia parlano di aziende che con l’agriasilo hanno incrementato del 20%, anche del 30%, il proprio reddito. “In Italia – ha spiegato Silvia Bosco, Segretaria Nazionale Coldiretti Donne Impresa – solo il 44% dei bambini può usufruire dei servizi all’infanzia. Significa che c’è una parte consistente della popolazione che non ne usufruisce e che è destinata ad aumentare con le famiglie straniere.

Le famiglie – ha analizzato alcuni straordinari dati – sono disposte a percorrere anche fino a 30-40 km per mandare all’agriasilo i figli, e a pagare una retta in linea con le rette pubbliche. Ovvio, servono gli strumenti normativi – ha concluso – per farli decollare e una sinergia tra pubblico e privato che non significhi ostacolare ma incentivare una forma di agricoltura che guarda al sociale e ai bisogni della nostra società”. «Finalmente anche Coldiretti chiede norme precise sugli agriasili.

Noi della Lega Nord sono mesi che ci stiamo battendo su questo punto, forti anche della nostra mozione votata in maniera favorevole all’unanimità. Visto che la Giunta ha recepito la nostra mozione, la invitiamo a creare con una certa velocità una normativa ad hoc». È il commento di Antonio Gambetta Vianna, capogruppo della Lega Nord Toscana e membro della commissione Agricoltura.

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