Il prossimo anno 917 cattedre in meno

L’assessore provinciale all’Istruzione: “Disponibili a valutare la situazione”. Secondo Uncem toscana sono a rischio 40 sezioni nei comuni montani

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 marzo 2011 19:15
Il prossimo anno 917 cattedre in meno

Firenze - “La notizia dei 917 insegnanti in meno il prossimo anno in Toscana è purtroppo la conferma di quanto avevamo detto qualche giorno fa – ha dichiarato l'assessore provinciale all'Istruzione Giovanni Di Fede riguardo ai tagli annunciati questa mattina dall’Ufficio scolastico regionale per il prossimo anno scolastico in Toscana -, al momento della presentazione delle iscrizioni per l’anno scolastico 2011/2012. Ovviamente il numero preciso sul taglio delle scuole superiori in provincia non siamo in grado di farlo, ma sarà difficile immaginare la possibilità di un’ulteriore ridimensionamento delle cattedre”.

“Aspettiamo di essere coinvolti dall’Ufficio scolastico regionale – ha concluso l’assessore Di Fede –, in modo tale che, nell’ambito delle rispettive competenze, venga raggiunto una situazione di compromesso perlomeno accettabile, riconoscendo la sensibilità e l’attenzione della dottoressa Palamone sull’argomento”. “Se nel prossimo anno scolastico si perderanno 35-40 sezioni di scuola dell’infanzia nei centri montani, sarà un altro duro colpo per il territorio”, fanno sapere dall’Unione nazionale dei Comuni montani, sentita questa mattina dalla commissione Cultura del Consiglio regionale, che ha espresso forte preoccupazione in vista della riorganizzazione delle classi determinata dalla recente riforma della scuola.

“Il Ministero dell’istruzione ha garantito, mediante un’intesa con Uncem, il mantenimento del plesso scolastico nelle zone montane – hanno spiegato i rappresentanti di Uncem toscana in commissione -, ma non ha previsto deroghe per la composizione delle sezioni della scuola dell’infanzia. Da un monitoraggio sul territorio, sono circa 40 le sezioni a rischio perché non raggiungeranno il numero minimo richiesto di 18 bambini”. Di qui, l’allarme trasmesso alla commissione consiliare, per il mantenimento di “un presidio imprescindibile per i Comuni montani” e per “garantire ai bambini il percorso formativo e la continuità didattica, almeno per la scuola dell’infanzia e la scuola primaria”. “Le scuole nei piccoli centri di montagna rappresentano un punto essenziale per la sopravvivenza e la prosperità del territorio – ha dichiarato Nicola Danti, presidente della commissione Cultura -, a cominciare dalla presenza della scuola primaria in tutte le zone non densamente popolate.

È necessario che siano mantenuti i servizi essenziali e che vengano previste deroghe di carattere generale: per questo, propongo alla commissione di lavorare alla stesura di un testo condiviso da tutte le forze politiche per una risoluzione del Consiglio regionale. Una risposta importante potrebbe giungere dal progetto ‘0-6 anni’ – ha aggiunto Danti -, che sarà uno dei progetti strategici del Piano regionale di sviluppo e potrà dare risposte risolutive attraverso una forte integrazione dei servizi tra prima infanzia e scuola materna” “Molto rumore per nulla – ha dichiarato Tommaso Villa, consigliere regionale Pdl -.

I dati sulla riduzione delle cattedre emersi oggi son ben noti da tempo, in quanto conseguono, come ha detto la dottoressa Palamone, ad un decreto risalente al 2008. Un decreto di riorganizzazione senza il quale il sistema scuola avrebbe rischiato e rischierebbe il tracollo. E’ bene precisare che non siamo di fronte a tagli indiscriminati, ma collegati alla variazione del numero di iscrizioni degli studenti. E la Toscana è la regione che, eccezion fatta per l’Emilia Romagna, ha subito la riduzione minore.

Resta infine da dire che l’allarme lanciato dalla Cisl riguardo ai tagli al personale Ata appare immotivato in quanto ancora non si conoscono i dati sulla riduzione del personale non docente”.

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