Aeroporto. Pdl: ''La Regione ed il Comune sono ancora fermi''

Presentata l'idea di un Polo aeroportuale unico tra Firenze e Pisa con un target differente di utenti. Un diverso orientamento della pista permetterebbe nuovi orizzonti. "C'è possibilità di crescita a patto di risolvere il nodo del PIT"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 febbraio 2011 14:11
Aeroporto. Pdl: ''La Regione ed il Comune sono ancora fermi''

"Comune e soprattutto regione Toscana sono fermi alle valutazioni promesse sulla risistemazione dello scalo" denunciano Torselli, Stella e Nascosti (Pdl) Il consigliere comunale fiorentino Torselli auspica un progetto di ampliamento rivolto all'ammodernamento dello scalo, partendo da un tavolo unico di confronto politico. "Sull'Aeroporto di Firenze c'è una sinergia tra noi - spiega Marco Stella - a livello provinciale, comunale e regionale. Abbiamo messo in fila i dati ed è vero che l'Aeroporto lo fa la pista ed i passeggeri, ma esistono anche le destinazioni e noi abbiamo 3 destinazioni nazionali contro le 10 di Pisa e le 11 di Bologna.

Per quanto riguarda quelle internazionali abbiamo 17 scali previsti nei piani di volo, mentre Pisa con 25 e Bologna con 58 ci superano abbondantemente. Da qui anche il numero di passeggeri che si presenta in rapporto diretto con l'offerta dei voli" "Ne risente non solo il territorio ma anche il fatturato - prosegue Stella - non potevamo perdere un vettore come Meridiana, è subentrato un soggetto che avrebbe dovuto modificare i sistemi, ci domandiamo ora cosa abbia portarto il soggetto para-pubblico, l'Ente Cassa di Risparmio, al sistema, visto che le azioni sono calate mentre l'idea era di portare nuova linfa e nuovo slancio.

Una scelta spregiudicata quella di lasciare da parte il PIT per aspettare la vendita del pacchetto azionario, ci domandiamo quale prospettiva di operatività abbia allora l'azionista. Chi deciderà il PIT, l'azionista o la Regione?" "Per recuperare competitività e numeri - prosegue Nicola Nascosti - occorre potenziare definitivamente lo scalo, non aspettare di vedere cosa accade, perché spiegatemi, cosa significa dover attendere l'intervento di terzi, che se il PIT non piace non si vende e se invece si vende è perché la scelta è favorevole all'acquirente?.

Da qui la necessità di dare una risposta veloce e certa alla variante al PIT, perché dal punto di vista infrastrutturale siamo arretrati e non possiamo integrarci con Pisa guardando a Bologna come modello. La variante prospettata da Enrico Rossi è un passaggio fondamentale, prima di partire con la gestione finanziaria che è apparsa piuttosto lacunosa, e sono anche operazioni economiche che andrebbero concertate diversamente, con i soggetti interessati" "Il 18 febbraio ufficializzeremo la nostra posizione in merito a Sesto Fiorentino - concludono - al fine di sollecitare, di richaiamare la politica regionale sul PIT.

E' la Regione Toscana che ha la partita in mano"

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