Conforto religioso nelle Asl: ci costa 2.150.000 euro all'anno

Il Gruppo consiliare Federazione della Sinistra/Verdi presenta i dati: 77 assunti in Toscana, mentre siamo sotto organico per gli infermieri e si pensa di alzare i ticket ai cittadini. Udc: "No a attacchi pretestuosi. Altri i problemi"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 ottobre 2010 14:26
Conforto religioso nelle Asl: ci costa 2.150.000 euro all'anno

Settantasette assunti a tempo indeterminato dalle Asl di tutta la Toscana, scelti dai vescovi cattolici e pagati con i soldi pubblici, per una spesa complessiva di 2.150.000 euro l’anno, tra stipendi e oneri accessori, più "108 mila euro per la pensione integrativa di 10 suore delle oblate", come recita lo schema realizzato dalla Giunta Regionale Toscana stessa, fornendo i dati richiesti tramite interrogazione dal Consigliere Regionale Mauro Romanelli (FdS/Verdi). E proprio oggi, il gruppo FdS/ Verdi, con la Capogruppo Monica Sgherri e Mauro Romanelli, presenta questi dati in Conferenza Stampa: "Sono dati che parlano chiaro, e si commentano da soli - affermano Sgherri e Romanelli - oltre due milioni di soldi pubblici per assumere personale scelto dai Vescovi, mentre si pensa di alzare il contributo dei cittadini per l'accesso alle prestazioni sanitarie, e Aziende come Careggi e non solo sono sotto organico riguardo al personale infermieristico, parte del quale vive condizioni di precariato”.

"Chiediamo il blocco immediato di questa Convenzione e di queste assunzioni, dando mandato alla Giunta e all'Assessorato di rivisitare gli accordi, con la linea d’indirizzo innanzitutto di estendere la Convenzione a tutte le altre confessioni religiose, cristiane non cattoliche e non cristiane, oltre che alle sensibilità laiche, agnostiche e atee, ma soprattutto di eliminare qualsiasi elemento di assunzione e retribuzione: queste attività devono essere assolutamente volontarie, fatte da persone veramente motivate, a tutela dei diritti anche spirituali del paziente".

"A chi di noi, infatti, farebbe piacere, nel momento della massima debolezza e fragilità, sapere che chi ti sta consolando lo fa a pagamento, per lavoro? Molto meglio sapere che lo fa volontariamente, con vera, profonda e disinteressata convinzione". "Nessuno contesta, infatti, il diritto all'assistenza spirituale, vogliamo anzi estenderlo anche a beneficio di chi non è cattolico, ma questo non può diventare un elemento di privilegio, un modo per trovare un lavoro e uno stipendio, sottraendo risorse alla sanità pubblica e possibile lavoro a infermieri precari o disoccupati".

"Nella risposta dell'assessore Scaramuccia è apprezzabile - concludono i due Consiglieri - l'apertura sul tema del pluralismo, ovvero dell'apertura ad altre religioni e al mondo laico, ma manca una risposta sul tema del volontariato, che è fondamentale”. “Ci sembra pretestuoso il perdurare della pseudo-denuncia contro il presunto scandalo dei sacerdoti in corsia -dichiara il capogruppo Udc in Consiglio Regionale della Toscana Giuseppe Del Carlo- Puntare il dito contro quelle poche persone che ogni giorno portano conforto spirituale e non solo ai pazienti negli ospedali toscani ci sembra una provocazione evitabile.

I mali e gli sprechi della sanità regionale sono ben altri, come i costi che le famiglie devono affrontare per assistere i propri anziani, le liste di attesa, le carenze organizzative. Puntiamo l'attenzione su questi problemi senza fissarsi sul conforto spirituale che in molti casi è un aiuto anche alla terapia”.

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