L’autovelox di viale Etruria avrebbe fruttato 4,5 milioni in tre mesi

Continua a tenere banco la vicenda dell'autovelox in viale Etruria, autovelox che dalla notizie emerse durante il Consiglio comunale di ieri in Palazzo Vecchio, dal 21 giugno ad oggi ha accertato 44.364 violazioni.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 ottobre 2010 14:54
L’autovelox di viale Etruria avrebbe fruttato 4,5 milioni in tre mesi

Continua a tenere banco la vicenda dell'autovelox in viale Etruria, autovelox che dalla notizie emerse durante il Consiglio comunale di ieri in Palazzo Vecchio, dal 21 giugno ad oggi ha accertato 44.364 violazioni, il 40% circa del globale delle violazioni rilevate dalle altre postazioni sull’intero territorio comunale di Firenze. Ed oggi pubblichiamo due interventi inviati alla nostra Redazione. “Gentile comandante -si legge in una lettera aperta al comandante della Polizia Municipale, scritta dal giornalista Riccardo Catola, che rendendo pubblico il suo caso personale ha innescato la polemica- non senza stupore e grazie all’interrogazione del consigliere Michele Pierguidi, oggi è possibile sapere dalla stampa i dettagli della sistematica rapina ai danni degli automobilisti, in atto attraverso l’ormai tristemente noto autovelox di viale Etruria.

Dalle sue risposte, signor comandante, è infatti possibile evincere alcune verità: 1) le 44.364 multe connesse a quell’autovelox a partire dal 21 giugno, ossia in appena tre mesi, rappresentano probabilmente un record mondiale e non costituiscono solo il 40% dell’intero pacchetto di infrazioni registrate in città, ma sono la prova evidente, la pistola fumante, di un preciso quanto illecito progetto vessatorio, consapevole o meno, ai fini di far cassa. A una media stimabile in euro 100 a multa, questo solo autovelox ha fruttato infatti al Comune ben euro 4,5 milioni in appena 3 mesi.

Un affarone; 2) da chi il progetto, se progetto c’è, sia stato ideato si può solo ipotizzare. Quello che però è certo, signor comandante, è che lei lo difende a spada tratta. Noi dobbiamo prestarle fiducia, ma invece di ammettere un’evidenza fin troppo evidente, lei mette in gioco la sua credibilità, giacché le sue affermazioni sono clamorosamente contraddette da centinaia di testimonianze e soprattutto da foto e filmati trasmessi perfino dal TG Rai. Quell’autovelox, si rassegni, è proprio dietro a un palo della luce.

E il cartello che dovrebbe segnalarlo è proprio dietro ad altri cartelli, a uno stendardo pubblicitario e al palo che lo sorregge. Tentando di rassicurare i fiorentini sostenendo (sic) “che l’autovelox è regolarmente segnalato e visibile”, lei ci fa purtroppo dubitare della serietà delle vostre verifiche. Regolarmente? Per cortesia, può specificare in quale punto del Codice della Strada si dice che gli autovelox possono essere posizionati dietro a un palo della luce? E dove che i cartelli di segnalazione vanno messi dietro altri cartelli e stendardi pubblicitari? Forse c’è scritto e non ce ne siamo accorti, dunque se ce lo indica fa opera di chiarezza sacrosanta e definitiva.

3) lei sostiene anche che quell’autovelox è stato messo proprio in quel punto dopo tre incidenti mortali. Questi eventi risalgono però al 2009 e al 2008, mentre l’autovelox è entrato in funzione solo negli ultimi mesi. Ritardo a parte, che tipo di deterrenza può esercitare se è nascosto dietro a un palo? C’è però almeno un’altra questione inaccettabile. Le multe vengono recapitate solo dopo mesi. E’ mai possibile, con mille vigili ai suoi ordini e per di più nell’era del computer? Indipendentemente dalla data dell’infrazione, le multe sono state tutte da Voi lavorate il 26 agosto e recapitate in blocco solo a metà settembre.

Questo, lei capisce, non consente agli automobilisti di rendersi conto in tempo. Il risultato è che molti ricorderanno questa estate per essersi rovinati senza saperlo: colti da quell’autovelox anche in decine di infrazioni, spesso per pochissimi kmh in più, con conseguenze di migliaia di euro e il sicuro ritiro della patente”. “Signor comandante, occorre evidentemente un’amnistia plenaria - termina la sua lettera Riccardo Catola -. E sarebbe bello e giusto se l’iniziativa venisse proprio dal Comune”. “L'autovelox in viale Etruria – fanno sapere dall'Aduc - è a nostro avviso mal segnalato e per questo le contravvenzioni possono essere impugnate presso il giudice di pace.

Non solo l'apparecchio è posizionato ad arte dietro un palo della luce, ma soprattutto il segnale di preavviso, già poco visibile perché di dimensioni minime, è circondato da segnaletica e striscioni che, per dimensioni, posizionamento e colori, ne impediscono, o quantomeno ostacolano gravemente, l’avvistamento”. “La normativa - aggiungono dall'associazione dei consumatori - prevede infatti che le postazioni di controllo della velocità debbano essere 'preventivamente segnalate e ben visibili', e la segnaletica debba essere 'realizzata e collocata in modo da essere facilmente avvistabile e riconoscibile'.

L'elevatissimo numero di contravvenzioni accertate con quell'autovelox, oltre 44mila in poco più di tre mesi, dimostra se non altro che questi criteri sono stati ignorati dall'amministrazione comunale, evidentemente interessata a far cassa più che a promuovere la sicurezza stradale”. “Ricordiamo anche che i molti cittadini che hanno ricevuto più multe dallo stesso autovelox, possono ricorrere al giudice di pace per chiedere il cumulo in un'unica sanzione” concludono dall'Aduc.

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