Artigianato fiorentino: i vagoni sono pronti, manca la locomotiva

L’artigianato fiorentino sembra aver imboccato la via del rientro dalle punte negative del 2009, ma sono ancora rilevanti le perdite subite nel primo semestre del 2010.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 settembre 2010 15:24
Artigianato fiorentino: i vagoni sono pronti, manca la locomotiva

Dai risultati dell’indagine congiunturale dell’Osservatorio Regionale Toscano sull’Artigianato, realizzata da Unioncamere Toscana con Regione Toscana, CNA, Confartigianato Imprese e Cgil, Cisl e Uil e il supporto tecnico di Irpet, il primo semestre 2010 si chiude con un arretramento del fatturato in provincia di Firenze del -8,9% (lievemente inferiore al corrispondente dato regionale: -9,8%); particolarmente toccato da questo calo il settore edile (-13,5%), seguito da servizi (-7,2%) e manifatturiero (-6,8%).

La dinamica recessiva dell’edilizia propaga i suoi effetti anche sul versante occupazionale, contribuendo così alla variazione negativa (-1,4%) del numero di addetti (-0,1% il dato medio regionale, quest’ultimo distribuito tra 1,4 delle imprese con 1-5 addetti e -1,5 per quelle con 6 addetti e oltre). Da tenere conto, circa la dinamica occupazionale, che la dicotomia tra piccole-micro imprese da una parte, e le più strutturate dall’altra, nasconde una dinamica più complessa in quanto per le micro la diminuzione di addetti ne sancirebbe con molta probabilità la scomparsa dal mercato; pertanto il contributo che esse forniscono al mantenimento dei livelli occupazionali può accompagnarsi anche a condizioni di debolezza sempre maggiori.

La flessione ha interessato anche la produzione (-28,1% saldo aumenti/diminuzione percentuali). In generale, si intravedono alcuni timidi segnali che possono indurre a sperare in una seconda parte dell’anno più dinamica, soprattutto se le imprese artigiane riusciranno a trarre beneficio tanto da un eventuale consolidamento della crescita delle esportazioni (+5,7% l’incremento in provincia nel primo trimestre 2010) che, però, incidono a livello regionale solo per il 7% del fatturato, quanto da un’inversione di tendenza nella dinamica dei consumi locali (che, invece, rappresenta quasi l’80%).

Incoraggiante in questa direzione il dato sulla percentuale di imprese che dichiara di avere investimenti in corso (12,5%, in linea col dato regionale attestato al 12,4%), il doppio rispetto a quello rilevato per lo stesso periodo del 2009. Le aspettative per il secondo semestre lasciano così intravedere una timida maggioranza di ottimisti (+1,7% il saldo tra aumenti e diminuzioni circa l’andamento previsto sul fatturato, -0,6% il dato toscano), che denota così un atteggiamento sensibilmente diverso da quello dello scorso anno quando, per lo stesso indicatore, era addirittura sceso al -19%.

L’andamento complessivo della seconda parte dell’anno, però, potrebbe essere depresso o frenato dal pessimo risultato degli ordinativi nel primo semestre (-38,5%, relativamente al saldo tra dichiarazioni di aumento e diminuzione, -41,3% in ambito regionale). I dati inerenti la demografia imprenditoriale si prestano a una doppia lettura; rispetto al primo trimestre, si percepisce una ripresa degli stock e una maggiore vivacità sul fronte delle iscrizioni ma, dal confronto su base annua, emergono segnali più preoccupanti: -1,7% lo stock di imprese artigiane (da 31.882 a 31.347, -0,2% il dato regionale) e ridimensionamento della loro incidenza sul totale di imprese attive iscritte al Registro delle Imprese (dal 33,9% al 33,4%).

In particolare in un anno due settori hanno patito un forte calo in termini di consistenza numerica: il manifatturiero (-2,8%) e il trasporto di merci e magazzinaggio (c.d. logistica -6,4%). Percentualmente inferiore, ma significativo, il calo delle attività edili (-1,8%); tra le specializzazioni del comparto produttivo più significative in termini di consistenza numerica, arretrano metallurgia (-2,3%), meccanica (-2,1%, al cui interno l’elettronica cala del -2,4% e la meccanica in senso stretto del -2,9).

Il comparto della moda, invece, tiene nel suo complesso (-0,1%). Altri settori di dimensioni minori scontano andamenti più pronunciati: mezzi di trasporto (-6,5%), stampa (-4,2%), legno-mobili (-3,4%), vetro, ceramica e lapideo (-6,2%) e orafo (-8,4%). Sempre positiva, invece, la dinamica dell’alimentare, che anche in questi dodici mesi matura un soddisfacente +2,1%. Nota metodologica. L’indagine congiunturale sull’artigianato toscano fornisce stime relative all’evoluzione di fatturato, addetti e programmi d’investimento con un dettaglio di 13 settori e 10 province.

Il rapporto completo è disponibile online sul sito www.tos.camcom.it o sull’area Toscana del portale www.starnet.unioncamere.it.

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