Renzi contro Bersani: ecco perché

Le ragioni della guerra: "Pd da solo" contro "Nuovo Ulivo". Oggi a Firenze il segretario nazionale del partito ha partecipato all'inaugurazione della nuova casa dei Democratici

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 settembre 2010 23:09
Renzi contro Bersani: ecco perché

di Marco Bazzichi Se il Pd correrà da solo, ci saranno le primarie al suo interno per scegliere il candidato da opporre a Berlusconi. Altrimenti, se si rilancerà l'Ulivo, ci saranno le primarie di coalizione, e, da regolamento del Pd, sarà automaticamente candidato il segretario nazionale. Nel disprezzo del sindaco Matteo Renzi verso la dirigenza del suo stesso partito, si cela anche questa partita. A svelarlo, forse senza volerlo, è il presidente Rossi, che richiama l'attenzione sull'articolo 18 dello statuto del Partito Democratico.

In questo modo, si può dire che il pendolo tra un Pd che si presenti da solo e il Nuovo Ulivo oscilla su Firenze. Tra il sindaco di Firenze, acerrimo nemico di ogni ipotesi di alleanza fuori dal partito, e la dirigenza nazionale del Pd, è sempre più aria di sfida. La sfida, soprattutto, è lanciata da Matteo Renzi che, dopo le dure critiche a Veltroni, D'Alema e Bersani dei giorni scorsi (“sono da rottamare”) nelle due occasioni odierne, dove è intervenuto il segretario nazionale del Pd, non ha fatto niente per calmare le acque.

Al contrario, Renzi a questo punto promette che alla prossima assemblea nazionale del Pd sosterrà le proprie posizioni, “anche a costo di finire in minoranza”. All'inaugurazione della nuova sede fiorentina del Pd, il sindaco ha evitato di intervenire pubblicamente, e neanche nelle dichiarazioni alla stampa ha abbassato i toni: “capisco l'affetto alla ditta -ha detto Renzi, riferendosi a una battuta di Bersani- ma se andiamo avanti così la ditta rischia di fallire”. Quanto alla festa del Pd, Renzi era assente.

Da tempo, il sindaco non risparmia parole e commenti dure, mezze frasi e un'insoddisfazione sempre più evidente contro la dirigenza Pd. E' un fatto sostanzialmente nuovo a Firenze, dove difficilmente si ha ricordo di qualcuno che, dall'interno, cercasse di rovesciare tanto drasticamente le gerarchie. Quanto a Bersani, seppur sollecitato continuamente da pubblico e stampa su queste critiche, ha dribblato ogni domanda spinosa, dicendo: “vedo solo una città serena, piena di entusiasmo, che aveva solo bisogno di svegliarsi dopo le vacanze estive”.

Ma cosa c'entra questa querelle col dibattito più generale tra Pd e Nuovo Ulivo? C'entra, perché Renzi sostiene apertamente alcune candidature alternative a Bersani, quali Zingaretti, Chiamparino e Vendola, alla carica di candidato premier, mentre lo stesso Bersani, anche oggi, ha ribadito di tenere il timone sul 'Nuovo Ulivo', che non sia una ripetizione dell'Unione (“non ci sono né Pecoraro Scanio né Mastella”). Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi punta così il dito sullo statuto del Pd e ricorda che “all'articolo 18, c'è scritto chiaramente: se si va alle primarie di coalizione – in sostanza se si forma il Nuovo Ulivo- il candidato del Pd a premier è uno e uno soltanto, e cioè il segretario nazionale”.

Solo se il Pd si presenta da solo, sarà possibile per Renzi sostenere fino in fondo un candidato alternativo.

Notizie correlate
Collegamenti
In evidenza