Chiarezza sulla riorganizzazione della gestione dei servizi ambientali

Le tre centrali cooperative hanno organizzato un convegno in occasione dell’inaugurazione di TERRAFUTURA. Paolo Maroso di Federsolidarietà spiega il perché delle preoccupazioni dovute all'azzeramento delle ATO regionali

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 maggio 2010 15:47
Chiarezza sulla riorganizzazione della gestione dei servizi ambientali

Inaugurata stamattina, con un convegno sulla gestione dei servizi ambientali in Toscana, la VII edizione di Terrafutura, la mostra-convegno internazionale sulle buone pratiche di vita, di governo e d’impresa per un futuro equo e sostenibile che si tiene a Firenze, alla Fortezza da Basso, fino a domenica 30 maggio 2010. Organizzato da Confcooperative Federsolidarietà e Federlavoro e Servizi Toscana, Legacoopsociali e Legacoopservizi e AGCI, il convegno dal titolo "Il protagonismo delle comunità locali nel percorso verso regole razionali ed omogenee nella gestione dei servizi ambientali.

Il ruolo della cooperazione in termini di efficienza e innovazione, funzione sociale e radicamento nel territorio” ha fornito un aggiornamento sull’attuale situazione dei servizi ambientali, nazionale e toscana. Una situazione difficile e complessa, soprattutto dopo la soppressione dell’esistenza degli ATO (Ambiti Territoriali Omogenei) rifiuti e degli ATO idrici. Un fulmine a ciel sereno che si abbatte su tutta l’Italia, un improvviso cambiamento legislativo che somiglia ad una sorta di tsunami, dall’entità e dagli esiti - per gli operatori- ad oggi non valutabili né prevedibili.

Gli ATO rifiuti (ma anche quelli idrici), infatti, sono una conseguenza del Decreto Legislativo 152 del 2006 il quale prevedeva che la gestione del servizio rifiuti (cura delle strade, raccolta e smaltimento), venisse organizzata su delimitati Ambiti Territoriali Omogenei (ATO). Tale decreto prevedeva due innovazioni strutturali diverse e contigue: a) un’Autorità di Ambito, espressione politica dei comuni di quel territorio che programmasse e vigilasse sullo svolgimento del servizio pubblico dei rifiuti di una porzione di territorio; b) un consorzio intercomunale che appaltasse ad un'unica organizzazione esterna la gestione materiale e quotidiana del servizio rifiuti, puntando al risparmio ed all’efficienza. Fino ad oggi, questo tipo di organizzazione nel Centro-Nord Italia ha funzionato.

Con l’attuale modifica di legge, che sopprime gli ATO rifiuti (e idrici) saranno invece le Regioni, in puro spirito federalista, a decidere come organizzare, con propria legge, la filiera dei rifiuti, con un occhio di riguardo ai comuni e alle province. “Sulla questione chiediamo alla Regione Toscana, e in particolare all’assessore regionale all’Ambiente e all’Energia Anna Rita Bramerini di fare chiarezza, in tempi brevi su come verranno gestiti i servizi ambientali" - ha dichiarato Paolo Maroso, neo presidente di Federsolidarietà Confcooperative Toscana "Chiediamo, inoltre - ha proseguito - se e quali misure saranno intraprese al fine di salvaguardare il patrimonio costituito dall’apporto che le aziende cooperative hanno saputo dare anche in questo settore, consistente prevalentemente nella qualità della gestione dei servizi e nella qualità occupazionale garantita ai propri soci-lavoratori e dipendenti". "Chiediamo poi quali iniziative la Regione Toscana intenda portare avanti per tutelare l’esperienza ormai ultra-decennale di inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati che le cooperative sociali in particolare portano in dote, come valore aggiunto alla gestione dei servizi, consentendo il raggiungimento di finalità di interesse collettivo altrettanto importanti.

In questo caso, infatti, alla gestione di servizi pubblici si somma l’attuazione di concreti progetti di inclusione sociale di persone diversamente costrette alla marginalità e che necessiterebbero di ulteriori interventi di sostegno economico di tipo assistenziale con un inevitabile appesantirsi della spesa pubblica" Aggiunge infine Maroso: "Il procedere per grandi bandi ed appalti comporterebbe la possibilità di perdere questi servizi in favore di multinazionali, disperdendo ricchezza interna, andando a vantaggio di chi non ha, al momento, né l'avrà nell'immediato futuro, la professionalità mostrata dai nostri rappresentati che da anni operano nei settori interessati conoscendo problematiche e soluzioni" Richieste senza risposta immediata visto che proprio la Bramerini ha dato forfait all'incontro per altri impegni istuzionali cui esser presente.

Vincenzo Ceccarelli presidente della commissione Ambiente e Territorio della Regione Toscana ha però confermato le perplessità espresse dai rappresentanti del settore cooperativo esprimendo personalmente il disagio di dover mettere mano ad una riorganizzazione imprevista dei modi e dei metodi di lavoro, rimandando la soluzione del problema ad un incontro con l'Assessore Bramerini che avrà luogo in settimana. "Non è ancora esclusa, ed anzi appare la via più percorribile - spiega Ceccarelli - che si possa mettere mano ad una legislazione che rilegittimi le ATO, per poi approntare immediatamente un piano di investimenti e non perdere, non perdere - lo ripete - il lavoro già fatto" A.L.

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