Vince il Bari, niente lieto fine

I viola subiscono due reti anche in quel di Bari. Gli uomini di Ventura esultano per un sorpasso, l'ennesimo ai danni dei gigliati che scivolano ancora in classifica. Girone di ritorno magro di vittorie. Sguardo al futuro

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 maggio 2010 01:21
Vince il Bari, niente lieto fine

Il Direttore Sportivo Pantaleo Corvino spiegherà alla fine con poche parole tutto quel che è accaduto nelle ultime partite dei viola, con estrema chiarezza, come ha sempre tenuto a precisare: "La squadra ha cercato di tirare fuori tutte le energie possibili, ha dato tanto e se nel finale non ha fatto di più non è perché è mancata la volontà ma la forza". Prandelli schiera Lijaic, Jovetic e Marchionni, poco conta che qualcuno si domandi dove sia l'attaccante, la partita è di quelle che non offrono risposte importanti.

Entrambe le squadre hanno poco da chiedere, se non esprimere quella volontà sportiva di concludere nel migliore dei modi, come fosse l'ultima bracciata, il colpo di reni, la testa che spunta davanti al corpo mentre si taglia il traguardo. Gli ultimi passaggi son troppo agonistici, limitiamoci ad immaginare una serena campestre che si gioca sulla fatica, sulla resistenza e sulle energie residue di una stagione intensa. Tra i pali Avramov, impiego meritato. Gli infortunati viola sono innumerevoli, in più si aggiunge lo squalificato Kroldrup.

Recuperati all'ultimo minuto Felipe e Gamberini. Il primo fa coppia centrale con Natali, l'altro resta in panchina. Terzini De Silvestri e Gobbi. Centrocampo con Bolatti Montolivo e Donadel. La Fiorentina è superiore nel controllo e nell'impostazione, ma il Bari che gioca in casa ha dimostrato in questo campionato di poter tenere testa a qualsiasi squadra. I viola non approfittano di alcune indecisioni della difesa biancorossa e rischianoi su alcune ripartenze dovendosi affidare ad un buon Avramov. Il fatto che la Fiorentina non riesca a sfondare è imputabile alla presenza di giocatori dalle indiscutibili doti tecniche come Jovetic che però non è prima punta e Liajic che ci prova spesso anche da lontano ma non è certo veterano del campo e se deve registrare il tiro è anche giustificabile. Marchionni fa quello che può e si conferma un grande punto fermo in questa stagione in viola. L'ex Almiron si comporta egregiamente, a Firenze ha lasciato un ricordo molto diverso dal suo stato di forma attuale, rigenerato dall'ambiente barese. Stellini segna l'1 a 0 sugli sviluppi di un angolo al 36' dopo che la difesa accusa l'ennesima disattenzione stagionale, con Gamberini da poco subentrato all'infortunato Gobbi. Il Bari vicino al raddoppio in chiusura di primo tempo, la reazione degli uomini di Prandelli è offuscata, non c'è il migliore Montolivo, Donadel è nervoso, Bolatti ordinato ed utile, offre un discreto contributo ma non forza. Nella ripresa dentro il giovane Agey al posto di Donadel.

Avramov si supera su Almiron. Fuori Liajic e dentro altro innesto giovanile, Carraro. E' una Viola dall'età media ridotta, dal grande cuore e poca esperienza, una squadra del futuro. Castillo conferma la spiaceole annata ed evita la rete dell'ex, o per meglio dire il personale pareggio dei conti da doppio ex.Sembrano esserci i margini per un pareggio al San Nicola, prima Jovetic poi Montolivo illudono i pochi, ma buoni, sostenitori presenti in maglia e sciarpa viola. Nel finale Gamberini si fa espellere con il rosso diretto e rischia così anche una doppia squalifica portandosi avanti per la prossima stagione: troppi infortuni, tante assenze, nessuna possibilità di confermarsi in azzurro, l'espulsione non ci voleva, ma forse è l'epilogo di una rabbia agonistica a lungo trattenuta. Arriva anche il 2 a 0 di Rivas servito da Kamata a sancire l'epilogo di una storia particolarmente complicata da decifrare. Rivas confermerà a 36 anni la volontà di lasciare il calcio giocato, pur rimanendo nell'ambiente sportivo: "Non avrei mai immaginato neanche nei sogni più belli di poter chiudere con un goal".

La dichiarazione del giocatore barese a riprova di uno sport nel quale non si devono mai perdere i sogni per strada, le motivazioni contano quanto i desideri. Ancora Corvino a fine gara: "I numeri sono importanti, restano nella storia. Ma con i numeri vanno analizzati tanti aspetti della nostra stagione. Il finale di campionato fa dimenticare tutto quello che abbiamo fatto di buono, penalizza i risultati ottenuti fino a gennaio, quando eravamo tra le prime quattro. Abbiamo pagato un po’ di stanchezza, ci siamo ripresi a marzo, abbiamo giocato la semifinale di coppa Italia e gli ottavi di finale Champions.

Vanno analizzati anche questi risultati. E’ difficile scalare tre montagne diverse, anche chi ha 120 milioni di ingaggi fa fatica. Negli ultimi quattro anni e mezzo abbiamo raggiunto risultati straordinari, abbiamo provato anche a vincere dei trofei. Oggi in campo c’erano ragazzi che l’anno scorso hanno vinto lo scudetto con gli Allievi. Prandelli in Nazionale? Solo voci mediatiche. Non abbiamo mai pensato di andare avanti in maniera diversa" Una Fiorentina uscita dai campi internazionali a testa alta, tanto da poter guardare avanti con fiducia, e se l'ha abbassata è stato solo per stanchezza, come spiega la Società per voce del DS, non certo per mancanza di carattere o di potenziali individualità.

Verrebbe da chiederesi come mai si sia arrivati a stancare i giocatori, come mai quella richiesta di attenzione del mister lanciata ad inizio stagione "Così faremo fatica" sia rimasta un po' nel limbo di un micromondo che vedeva Prandelli l'eroe della rosa corta. Non c'è rosa senza spina, con quella spina è stato raschiato il fondo del barile contenente l'energia vitale di un gruppo che per necessità o per vocazione deve correre novanta minuti a partita, e di partite, fortunatamente, se ne son viste tante. Alcune di quelle partite resteranno nella storia viola, importanti quanto i numeri. di Antonio Lenoci

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