Fabbrica Europa: in scena lo spettacolo di Jan Fabre

La Fondazione Fabbrica Europa ha deciso di mandare in scena “Another Sleepy Dusty Delta Day”, malgrado la mozione approvata in Consiglio Comunale. Imminenti anche la prima assoluta di Cesar Brie e la prima nazionale della Compagnia Krypton

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 maggio 2010 19:30
Fabbrica Europa: in scena lo spettacolo di Jan Fabre

Malgrado la mozione presentata dall’opposizione in Consiglio Comunale che richiedeva al Sindaco di evitare lo spettacolo di Jan Fabre, approvata con i voti della destra e di alcuni membri della maggioranza, la Fondazione Fabbrica Europa e la Direzione Artistica decidono di mandare in scena “Another Sleepy Dusty Delta Day”. "Questa decisione rivendica l’autonomia culturale di una manifestazione che lavora a Firenze da 17 anni -spiega Roberto Bacci, Direttore Artistico Teatro della Fondazione Fabbrica Europa per le Arti Contemporanee- rivendica di poter presentare un’opera già andata in scena in molte parti d’Italia ed Europa; rivendica la libertà d’espressione dell’artista Jan Fabre che ha realizzato uno spettacolo permesso dalla legislazione italiana e internazionale e che non prevede alcuna forma di violenza sui canarini presenti in scena; rivendica un’autonomia da posizioni settarie e ideologiche, o peggio strumentali, che vogliono riportare in ambito politico scelte che alla politica non dovrebbero competere, per tutelare l’immagine di Firenze in Toscana in Italia e nel resto d’Europa.

Pertanto, decidiamo di mandare in scena lo spettacolo di Jan Fabre così com’è stato fatto in altri paesi dove si è potuto verificare che nessuna offesa è stata perpetrata ai danni del mondo animale. Lo facciamo per permettere anche agli spettatori di Fabbrica Europa di poter assistere e discutere civilmente i temi che lo spettacolo sollecita". “In Consiglio Comunale hanno vinto i diritti degli animali e le Associazioni che da anni li difendono – affermano i Consiglieri regionale e comunale del sole che ride Mauro Romanelli e Tommaso Grassi - : è stato infatti grazie alla presenza degli animalisti in Consiglio che si è potuta costruire, parlando singolarmente consigliere per consigliere, quella maggioranza trasversale che ha prodotto l’insperato risultato.

Un risultato che sembrava fuori portata visto lo schieramento ufficialmente contrario del gruppo Pd”. “Ora ci aspettiamo dalla Giunta e dal Sindaco che si attivino immediatamente per dare corso esecutivo al volere dei rappresentanti dei cittadini.” “Non prendiamo neppure in considerazione, infatti, alcune voci che già oggi circolavano circa la volontà del Governo cittadino di procedere senza tener conto della volontà chiaramente emersa dal Consiglio” Prima assoluta di Cesar Brie: “Albero senza ombra” Albero senza ombra è la creazione, in prima assoluta, di César Brie.

Nella regione di Pando, nella giungla boliviana, l'11 settembre 2008 c’è stato un massacro di contadini che andavano a una riunione sindacale: 11 morti ufficiali, decine di scomparsi di cui non si conoscono né nomi né provenienza. L’attore e regista argentino ha indagato sui fatti, viaggiando nella giungla, intervistando vittime e carnefici, analizzando informazioni poliziesche, giudiziarie e mediche. Questo lavoro cerca di dare nome e storia alle vittime e scoprire le ragioni che stanno dietro l'eccidio (Istituto Francese, 11-15/5).

Un incontro a cura di Ferdinando Marchiori illustra, attraverso testi e immagini, 10 anni di successi dell’Iliade del Teatro de Los Andes di Cesar Brie (Istituto Francese, 12/5).

"L'11 Settembre 2008, a Pando, nella giungla boliviana, si è consumato un massacro di contadini: 11 morti accertati, centinaia di feriti per armi da fuoco e decine di scomparsi, tra cui donne e bambini, a cui nessuno sinora nessuno ha dato nome, volto, storia -spiega dello spettacolo lo stesso César Brie- Dei contadini boliviani importa poco o niente da questa parte del mondo.

Con questo lavoro non cerco di fare della controinformazione, mi occupo d' altro, di quello che forse è racchiuso nella poesia di Pasolini. Questa mia pietà che è loro nemica, e che ai più risulta indifferente, è per me il legame alla terra in cui ho vissuto vent'anni e da cui forse mi sto congedando. Dietro il pietoso rossore in cui nemica gli si scopre l' anima, sta l'umano che mi obbliga sempre a guardare le macerie delle guerre combattute altrove, che chiede il conto delle private tragedie consumate tra quattro mura, e che accomuna i derelitti ai quali sento ogni volta di più di appartenere.

Mi appartiene il dolore degli altri così come il mio dolore non appartiene a nessuno. Da questa coscienza di assoluta inutilità nasce questo lavoro che indaga vicende, sogni, solitudini, storie ricostruite e reinventate di persone che soltanto il sonno pesante del benessere fa credere appartengano a un mondo distante, mentre sono semplicemente il rovescio della nostra medaglia".

Di e con César Brie musiche: Pablo Brie, Manuel Estrada scene e costumi: Giancarlo Gentilucci, César Brie produzione: Fondazione Pontedera Teatro
Prima nazionale della Compagnia Krypton: “Il ponte di pietra” Presentato sotto forma di studi nelle due stagioni precedenti, Il ponte di pietra giunge all’allestimento conclusivo dopo un approfondito dialogo tra Giancarlo Cauteruccio e Daniel Danis sulle ragioni della parola, sulla violenza e sull’azione salvifica del teatro.

I due artisti, accomunati dalla passione per un teatro di poesia e per il lavoro sulla luce, e affascinati dalla creazione artistica attraverso la sperimentazione e l’utilizzo di particolari sistemi illuminotecnici, hanno sviluppato un nuovo approccio alla messa in scena del testo che evidenzia gli archetipi dell’infanzia e dell’innocenza contrapposti alla durezza della storia (Teatro Studio di Scandicci, 11-13/5). Due bambini, Momo e Mung, sono i protagonisti di questa storia senza tempo né luogo.

Essi raccontano la partenza dalle loro famiglie che per allontanarli da una zona di conflitto e salvarli, li hanno consegnati a uno straniero in cambio di denaro. Diventano così schiavi in una fabbrica di tappeti. Entrambi hanno con sé un ricordo dei propri parenti, Mung ha una pelle di animale, regalo della nonna, sulla quale deve continuare a tessere la leggenda della sua famiglia; Momo un’idea: la volontà di costruire dei ponti come prima di lui avevano fatto i suoi antenati. Un giorno nella fabbrica ha luogo un’esplosione e i bambini riescono a fuggire.

Insieme, tra sogno e realtà, esplorano il mondo alla ricerca del «paese senza guerra»; insieme, imparano a conoscersi e a combattere la sofferenza. Insieme inventano un mondo nuovo.

Da Il ponte di pietre e la pelle di immagini di Daniel Danis traduzione: Gioia Costa un progetto di Giancarlo Cauteruccio con Romana Rocchino e Giuseppe Insalaco e con Camille Panza e Gioia Di Biagio in collaborazione con Ambasciata di Francia in Italia - Progetto Face à Face e Istituto Francese di Firenze Ente Cassa di Risparmio di Firenze – Regione Toscana – Progetto “Le arti dello spettacolo e le nuove generazioni”

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