Scuola dell'infanzia, la Toscana chiede 115 sezioni

Oggi l'assessore Simoncini ha inviato una lettera al ministro Gelmini. Serviranno per i 2200 bambini nuovi iscritti per l'anno 2010-2011.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 aprile 2010 19:19
Scuola dell'infanzia, la Toscana chiede 115 sezioni

La Toscana chiede al ministro Gelmini 115 nuove sezioni di scuola dell'infanzia. Tante ne ha previste la programmazione regionale dell'offerta formativa per l'anno scolastico 2010-2011, approvata dalla Regione fin da gennaio sulla base del numero dei bambini iscritti. Ciò significa circa 2200 bambini in più rispetto all'anno precedente, cui solo l'apertura delle nuove sezioni consentirà di trovare un posto. In una lettera inviata oggi al ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini, l'assessore ricorda che lo scorso anno le 44 sezioni in più, per un totale di 800 bambini, sono state aperte solo grazie all'intervento della Regione, che ha pagato con proprie risorse gli insegnanti, nell'anno 2010-2011.

"Non ritenevamo possibile – afferma Simoncini – che in una regione che ha la più alta percentuale di copertura di servizi educativi per la prima infanzia vi potessero essere bambini che, dopo aver frequentato il nido, non trovassero risposta nelle scuole dell'infanzia. Ma si è trattato di un'emergenza e auspichiamo che lo Stato torni a farsi carico di competenze che sono solo sue". "La programmazione dell'offerta formativa 2010-2011 – puntualizza la lettera - prevede fra l'altro la nuova istituzione di 111 sezioni di scuola dell'infanzia, con tempo scuola di 40 ore settimanali e 4 sezioni con tempo scuola di 25 ore, per un totale di 115 nuove sezioni da attivare". Quanto fatto per l'anno scolastico 2009-2010, spiega l'assessore al ministro, è stato dunque un intervento di emergenza, attivato per venire incontro alle famiglie visto il ritardo con cui furono comunicati gli organici, il 30 agosto 2009, alla vigilia dell'apertura delle scuole.

"Siamo molto preoccupati – ha detto ancora l'assessore - perchè la mancata attivazione delle nuove s ezioni significherebbe una grave limitazione di un diritto per i bambini esclusi e un disagio forte per le loro famiglie". di Barbara Cremoncini

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