Si torna a parlare di decentramento delle funzioni catastali ai comuni

Giurlani (Uncem): "Già dalla prossima riunione della Conferenza unificata sarà possibile capire cosa potrebbe accadere".

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 marzo 2010 19:05
Si torna a parlare di decentramento delle funzioni catastali ai comuni

Si tornerà a parlare di decentramento delle funzioni catastali ai comuni nella riunione aggiornata all'11 marzo, dopo l’annullamento di quella prevista per ieri 4 marzo. Lo ha dichiarato ad Agipress Oreste Giurlani che nella riunione di ieri rappresentava alla Conferenza Stato-Regioni l’Uncem di cui è vice-presidente nazionale. Nella riunione, infatti, ne ha fatto cenno il sottosegretario all'Economia, Luigi Casero. La complessa vicenda prende le mosse dal Dpem del 14 giugno 2007, che dava concretezza al progetto del passaggio ai Comuni delle funzioni eatastali (legge 296/2006).

Nel marzo 2008 già diversi Comuni avevano scelto, con delibera, quali e quante funzioni assumere e ben 2.374 comuni erano stati già considerati pronti e altri 481 avevano deciso di affidarsi completamente all'agenzia del l'erritorio. Poi era saltata ogni prospettiva perchè il decreto era stato bocciato. Ora, a quanto pare, si torna a parlare di passaggio del catasto ai comuni. Tale passaggio (che attribuiva anche risorse per46 milioni di euro e personale, circa 3.000 persone), sembra opportruno ricordarlo, si basava su tre livelli. Il primo livello prevedeva la consultazione della banca dati catastale unitaria nazionale e servizi di visura catastale; certificazione degli atti catastali conservati nella banca dati informatizzata; aggiornamento della banca dati del catasto; riscossioni erariali per i servizi catastali. Il secondo livello, oltre alle funzioni di cui sopra, comprendeva anche: verifica formale, accettazione e registrazione delle dichiarazioni tecniche di aggiornamento del Catasto Fabbricati; confronto, con gli atti del Comune, delle dichiarazioni tecniche di aggiornamento e segnalazione degli esiti all'Agenzia; verifica formale e accettazione delle dichiarazioni tecniche di aggiornamento geometrico del Catasto Terreni; verifica formale, accettazione e registrazione delle dichiarazioni di variazione colturale. Infine, il terzo livello comprendeva le funzioni del primo più: verifica formale, accettazione e registrazione delle dichiarazioni tecniche di aggiornamento geometrico del Catasto Fabbricati; verifica formale, accettazione e registrazione delle dichiarazione tecniche di aggiornamento del Catasto Terreni e di quelle di variazione colturale; definizione dell'aggiornamento della banca daticatastale sulla base delle proposte di parte, o di adempimenti d'ufficio. Si trattava di operazione non facile che avrebbe portato ai Comuni ulteriori responsabilità operative e gestionali.

E sopratutto bisognava definire l’influenza della legge sui comuni, sia che si muovessero in maniera autonoma che associata, oppure addirittura per delega come accadrebbe sicuramente per i piccoli comuni montani. Il decreto prevedeva che i Comuni potessero provvedere alla gestione di tutte o parte delle funzioni catastali assegnate dalla legge attraverso una delle seguenti modalità: gestione diretta autonoma, gestione diretta attraverso unione di Comuni o altre forme associative, gestione diretta da parte della Comunità Montana di appartenenza, gestione affidata all'Agenzia del territorio. “La ripresa dell’argomento - dice Giurlani - dovrà dirci anche come si deve interpretare quel decaduto decreto.

Ovvero se verrà riproposto com’era o saranno apportate modifiche. Già dalla prossima riunione della Conferenza unificata sarà possibile capire cosa potrebbe accadere”.

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