Seves: i lavoratori tentano di occupare la cupola del Brunelleschi

Settanta lavoratori della Seves in cassa integrazione hanno tentato di salire stamane sulla cupola del Brunelleschi del Duomo di Firenze per protesta. Renzi ha promesso di interessare alla vicenda Schifani e Napolitano.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 gennaio 2010 14:56
Seves: i lavoratori tentano di occupare la cupola del Brunelleschi

Settanta lavoratori della Seves in cassa integrazione hanno tentato stamani di salire stamane sulla cupola del Brunelleschi del Duomo di Firenze per protesta. Dopo un breve sit-in sul sagrato del Duomo i lavoratori sono arrivati nel cortile della Dogana di Palazzo Vecchio dove hanno incontrato il sindaco Matteo Renzi. Il sindaco ha ribadito ai lavoratori dell’azienda produttrice di mattoni in vetro, con sede a Castello, il suo impegno e quello delle istituzioni per risolvere la difficile vertenza, aperta ormai da mesi. “Oggi stesso scriverò al presidente del Senato Renato Schifani - ha detto Renzi - e mercoledì, quando sarò a Roma per incontrare il presidente della Repubblica, informerò Napolitano della vicenda”. Per venerdì prossimo poi è previsto un nuovo incontro del sindaco con una delegazione di lavoratori. I manifestanti hanno ricordato che lo scorso 30 dicembre, Seves ha attivato la procedura di Cassa integrazione straordinaria, per 12 mesi, per 135 dipendenti su 163.

Inoltre, attualmente sono 110 i lavoratori in cassa integrazione ordinaria che scadrà il 31 gennaio. Al centro della protesta c’é anche la questione della costruzione del nuovo forno fusorio. Anche la presidente della commissione lavoro di Palazzo Vecchio, Stefania Collesei (Pd), ha incontrato i lavoratori della Seves. “Sono andata a portare per l'ennesima volta la solidarietà ai lavoratori della Seves, in presidio davanti al Duomo, ai quali la proprietà ha comunicato l'intenzione di voler ricorrere alla cassa integrazione straordinaria.

In realtà – ha spiegato la Collesei - con questa comunicazione sono stati disattesi gli accordi del 15 giugno. Ritengo che gli istituti di credito che hanno acquisito il 45% delle azioni della Seves (Unicredit, SanPaolo e Paribas), debbano esercitare la loro influenza per il raggiungimento dell'unico obiettivo possibile per un'azienda sana: riprendere la produzione". "Nella vicenda Seves Regione, Provincia e Comune devono muoversi di più e meglio. E' estremamente urgente dare risposte adeguate ai lavoratori e alle lavoratrici che vivono sulla loro pelle una tragedia assurda.

L'intera vicenda è ormai diventata il simbolo di un sistema economico avariato dove a comandare sono le grandi corporations e la politica non è in grado di articolare parola per contrastare dinamiche che offendono la dignità della persona". Lo ha detto Ornella De Zordo, capogruppo di perUnaltracittà dopo aver partecipato stamane al presidio organizzato dai lavoratori Seves in piazza Duomo e al successivo incontro con il sindaco Matteo Renzi. "E' necessario che la proprietà torni al tavolo delle trattative e che si riparta dalle richieste dei tanti lavoratori a rischio licenziamento, a partire dalla non accettazione della cassa integrazione straordinaria" ha continuato De Zordo.

"La proprietà deve rispettare gli accordi e dimostrare in questa delicata fase il massimo della trasparenza sulle sue reali strategie. E le istituzioni toscane su questo devono intervenire con tutto il loro peso, con impegni precisi anche sulla destinazione produttiva dell'area per evitare qualunque ipotesi di speculazione edilizia". Intanto la vicenda Seves è argomento di una domanda d'attualità presentata da Andrea Calò e Lorenzo Verdi (Prc-Pdci-Sc) in Consiglio provinciale.

E, giovedì della prossima settimana, dovrebbero riunirsi nuovamente i lavoratori dell'azienda per concordare altre azioni di protesta da intraprendere.

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