Artemisia esclusa dalla rete Dire

L’assessora Albanese: "Una grande perdita per la rete. L'associazione è da 35 anni un iferimento fondamentale”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 Ottobre 2025 19:30
Artemisia esclusa dalla rete Dire

Ieri all'assemblea Di.Re Donne in rete contro la violenza ha ratificato l'esclusione dalla rete della delegazione del consiglio direttivo di Artemisia, composta dalla presidente Elena Baragli, Petra Filistrucchi (vicepresidente), Annalisa Gordigiani (consigliera), Maria Letizia D'Urzo (consigliera) e Simone Sbraci (socio). E' stata esclusa dalla rete dopo la decisione di associare anche uomini.

"La scelta della nostra associazione è derivata dal lavoro quotidiano contro la violenza alle donne, i bambini e le bambine e dal lavoro con gli adulti e le adulte che hanno subito violenza durante l'infanzia. È derivata dalla consapevolezza che nella lotta alla violenza alle donne e ai bambini è compreso il bisogno di riparazione. È dall'aver accolto la sfida che nasce dalla lettura dei bisogni delle persone che ha avuto origine la necessità di un cambiamento" spiegano da Artemisia.

I requisiti minimi dei Centri antiviolenza e delle Case rifugio di cui all'intesa Stato Regioni 14.9.2022 e in particolare l’Art. 3 prevede che le operatrici per le attività a diretto contatto con le donne vittima di violenza siano composte esclusivamente di personale femminile.

“Sostegno ad Artemisia, realtà di immenso valore che da trentacinque anni è un punto di riferimento fondamentale nel contrasto alla violenza sulle donne e all’infanzia” l’assessora alle Pari Opportunità Benedetta Albanese interviene a fianco della storica associazione fiorentina “Non entro nel merito delle ragioni della esclusione ma ritengo che sia una grande perdita per la rete. Negli ultimi anni abbiamo condiviso con Artemisia e altre realtà fiorentine attive nel contrasto alla violenza l’importanza di rendere questo impegno di comunità, ossia a cui contribuisce e chiunque si posizioni senza se e senza ma dalla parte delle donne, certo per il rispetto delle donne che ne sono vittime lasciando alle professioniste il compito di intervenire con competenza e sensibilità.

D’altra parte, se vogliamo un cambiamento culturale, dobbiamo coinvolgere l’intera comunità” conclude l’assessora Albanese. 

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