Aggressioni: autisti di Firenze presi a schiaffi ed insultati

"Schiaffi e offese, quelle che prendono Autisti e Verificatori" commentano i Cobas di Ataf

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 marzo 2015 15:40
Aggressioni: autisti di Firenze presi a schiaffi ed insultati

"Dopo le ultime dichiarazioni rilasciate alla stampa il 19 marzo, questa Dirigenza si direbbe impegnata scientemente nel far passare come “normali” a tutti i livelli sociali gli atti di violenza rivolti da terzi agli Autisti. “Assurda” : è così che definita e censurata la preoccupazione dei lavoratori Ataf esposti quotidianamente a tali fenomeni che, se ancora il Presidente non se ne fosse accorto leggendo i giornali o ancora meglio chiedendo lumi sulle statistiche delle aggressioni, sono decisamente aumentati negli anni della sua illuminata gestione aziendale fiorentina" recita la nota sindacale.

"Sia chiaro, tale “normalizzazione” della violenza verso i Lavoratori è riservata solo a talune categorie: Verificatori ed Autisti. Questi ultimi, risultano i peggio messi, essendo soli durante il lavoro e non avendo l’ultimo vantaggio della fuga a gambe levate, rimanendo gli unici responsabili dei cittadini trasportati, dei terzi utilizzatori della strada e non ultimo del mezzo affidatogli. Ma la violenza, Spett.le Mazzoncini e tutti gli altri uomini del Presidente, normale non è mai, tanto meno sul luogo di lavoro. Una volta subita lascia permanenti ferite più o meno profonde negli esseri umani.

E’ perciò inaccettabile e ingiusta la profonda leggerezza con cui questi manager non solo non affrontano il grave problema negandolo a grandi linee, ma è anche vergognoso arrivare a far dileggio di esso come se invece fosse tutto ”nella norma”. Senza la necessità di scomodare gli obblighi imposti dalla legge, ci si domanda come mai chi ha la responsabilità di tanti lavoratori debba essere privo di qualsiasi etica nel prevenire drammi visti e rivisti (l’ultimo della serie in Ataf, è occorso la sera dopo le parole del Presidente). Una situazione che dovrebbe essere criticata anche a livello sociale, ma poi si torna alla realtà e quando vengono evocati personaggi come Mauro Moretti e il suo “spiacevole episodio” con 32 morti bruciati vivi, Sergio Marchionne e Matteo Renzi non ci resta che continuare a opporsi".E prosegue la lettera aperta dei Cobas: "Noi non ci stiamo, Spett.le Presidente.

qualcuno fra noi autisti potrà persino essere rassegnato e spento, ma nessuno mai lo è fino al punto di accettare la violenza sul lavoro come “normale”. Non ci interessano le promesse di telecamere che riprendano le labbrate o gli insulti che ci vomitano addosso, sentiremo male lo stesso e quel male lo porteremo comunque a casa dai nostri cari. Le telecamere le vogliamo alle porte di scesa clienti per evitare di chiuderceli in mezzo facendoli incazzare.

Vogliamo separazioni sufficienti fra noi e i passeggeri a cui abbiamo senza problemi sempre venduto biglietti e dato informazioni. Vogliamo cartelli prescrittivi chiari con le regole di civiltà ed educazione per i trasportati. Vogliamo mezzi funzionanti. Vogliamo un’organizzazione del Lavoro meno devastante e più collaborativa. Vogliamo noi per primi un TPL efficace ed efficiente. Vogliamo iniziaste pure Voi ad essere con noi autisti in rapporti “amorevoli” come volete che noi lo siamo sempre più con la clientela, facendo la prima cosa necessaria in questi casi: conoscere.

Questa è la definizione di “violenza sui lavoratori ad opera di terzi” che da l’Agenzia europea per la Salute e la Sicurezza sul lavoro (EU-OSHA, 2011) “la violenza fisica, l’aggressione verbale o la minaccia di violenza fisica in cui l’aggressore non è un collega ma è una persona, un cliente….che riceve un bene o un servizio”, “tale rischio, non solo mina la salute e la dignità del singolo, ma ha anche una incidenza economica in termini di assenze dal lavoro, morale e turnover dei lavoratori.

La violenza da parte di terzi può anche creare un ambiente poco sicuro e persino spaventoso agli occhi del pubblico e di chi utilizza i servizi, e ha dunque un impatto sociale negativo molto ampio”. Così si inizia a prevenire la violenza sui lavoratori da parte di terzi, non come fate Voi" concludono i dipendenti del trasporto fiorentino.

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