Aferpi: domani sciopero e manifestazione a Piombino

Regione garantirà prestiti per materie prima e ripresa produzione. CementirSacci: venerdì presidio a Greve in Chianti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 febbraio 2017 23:13
Aferpi: domani sciopero e manifestazione a Piombino

FIRENZE- Per domani giovedì 2 febbraio Fim-Fiom-Uilm-Ugl hanno proclamato sciopero di 24 ore. Prevista una manifestazione con concentramento e partenza alle ore 9,30 dal cavalcavia dello stabilimento della ex Lucchini, in largo Caduti sul lavoro, con la presenza delle segreterie nazionali. Ci sarà anche un comizio in Corso Vittorio Emanuele II° davanti al palazzo comunale. Spiegano i sindacati: “A seguito della mancata realizzazione, a oggi, del piano industriale Cevital, vogliamo denunciare che lo stabilimento si sta gradualmente spegnendo.

Manifestiamo in difesa del Progetto Piombino che deve essere salvaguardato a prescindere così come configurato nell’accordo di programma del 2014, verso il quale i firmatari sono tenuti a rispettare tutti gli impegni presi. Sara’ solo l’inizio della mobilitazione che continuerà finché Piombino non avrà certezza del proprio futuro. Partecipiamo numerosi a salvaguardia dell’economia del nostro comprensorio che non può fare a meno dell’industria”.

La Regione Toscana si farà garante di Aferpi per l'acquisto delle materie prime necessarie a soddisfare gli ordini che già ci sono. Lo farà tramite "Toscana Muove", il suo gestore di strumenti finanziari di cui è capofila Fidi Toscana, finanziaria di cui è socia di maggioranza relativa. Ma la Regione aiuterà anche tutte le Pmi dell'indotto legate alla produzione siderurgica. E' il modo per far continuare a lavorare i laminatoi ex Lucchini di Piombino e risolvere l'impasse sul capitale circolante che al momento Rebrab, l'imprenditore algerino subentrato nella proprietà e che ha già riassunto i duemila lavoratori gestendoli con la solidarietà, non può aggiungere ai 102 milioni di capitale sociale già sottoscritti.

"La Regione continua a fare la sua parte e con questa delibera facciamo un ulteriore passo in avanti a sostegno del progetto di Aferpi. Aspettiamo adesso il piano industriale di dettaglio, senza cui peraltro i prestiti non potranno essere garantiti" sottolinea il presidente della Toscana, Enrico Rossi. "Svolgiamo il nostro ruolo con convinzione - aggiunge –, al pari del lavoro di accompagnamento che stiamo conducendo verso la Bei, per una ulteriore linea di credito, e gli impegni, tutti confermati, per l'accesso ai finanziamenti europei del Fesr sugli interventi di innovazione ambientale nelle acciaierie. Certo, mentre lo facciamo, chiediamo anche all'imprenditore di fugare i dubbi presenti sul territorio sia garantendo la continuità lavorativa che facendo partire gli ordini definitivi per il nuovo forno elettrico ed il nuovo laminatoio".

La garanzia per Aferpi non sarà gratuita ma a pagamento. E al massimo potrà impegnare 20 milioni di risorse regionali: un intervento motivato "in ragione del procedimento pubblicistico che ha condotto all'acquisizione della ex Lucchini e del ruolo specifico assunto da Aferpi nei provvedimenti che riguardano l'area di crisi di Piombino e la sua reindustrializzazione". Sarà anche una garanzia parziale: ovviamente una parte del rischio rimarrà in carico alle banche che concederanno il prestito. Ma si tratta di un rischio basso, visto che gli ordini sono già commissionati e le aziende committenti dovrebbero pagare dopo pochi mesi. Inoltre la Regione ha indicato la necessità che si facciano avanti anche i garanti privati, in modo da coprire con garanzie proprie almeno il 30 per cento del complessivo fabbisogno dell'azienda: su linee di finanziamento diverse da quelle assistite dalla garanzia regionale.

Prima il piano industrialeLa giunta regionale toscana ha dato ieri il via libera alla delibera, che incarica gli uffici di adottare tutti gli atti necessari per attivare l'intervento. Prima però l'azienda dovrà presentare il piano industriale triennale aggiornato, lo stesso sollecitato dal Ministero allo sviluppo economico nelle scorse settimane. Aferpi dovrà godere di una valutazione di merito creditizio positiva, per escludere che si tratti di impresa in difficoltà finanziaria. La concessione della garanzia è inoltre subordinata agli esiti della due diligence, ovvero un'attenta valutazione, della società rispetto al complesso degli interventi che sono oggetto di confinanziamento regionale, primi fra tutti quelli che si riferiscono all'accordi di programma del 2015.Garanzie gratuite per le PmiNon solo Aferpi godrà comunque dell'aiuto della Regione per l'accesso al credito.

La delibera licenziata dalla giunta toscana prevede infatti anche un fronte riservato alle Pmi, le piccole e medie imprese del territorio nell'ambito sempre del settore siderurgico: per loro la garanzia sarà gratuita

I lavoratori di Testi riuniti in assemblea ieri, nel confermare lo stato di agitazione che prevede il blocco degli straordinari e della flessibilità, come precedentemente illustrato alla direzione, si dicono contrari a: i licenziamenti annunciati, gestione dei riposi e dell’orario di lavoro, mancata manutenzione dei macchinari, assenza della mensa e del servizio di pulizia. Per questo motivo, si proclama un pacchetto di ore di sciopero, di cui le prime 8 di ogni turno di lavoro saranno effettuate venerdì 3 febbraio prossimo, con conseguente fermata di tutti gli impianti, fatto eccezione per il forno, che rimarrà solo in riscaldamento con presidio in ogni turno delle seguenti figure professionali: addetto sala centralizzata, assistente, calcimetrista. Il lavoro riprenderà, salvo una nuova comunicazione, al primo turno di sabato 4 febbraio.

Lo sciopero sarà caratterizzato da un presidio dei lavoratori (con Cgil, Cisl, Uil di categoria) davanti ai due ingressi principali dello stabilimento, ed inizierà alle ore 6 del mattino per protrarsi almeno fino alle 13. L’assemblea, per ritirare lo stato di agitazione, invita la direzione aziendale a riaprire un confronto con la RSU e con le istituzioni, finalizzato al ridurre o magari ad annullare l’impatto sociale derivante dai licenziamenti, favorendo così politiche di ricollocazione in sinergia con le istituzioni pubbiliche.

L’assemblea, inoltre, ritiene inaccettabile anche il venir meno dell’impegno aziendale ad inserire, per i lavoratori delle aziende in appalto, una clausola sociale e solidale.

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