​Aeroporto di Firenze e pista, Adf manda lettera e non si presenta

 Nessuno si è visto al confronto con le Commissioni Consiliari

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 luglio 2014 18:35
​Aeroporto di Firenze e pista, Adf manda lettera e non si presenta

La Società di gestione dell'Aereoporto di Firenze, Adf, notifica la sua volontà di non presenziare all'Audizione avente ad oggetto l'ipotesi di nuova pista contenuta nella variante al Pit che presto il Consiglio Regionale della Toscana dovrà approvare.

Rinviata la seduta congiunta delle commissioni regionali Mobilità e infrastrutture, presieduta da Fabrizio Mattei (Pd) e Ambiente e territorio, presieduta da Gianfranco Venturi (Pd). La seduta era stata indetta per l’audizione della società Adf Aeroporto di Firenze in merito al Masterplan 2014-2029. Il presidente Mattei ha informato i consiglieri riuniti di una nota inviata dal presidente del consiglio di amministrazione di Adf, Marco Carrai, nella quale si comunicava l’intenzione di non partecipare all’audizione.

Partecipazione ritenuta “inopportuna”, in ragione del carattere riservato di alcune informazioni. I presidenti hanno scritto una lettera, sottoscritta anche dai vicepresidenti Paolo Enrico Ammirati (Forza Italia) e Andrea Agresti (Nuovo Centrodestra) al presidente del Consiglio regionale Alberto Monaci e al presidente della Regione,Enrico Rossi. L’audizione di Adf, scrivono le due commissioni nella lettera, “costituiva attività preliminare e propedeutica all’esame delle osservazioni” alla proposta di integrazione al Pit, “al fine di approfondire alcuni elementi conoscitivi sugli aspetti tecnici ed economici del progetto di ampliamento della pista”. Le motivazioni addotte da Carrai “destano un forte disagio istituzionale”, si legge ancora nel testo della lettera indirizzata a Rossi e Monaci.

I vincoli di riservatezza “non possono rendersi incompatibili con un corretto confronto fra soggetti coinvolti a diverso titolo su un medesimo progetto di interesse pubblico”. I presidenti e i vicepresidenti delle due commissioni regionali si dicono “certi” dell’impegno di Rossi e Monaci “a tutela dei diritti e delle esigenze del Consiglio, esclusivamente funzionali a quelle generali della comunità regionale rappresentata”. I consiglieri delle due commissioni hanno accolto con stupore la decisione di Adf.

Il presidente Mattei ha confermato l’auspicio “di svolgere l’audizione in tempi rapidi”.

"Ci lascia stupefatti e assai negativamente colpiti" commentano i Consiglieri di Sel Mauro Romanelli (Regione) e Tommaso Grassi (capo gruppo di Firenze Riparte a Sinistra a Palazzo Vecchio) - le giustificazioni di tale scelta, contenute nella missiva, legate alla non possibilità di pubblicizzare informazioni al pubblico per una società quotata, e legate alla necessaria imparzialità dell'informazione tra i vari soci di Adf, nei quali, ricorda Adf stessa, è presente anche Regione Toscana, ci appiaono davvero tirate per i capelli: si poteva chiedere che la commissione rimanesse riservata, e quanto all'imparzialità dell'informazione ai soci, immaginiamo che riguardi quelle informazioni che possono essere usate dai soci stessi per scelte di tipo economico, commerciale o finanziario, ci pare discutibile che si possano applicare così pedissequamente a quelle informazioni che servono ad un socio pubblico per l'assunzione di una decisione in una sede democratica elettiva".

"In ogni caso, Adf avrebbe potuto presentarsi e valutare a quali domande rispondere e a quali no. Non venire, ci appare una gaffe istituzionale, uno sgarbo al Consiglio, su un tema particolarmente delicato, che rischia di rafforzare la già serpeggiante sensazione dei Consiglieri eletti di essere stati di fatto ormai espropriati di ogni decisione, e di essere chiamati a ratificare una scelta che poi potrà venir cambiata in altre sedi. Ciò non può che rafforzare e confermare la nostra visione negativa di tutta la vicenda: è sempre più necessario che tutte le forze politiche presenti in Consiglio Regionale abbiano un sussulto di orgoglio e pretendano chiarezza e rispetto " - concludono Romanelli e Grassi.

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