Acli e Arci, un solo grido: "Con questo Dpcm rischiamo di morire"

Mengozzi (Arci) “Presidio sociale a rischio”. Martelli (Acli) “Quadro ancora non chiaro dal Governo”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 ottobre 2020 18:09
Acli e Arci, un solo grido:

Firenze, 26 ottobre 2020 - “1.500 circoli rischiano di morire e con loro la rete sociale che sostengono, soffocati dalla mancanza di aiuti economici e dalla poca chiarezza da parte del Governo”, è il grido di allarme che Acli Toscana e Arci Toscana lanciano dopo l’entrata in vigore delle nuove misure adottate dall’esecutivo per contenere la seconda ondata della pandemia.

“Ad oggi - commenta il presidente delle Acli, Giacono Martelli - permangano nei provvedimenti del Governo, anche nell’ultimo emesso ieri, riferimenti non chiari rispetto alla nostra tipologia associativa e all’esercizio delle attività di interesse generale. Una situazione di incertezza assurda per tutti i nostri circoli ricreativi e culturali che fanno parte della tradizione toscana e con una identità ben definita all’interno del Terzo Settore”. I circoli Arci e Acli si sono attivati “da subito e responsabilmente, anche prima delle disposizioni normative, limitando le proprie attività, adoperandosi per un attento rispetto delle linee guida, adottando specifici protocolli anti contagio, formando i propri dirigenti e i volontari. Durante il lockdown molti di loro hanno contribuito alla coesione sociale delle nostre comunità con una particolare attenzione alle categorie di persone più vulnerabili”, aggiunge Martelli

“Le nostre associazioni rappresentano - prosegue il presidente Arci Toscana, Gianluca Mengozzi - un tessuto associativo di comunità, un presidio del territorio, una insostituibile rete di volontariato che opera per la coesione sociale. Siamo uno stabile riferimento della Pubblica Amministrazione e sosteniamo con solidarietà e beneficienza molte realtà del territorio. Tutto con le risorse delle proprie attività di autofinanziamento e senza gravare sui bilanci pubblici. Ma è diventata ormai necessaria e urgente una chiara collocazione dei nostri presidi all’interno delle misure di sostegno per garantire la continuità della nostra funzione, anche in vista dell’importante intervento di tenuta sociale e di contrasto delle conseguenze della pandemia che vedrà le nostre associazioni agire con ancor maggiore intensità nei mesi a venire”.

In evidenza