E' scontro al calor bianco fra Razzanelli e l'Udc

Giornata di comunicati per Mario Razzanelli, l'Udc e la Lega Nord.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 dicembre 2009 20:13
E' scontro al calor bianco fra Razzanelli e l'Udc

Mario Razzanelli ha lasciato l'Udc, dopo essersi candidato sindaco come Firenze c'è (3,31 per cento). Nei giorni scorsi il passaggio l'ingresso nel Carroccio: "Secondo i dirigenti fiorentini dell’Udc, passando alla Lega ho fatto loro un regalo di Natale. A dire il vero, credo che il regalo lo abbiano fatto loro a me promuovendo una conferenza stampa con la sola finalità di lanciare accuse infondate contro il sottoscritto". ha dichiarato Mario Razzanelli, nuovo capogruppo di Lega Nord Toscana in Palazzo Vecchio. "A Francesco Bosi – spiega Razzanelli – rispondo che l’uscita dall’Udc è maturata nel mese di febbraio quando Pier Ferdinando Casini a Firenze annunciò pubblicamente che il partito, dopo la vittoria di Renzi alle primarie del Pd e le dimissioni di Veltroni da segretario nazionale dello stesso Pd, avrebbe preso un’altra direzione.

A seguito di tale scelta, le nostre strade si separarono. Mentre l’Udc cercava in tutti i modi di salire sul carro di Renzi, da parte mia sono rimasto coerente con quella che era stata la linea tenuta dal partito fino a quel momento. Il distacco dall’Udc si è completato quando, dopo essere stata respinta da Renzi, anziché appoggiare la lista civica da me promossa e appoggiata da tutto il partito fino 15 febbraio, decise di presentare un suo candidato a sindaco di Firenze con lo scopo di eliminarmi dalla scena politica fiorentina.

Il gioco non è riuscito: io sono di nuovo entrato in Consiglio comunale mentre l’Udc è scomparsa. Da allora ho cessato del tutto i rapporti col mio ex partito. Come si può ben vedere, non vi è stato niente di improvviso". "A Gianni Conti – prosegue Razzanelli – che mi accusa di intraprendere iniziative per puro narcisismo voglio dire che dimostra di avere memoria corta. Negli ultimi anni, l’Udc è stata protagonista della scena politica fiorentina grazie anche alla mia attività, che ha spaziato in diversi ambiti.

La mia azione in Palazzo Vecchio ha sortito un risultato storico come la pedonalizzazione di piazza Duomo, ottenuto grazie a un referendum da me voluto insieme a 26mila fiorentini sfidando anche l’iniziale ostilità dell’Udc, che il 4 agosto 2007 minacciò di espellermi a causa di questa iniziativa". "La mia azione politica – conclude Razzanelli – si è sempre basata sulle esigenze del cittadino e continuerò su tale linea anche con la Lega Nord, un partito concreto e vicino ai problemi della gente". Così Alessandro Del Taglia, segretario provinciale dell'Udc, replica a Razzanelli. "Razzanelli - aggiunge Del Taglia - si adonta per le nostre dichiarazioni sul suo passaggio alla Lega Nord, partito, come lui dice, concreto e vicino alla gente.

Non comprendiamo le ragioni della sua reazione scomposta. Forse a Razzanelli sfuggono le differenze politiche e ideali che dividono l’Udc dalla Lega. Del resto, altrimenti, perché si opporrebbero ad eventuali alleanze con noi? Certo che in 'concretezza' Razzanelli batte tutti ed infatti vuol entrare in Consiglio regionale, ci permetta un suggerimento disinteressato. Eviti, nella Lega, di esibire il suo utilitarismo egocentrico che nell’Udc abbiamo ben conosciuto, altrimenti questa nuova avventura durerà meno del previsto". “Esprimo la mia solidarietà a Mario Razzanelli per le parole offensive che gli sono state rivolte dall'Udc”.

E' quanto afferma l'europarlamentare nonché segretario nazionale della Lega Nord Toscana, Claudio Morganti. “Capisco il nervosismo dell'Udc, che oltre a perdere consensi in tutta la Toscana, pensa ad attaccare Razzanelli che è uscito molto prima dalle file dell'Udc ed essendo la sua una lista civica era libero di scegliere a quale partito aderire. Non è colpa nostra – continua Morganti - se siamo rimasti gli unici a difendere i valori cristiani e quelli della famiglia, cosa che avrebbe potuto sostenere l'Udc.

Quanto alle regionali – conclude – noi non abbiamo niente da spartire con chi continua a desiderare il centralismo e non vota il federalismo e con chi non vuole essere padrone in casa sua”.

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