Giovani e violenza sulla stampa: titoli ad effetto e rappresentazioni parziali

A livello nazionale vince la spettacolarizzazione. Nella dimensione locale, la notizia è legata ad un concetto di protezione del luogo, mentre i giovani considerano la stampa incapace di rappresentarli.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 dicembre 2009 20:40
Giovani e violenza sulla stampa: titoli ad effetto e rappresentazioni parziali

Quattro testate regionali (Corriere Fiorentino, Nazione, Repubblica e Tirreno) e le pagine del maggior quotidiano nazionale, Corriere della Sera. Questi i campioni presi in esame per capire come la stampa rappresenta il fenomeno della violenza giovanile. Come viene costruita la notizia, a partire da un fatto, o come il fatto in sé incida nella redazione degli articoli. Commissionato dal Corecom della Toscana (Comitato regionale per le comunicazioni) al dipartimento di studi sociali dell’Università di Firenze, il monitoraggio è stato svolto dal 1 aprile al 30 giugno 2008 ed è stato diviso in due diverse sezioni.

“Una quantitativa – ha riassunto il consigliere dell’Authority regionale Michele Magnani – della frequenza e del rilievo dato alla notizia, a cui è seguita un’osservazione qualitativa del fatto così come viene riportato nelle pagine dei quotidiani”. Dai risultati emerge chiaramente come a livello nazionale prevalga una spettacolarizzazione del fatto e una “costruzione della notizia legata al richiamo di specifici interventi del parlamento”. Sul piano locale, la costruzione avviene in modo da individuare chiaramente i luoghi indicati come da ‘proteggere’ e quelli da cui ‘proteggersi’, con un richiamo alla riflessione “nettamente minore rispetto alle pagine nazionali”. Nata da un’esigenza di “guardare al sistema della comunicazione nel suo complesso”, come ai “singoli settori dell’informazione e alle singole questioni”, la ricerca intende offrire un “contributo conoscitivo a istituzioni e mondo della politica per comprendere come decisioni spesso delicate, vengano prese sull’onda dell’emergenza”.

“Abbiamo un forte interesse a guardare al mondo della comunicazione e dell’informazione – ha continuato Magnani – perché negli ultimi dieci anni questi campi si sono evoluti. Sono molto più articolati e occorre guardarli in quanto network”. A spiegare i risultati della ricerca, il direttore del Dipartimento studi sociali dell’Università di Firenze, Andrea Spini. “La rappresentazione della violenza giovanile a livello locale e nazionale è diversa e uguale.

A livello nazionale viene trattata come fatto eclatante, con uno spazio da prima pagina e titoli d’effetto. A livello locale prevale invece l’identità territoriale e il rapporto che i diversi giornali hanno con il loro target di riferimento”. “Prevale in questo senso una sorta di giustificazionismo del fatto, seppur grave, che occorrerebbe approfondire con un’altra, specifica, ricerca”. Da Spini anche l’osservazione che la “formazione della notizia non avviene più attraverso i mezzi considerati un tempo tradizionali.

Internet ha rivoluzionato il modo di ‘impaginare’ le notizie, spingendo verso un’enfatizzazione sempre più evidente”. Ad entrare nello specifico del monitoraggio e delle pagine regionali, il ricercatore del Dipartimento studi sociali dell’Università di Firenze, Silvano Cacciari: “I giovani rifiutano seccamente la rappresentazione che di loro dà la stampa toscana e negano la comprensione che i giornali pretendono di avere del territorio”. Ancora, i giovani “lamentano il fatto che su di loro si costruisca un’immagine negativa, quasi patologica”.

Allo stesso tempo, il monitoraggio evidenzia come i “giornalisti riconoscano di non avere elementi di conoscenza, e quindi di rappresentazione in positivo del mondo giovanile”. Il risultato è allora abbastanza evidente: il sistema di costruzione delle notizie, si basa su un soggetto che “non è conosciuto dal mondo della stampa toscana e che a sua volta non è riconosciuto come legittimo e capace di rappresentare”. (f.cio)

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