Gli agenti di Solliccianino allarmati per il probabile aumento dei detenuti

Forti disagi lamenta il personale del carcere “Mario Gozzini”, conosciuto come “Solliccianino”, per l’ipotesi di aumento dei detenuti. Il sindacato Lisiapp: “Non saremo in grado di garantire la sicurezza”.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 ottobre 2009 20:03
Gli agenti di Solliccianino allarmati per il probabile aumento dei detenuti

I lavoratori della Polizia Penitenziaria del carcere “Mario Gozzini” di Firenze chiederanno un incontro con Maria Pia Giuffrida, Provveditore regionale toscano degli istituti di pena per discutere sulla situazione che sta generandosi all’interno della struttura conosciuta come “Solliccianino”. Nato come Custodia attenuata a basso regime di sicurezza, attualmente sono una settantina i detenuti in custodia ospiti della struttura che, inizialmente doveva ospitare solo ragazzi con problemi di droga o reati legati ad essa ma, secondo un progetto della Provveditorato, al fine di diminuire la pressione sul vicino carcere circondariale di Sollicciano e la chiusura del vecchio penitenziario “Le Murate” che, ospitava la sezione di semilibertà, sono stati associati al “Mario Gozzini” tre tipologie di detenuti, semiliberi, comuni e custodia attenuata in tutto al momento una sessantina di detenuti, numero destinato a crescere nei prossimi mesi. L’organico attuale è meno di 40 agenti, compresi i sottufficiali, e si lamentano situazioni di forte disagio per la mancanza di concessione di permessi e per l’accumulo dei giorni di ferie maturati e non goduti (qualcuno è giunto a quota 70 giorni di ferie).

Ma la massima preoccupazione per i lavoratori del carcere “Mario Gozzini” è dovuta dall’abbassamento dei livelli di sicurezza che, se la popolazione carceraria dovesse aumentare, scenderebbero al di sotto della tollerabilità. Già adesso, denunciano i lavoratori, esistono problemi per garantire ai detenuti l’accesso ad alcuni servizi come le attività sportive (principio indispensabile per garantire l’inserimento del detenuto nella società moderna). Nel caso dello spostamento di altri detenuti la pressione del lavoro sugli agenti attualmente in servizio creerebbe forti disagi che andrebbero ad aumentare notevolmente i giorni e gli orari destinati al ricevimento visite e ai colloqui con i legali.

Nascerebbe poi il problema della convivenza tra detenuti semiliberi e quelli sottoposti a regime di media sorveglianza (comuni e custodia attenuata) a questo si aggiunge l’abbandono totale della Direzione dello stesso Gozzini che, nulla sta facendo, per migliorare la vivibilità del personale e degli stessi ospitati, anzi quotidianamente non fa altro che, peggiorare l’accumulo discriminando parte del personale e portando questi a raddoppiare le assenze giustificate. Nella fattispecie sarebbero circa 25 le unità mancanti all’organico già allo stato attuale, con l’aumento della popolazione carceraria si rischierebbero turni di notte con 2-3 agenti al fronte di 130 detenuti.

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